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Attualità

Francia e Germania, gioie e dolori (politici)

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Ieri Germania e Francia hanno subito uno scacco, con la bocciatura della fusione Alstom Siemens, che ha riunificato i fondi. La commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager ha visto l’operazione come minacciosa per il mercato interno, perchè avrebbe potuto porre un controllo abnorme sul mercato dell’alta ed altissima velocità, nel quale sono entrambe fortemente coinvolte,  ma anche in settori quali il materiale ferroviario urbano e per il settore minerario. Da un punto di vista formale la Vestager ha fatto bene, ma dall’ottica franco tedesca, che non vede mai l’industria come una questione di sviluppo interno, ma di espansione mondiale, quasi come se fossimo ancora nel 1914 il ragionamento è diverso: se i cinesi fondono i propri colossi ferroviari, allora lo stesso deve accedere in Europa, e poco importa se, nel caso cinese, sia in realtà solo una razionalizzazione interna di aziende a capitale statale. “Grande è bello”, questo è lo stupido motto dell’industria europea destinata a creare dei dinosauri che, come in biologia, saranno destinati ad estinguersi. Eppure questi due paesi uniranno gli sforzi per cambiare l’antitrust europeo perchè gli permetta, francamente, di fare quello che vogliono, e questo alla faccia dell’Unione e degli altri 25 membri, fra cui il più danneggiato sarà l’Italia.

Però non ci sono solo fiori nella politico economica fra Parigi e Berlino, ma anche qualche spina. Nel prossimo voto europeo sul progetto la Francia potrebbe schierarsi contro il metanodotto Nord Stream 2, fortemente voluto da Germania ed Austria ed a metà completamento, che però incrementerebbe la dipendenza strategica da Mosca nel settore energetico ed andrebbe contro la posizione di paesi come la Polonia e la Slovacchia che vedono nella Russia se non un avversario, una potenziale minaccia. La Francia ha una dipendenza minore, grazie al nucleare, quindi si può permettere il lusso di contrastare i disegni tedeschi, nel caso specifico, tra l’altro allineandosi a posizioni più filoamericane: ricordiamo che Washington vede Nord Stream 2 come il fumo negli occhi. Quello su cui si voterà è una variazione del regolamento europeo riguardante  la gestione dei gasdotti dove si prevede che la gestione del gas e quella della struttura siano gestite da due entità diverse. La Germania vorrebbe che questo regolamento fosse cambiato per quanto riguarda le forniture esterne dato che , proprio per Nord Stream 2, sia la struttura sia la fornitura sono di competenza Gazprom e questo crea, senza variazione del regolamento, una violazione. Vedremo come regoleranno la cosa…

Intanto a Parigi………….. tutto ok. Non cala chi approva Macron….

 


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