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FINE DELLA CENTRALITA’ DEL DOLLARO E DELLE “MONETE FORTI” ? Conseguenze per l’Italia

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Cari amici

ieri abbiamo riportato l’articolo sulla possibilità che Trump possa utilizzare il sistema SWIFT, cioè l’appartenenza al sistema bancario occidentale fondato sul duopolio dollaro-euro, come arma di pressione nei confronti della Cina perchè corregga la sua politica verso la Corea del Nord.

Il problema di certe armi “A sorpresa” è che, una volta rivelate, permettono delle contromisure piuttosto semplici. In questo caso l’esclusione dal SWIFT aveva mostrato la propria efficacia nei confronti dell’Iran, ma così facendo ha mostrato le debolezze delle controparti degli USA, che cercano di correre ai ripari.

Durante l’ultimo vertice dei BRICS a Xiamen sono stati fatti alcuni annunci molto interessanti, che potrebbero cambiare l’aspetto dei commerci mondiali:

  • la Cina ha annunciato l’acquisto di petrolio da pagarsi in Yuan con garanzia in oro, senza intervento del dollaro Inoltre è stato annunciato il lancio di un contratto sul petrolio future il yuan con garanzia in oro;
  • la Russia ha denunciato il fatto che il mondo si regge su un numro troppo limitato di monete forti (Dollaro/Euro) , mentre un mondo policentrico dovrebbe essere basato su più valute, o su un “Basket” delle stesse

Ricordiamo che la Russia, dopo le sanzioni del 2014 , ha iniziato a sviluppare un proprio sistema interno di carte e di pagamenti , il MIR, che è proposto  divenga obbligatorio per i pagamenti pensionistici e sociali dal 2018, proprio per staccarsi dai circuiti VISA e Mastercard, sotto l’influenza USA e soprattutto ricattabili tramite il sistema Swift.

Ieri il Venezuela ha annunciato che, in risposta alle pressioni ed alle minacce di sanzioni di Trump, non accetterà più il dollaro come pagamento per il proprio petrolio In una prima fase tutte le liquidità ed i pagamenti e le liquidità delle aziende petrolifere saranno convertiti in Euro , per poi passare all’utilizzo di un paniere di valute di riferimento. Questo sicuramente non risolverà i problemi di Maduro, anzi nel breve periodo probabilmente li aggraverà, dato che attualmente 1/3 del petrolio  di Caracas è diretto a raffinerie USA, ma è un indicatore della perdita di peso degli USA sui mercati energetici internazionali.

Quindi ci si avvia ad un mondo non più dollaro centrico, ma in cui le transazioni vengono ad essere regolate in modo bilaterale e nella valuta del venditore o rispetto a basket di riferimento o materie prime. Questo sicuramente cambierà i rapporti di forza valutari, mettendo i corsi monetari in rapporto più diretto con i surplus ed i deficit commerciali, perchè verrà a mancare il “Materasso” del rapporto specifico di un paese con gli USA. Però questo significa che l’appartenenza ad una moneta “Forte” viene a perdere gran parte del proprio significato, perchè le transazioni bilaterali verranno ad essere regolate nella valuta di una delle due parti, definita contrattualmente, la quale verrà a fluttuare sulla base della propria situazione di surplus-deficit monetario  In una situazione del genere l’appartenenza ad una “Valuta forte” perde significato, mentre ne acquista la capacità di mantenere in equilibrio i propri saldi delle partite correnti, anzi il corso monetario si riallineerà molto più rapidamente, svalutandosi o rivalutandosi, proprio il rispetto dei saldi stessi.

In un mondo multilaterale quindi che senso viene ad avere l’appartenenza ad un aggregato di valute che falsa le nostre partite correnti ?

 

 


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