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Fine di un’epoca: oggi verrà coniato l’ultimo US Penny. Costava 4 centesimi produrne uno

Addio al Penny: gli USA fermano la produzione dopo 230 anni. Costa 4 centesimi produrne uno, Trump l’ha definito “uno spreco”.

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Dopo 230 anni di onorata (e costosa) carriera, l’era del penny americano finisce oggi. Il Segretario al Tesoro, Scott Bessent, conierà cerimonialmente l’ultima monetina da un centesimo, mettendo fine alla produzione.

La decisione, annunciata a febbraio dal presidente Donald Trump, non è un capriccio nostalgico ma una pura, e tardiva, scelta di efficienza economica.

Il punto centrale della questione è un paradosso contabile degno di un manuale: secondo le stime recenti del Tesoro, produrre un singolo penny costa al governo federale quasi 4 centesimi. Un’operazione in perdita netta che, nell’era dei pagamenti digitali e del fintech, appariva sempre più come un anacronismo insostenibile.

Fu lo stesso Trump, lo scorso febbraio, a definire la produzione “uno spreco”, ordinando al Tesoro di fermare le macchine. Un’analisi, quella di Trump, difficile da contestare: per troppo tempo la Zecca degli Stati Uniti (US Mint) ha continuato a produrre monete che, letteralmente, costavano più del loro valore nominale.

Diamo un’occhiata ai numeri. Nell’anno fiscale 2024, i penny hanno rappresentato una quota impressionante della produzione totale di monete: ben il 57% dei 5,61 miliardi di pezzi coniati.

Questo nonostante il fatto che, secondo le stime, siano già in circolazione circa 300 miliardi di penny. Un eccesso di offerta palese, che finiva spesso dimenticato nei barattoli e nei salvadanai, più che utilizzato nelle transazioni quotidiane.

La decisione di interrompere la produzione non è solo simbolica, ma avrà un impatto fiscale diretto. Si stima che lo stop al conio del penny porterà a un risparmio di circa 56 milioni di dollari all’anno in costi di produzione. Non una cifra che cambierà il bilancio federale, ma l’eliminazione di uno spreco palese e inefficiente è un segnale di razionalizzazione.

Cosa cambia ora per gli americani? Assolutamente nulla nell’immediato. I penny non vengono banditi né perdono il loro corso legale. Potranno ancora essere usati per gli acquisti, depositati in banca o conservati dai collezionisti. Semplicemente, la Zecca non ne produrrà di nuovi, si va a progressiva eliminazione.

Considerando che una moneta ha un ciclo di vita medio di circa 30 anni, ci vorrà molto tempo prima che spariscano del tutto dalla circolazione.

Domande e risposte

  • Cosa devo fare con i penny che ho in casa? Assolutamente nulla di particolare. I penny restano moneta a corso legale. Si possono continuare a usare per gli acquisti (anche se i negozi potrebbero iniziare ad arrotondare i prezzi al nichel più vicino), depositarli in banca o semplicemente collezionarli. La decisione del Tesoro significa solo che la zecca smetterà di produrne di nuovi, non che quelli esistenti perdano il loro valore.
  • Perché costava così tanto produrre i penny? Il costo di produzione (quasi 4 centesimi) è superiore al valore nominale (1 centesimo) principalmente a causa del prezzo delle materie prime, in particolare lo zinco (di cui la moneta è composta al 97,5%, rivestito di rame). A questo si aggiungono i costi fissi di manodopera, energia e logistica della US Mint. Con l’aumento dei costi dei metalli, la produzione è diventata economicamente insostenibile.
  • Il risparmio di 56 milioni di dollari non è troppo basso per gli USA? Sì, nel contesto di un bilancio federale che si misura in migliaia di miliardi, 56 milioni di dollari sono una cifra modesta. Tuttavia, la mossa non va letta tanto per l’impatto macroeconomico, quanto come un principio di buona amministrazione. Continuare a spendere 4 centesimi per produrre 1 centesimo era uno spreco di denaro pubblico evidente e indifendibile, indipendentemente dalla cifra assoluta.
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