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FRACCHIA O FRANTI?

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Ora, vi prego, immaginate questa trama e le scene relative. In un collegio a tempo pieno c’è un ragazzetto angariato dai compagni. Diciamo ‘bullizzato’, per essere al passo con i tempi. Ogni giorno, il poveretto viene preso in giro, insultato, deriso dai compagni. Prende anche le botte, spesso, dai più perfidi e stronzi della compagnia. Ed è messo sempre in mezzo, dai prepotenti. A lui tocca pulire dove gli altri sporcano, nettare i cessi durante il fine settimana, portare i panini di tutti nelle gite fuori porta. Gli insegnanti, per quieto vivere o vigliaccheria, tollerano la situazione a parte qualche generico richiamo alla regolare convivenza, all’importanza dei buoni rapporti, alla pace universale. Ma niente da fare: il ragazzetto continua a essere vessato. Finché, un bel giorno, accade qualcosa, come in tutte le storie che si rispettano. Il ragazzetto conosce un tipo che gli insegna il rispetto di sé e, soprattutto, gli fa scuola di arti marziali. Proprio come nel film ‘Karate kid’. La vittima che fu alza la testa, prima comincia a rispondere a tono alle ingiurie altrui, poi acquista sempre più sicurezza e impara a replicare colpo su colpo, rissa per rissa.

Morale: dopo qualche settimana tutto cambia. I gradassi stanno alla larga da lui. Nessuno si permette più di trattarlo come la Cenerentola del Collegio. Fine della fiera? Macchè: a quel punto gli insegnanti – infastiditi, anziché contenti, per la nuova piega degli eventi – prendono da parte il ragazzetto e provano a convincerlo a tornare com’era prima con un argomento decisivo: se così non farai, finirai per restare solo, isolato. Non vi racconto il seguito perché non importa. Ma sono sicuro che l’esortazione conclusiva del personale docente di quel mefitico collegio non vi è nuova. E per forza, l’abbiamo sentita e letta così tante volte, da così tante parti, nelle ultime due settimane, che non può non aver fatto breccia nell’immaginario collettivo. L’Italia rischia di restare isolata; oppure: continuando così al nostro Paese tocca l’isolamento; o, ancora: attenti che l’Europa ci isola. L’hanno detto i reggenti del PD, i grandi giornaloni, le trasmissioni di prime time. Proprio come i pavidi maestri del collegio di cui sopra, rivogliono un’Italia supina davanti ai cicchetti d Macron e alle paternali di Junker. L’esecutivo Conte deve ricominciare a “fare i compiti per casa”, deve marciare a passo lungo e ben disteso dietro le Merkel, i Draghi, i Cameron, gli Hollande di turno, deve lasciarsi sbeffeggiare dalla tedesca e dal francese come solo Berlusconi riusciva a fare.

Insomma, deve ricominciare a mangiare merda, ma tanta, senza continenza o repulsioni. Proprio come al ragazzetto della storia si raccomandava di riprendere a pulire i cessi di tutti, e per tutti. Altrimenti rischiamo di restare isolati, capite. Non sia mai. E i premurosi grilli parlanti non conoscono mezze misure: per il solo fatto di non mettersi a novanta gradi, un governo italiano si trasforma nel turpe Franti, il cattivo del libro Cuore. Il che non è vero ma, quand’anche fosse vero, per quella stirpe di vigorosi condottieri politici e di finissimi consigliori intellettuali che ci ritroviamo il dilemma non si pone neppure: per loro, molto meglio essere Fracchia in un gruppo che Franti da soli.

Francesco Carraro
www.francescocarraro.com


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