Spazio
Fortissima eruzione segna il sole. Ci siamo salvati per un soffio da un “Evento Carrington”
Un potente flare solare ha mancato la Terra: abbiamo evitato per pura fortuna un “Evento Carrington” che avrebbe fritto la nostra economia e le reti elettriche.

Abbiamo schivato un proiettile, o per meglio dire, una raffica di vento solare. Un evento solare di classe X, tra i più potenti, è esploso recentemente. Fortunatamente per la nostra infrastruttura elettronica, e quindi per l’economia globale, l’esplosione è avvenuta sul lato opposto del Sole, quello non rivolto verso la Terra, per cui gli effetti devastanti elettromagnetici non si sono sentiti sull
Se quella stessa emissione ci avesse colpito direttamente, avremmo rischiato il “Big One” delle tempeste solari: un “Evento Carrington“. Parliamo di un fenomeno capace di friggere letteralmente le reti elettriche, mettere fuori uso i satelliti (addio GPS, internet e pagamenti digitali) e riportare intere nazioni all’era pre-industriale per giorni, se non settimane. L’impatto economico? Incalcolabile, ma certamente catastrofico.
Gli strumenti moderni, come i dati 24 ore su 24 del satellite primario GOES, ci permettono di monitorare l’attività solare, misurando i raggi X. Le piattaforme di monitoraggio odierne (i cui dati sono spesso esportabili e consultabili) aggregano immagini in tempo reale per individuare la posizione di un brillamento e valutare la presenza di un’Espulsione di Massa Coronale (CME), ovvero la vera “palla di cannone” che viaggia verso la Terra.
Per questa volta, la geometria dell’orbita ci ha concesso una tregua. Ma il Sole continua il suo ciclo e si avvicina al suo massimo. Questi eventi sono una costante statistica. La domanda non è “se” succederà, ma “quando” e, soprattutto, “saremo pronti?”.
Tra l’altro l’evento è stato riportato solo da agenzie russe, cinesi o private perché il NOAA, che normalmente si occupa di seguire questi fenomeni con la NASA, è un “Vacanza forzata” per lo shutdown dello stato federale. Fortunatamente l’eruzione è stata sul lato opposto.
Domande e risposte
Cosa sarebbe successo esattamente se un flare di Classe X ci avesse colpito in pieno? Un impatto diretto avrebbe potuto scatenare una tempesta geomagnetica severa. Questo fenomeno induce correnti estreme nelle reti elettriche, rischiando di bruciare i trasformatori su vasta scala. Potremmo affrontare blackout generalizzati e prolungati, il collasso delle comunicazioni satellitari e GPS, e danni ingenti all’elettronica. La ripartenza delle infrastrutture richiederebbe settimane o mesi, con un impatto economico e sociale incalcolabile.
Cosa sono i dati GOES e i flare di “Classe X”? I satelliti GOES (Geostationary Operational Environmental Satellite) sono i nostri “occhi” principali sul “meteo spaziale” (space weather). Monitorano costantemente i raggi X emessi dal Sole. I flare (brillamenti) sono classificati in base alla loro intensità: A, B, C, M, e X, dove X è la classe più potente. Un flare X1 è dieci volte più forte di un M1. L’evento che ci ha mancato era di questa categoria “extra-large”.
Siamo preparati a un Evento Carrington oggi? La risposta breve è: non abbastanza. La nostra società è infinitamente più dipendente dall’elettricità e dai satelliti rispetto al 1859 (anno del primo Evento Carrington). Sebbene esistano protocolli per proteggere le reti (come la messa a terra temporanea o lo spegnimento preventivo), la velocità dell’evento (poche ore di preavviso se la CME è rapida) e la scala globale del problema rendono la preparazione complessa. La vera protezione richiederebbe un ammodernamento miliardario delle infrastrutture di rete.








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