Attualità
Fine del Superbonus: cosa spingerà la crescita del PIL adesso
Il governo ha deciso di dare uno stop alla cessione dei crediti relativi al 110% e perfino allo sconto in fattura. Anche se si tratta di annunci e sono tutti in attesa di capire il contenuto definitivo della norma si conoscono alcune linee guida:
- stop agli acquisti da parte della Pubblica Amministrazione, come era avvenuto in provincia di Treviso e di quanto si parlava in diverse regioni italiane;
- riconoscimento delle cessioni già avvenute, anche se manca chiarezza del momento in cui scatterà il divieto di sconto del credito;
- esenzione della responsabilità penale del cessionario se la sua buona fede è comprovabile da documentazione o foto;
Quindi fine del 110% pe il futuro, anche se non è chiaro che cosa significhi per il passato: chi ha già iniziato i lavori potrà comunque scontarli? E chi ha già tutte le autorizzazioni e attendeva l’arrivo delle imprese per iniziare i lavori? Ci sono ancora molti punti da chiarire. Soprattutto manca la soluzione per i crediti già in essere: di quelli che ne facciamo?
La corsa delle regioni ad aiutare le imprese ha fatto saltare il banco delle trattative e ha portato a questa decisione secca e brutale. La misura del 110% aveva molti nemici, in Italia e in Europa, a partire dall’ex premier Draghi, e pari che alla fine abbiano prevalso. Come scrive Borghi sembra che il governo abbia messo uno stop per tutelare quello che già è stato fatto:
Posto che mi riservo di leggere il testo definitivo, mi sono studiato (malvolentieri) la questione.
In pratica il governo ha scelto di tutelare gli attuali detentori di crediti fiscali incagliati a scapito della prosecuzione della misura per chi non ha iniziato. Sono d'accordo.— Claudio Borghi A. (@borghi_claudio) February 17, 2023
Il problema è che la crescita del PIL tanto decantata dal governo Draghi ed effettivamente migliore rispetto a quella della Germania, è stata in buona parte dovuto al settore delle costruzioni, come è possibile vedere dal grafico sottostante che riporta la contribuzione del settore alla crescita
Questo apporto verrà ora a cadere e sarà interessante vedere se qualche altra componente del PIL sarà in grado di sostituire l’apporto del settore costruzioni. Oltre tutto cìè un problema legato all’efficientamento degli edifici così voluto dall’Europa: chi pagherà a questo punto questo costosissimo processo?
I nemici del superbonus affermano che questi soldi ora potranno essere spesi meglio, ma nessuno pare abbia l’idea di come: l’edilizia comunque ha una ricaduta locale e territoriale che molti altri interventi non hanno. Vedremo che cosa succederà nel prossimo futuro anche perché le categorie coinvolte non resteranno, sicuramente, zitte.
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.
Pingback: Bonus edilizi: il Governo Schifani andrà contro Roma per tutelare la Sicilia? La proposta di Siciliani Liberi/ MATTINALE 939 – I Nuovi Vespri