Cultura
FINANZA AZIENDALE : settima lezione
PRONTO CONTRO TERMINE
Le operazioni di pronto contro termine solitamente vengono effettuate al fine di allocare liquidità temporanea di cassa a tassi superiori e certi rispetto a quelli corrisposti dal deposito di conto corrente bancario o di altre forme di deposito e senza assumersi il rischio di fluttuazione e variabili di mercato. Tali operazioni hanno la durata da un giorno ad un massimo di 3 mesi e sono rinnovabili.
I pronti contro termine (PCT o p/t) sono contratti nei quali un venditore (generalmente una banca) cede un certo numero di titoli a un acquirente e si impegna, nello stesso momento, a riacquistarli dallo stesso acquirente a un prezzo (in genere più alto) e ad una data (termine) predeterminati (a quella data l’acquirente deve avere i titoli pronti). L’operazione consiste, quindi, in un prestito di denaro da parte dell’acquirente e un prestito di titoli da parte del venditore. Questo tipo di operatività è stata introdotta in Italia nel 1979 ed i titoli sottostanti sono, di solito, titoli di Stato o titoli monetari.
Il prezzo di vendita è fissato in base al valore nominale del titolo sottostante, opportunamente maggiorato del rateo della cedola in corso se è un’obbligazione; ovvero per le azioni maggiorato dell’eventuale dividendo di periodo atteso fra la data a pronti e quella termine. Il prezzo di riacquisto è determinato in base al prezzo di vendita e al tasso di interesse concordato tra le parti. Il rendimento dell’operazione è la differenza tra il prezzo di riacquisto e il prezzo di vendita. Il titolo sottostante è chiaramente emesso da un soggetto differente dalla banca. Un istituto di credito concede i pronti contro termine per un temporaneo bisogno di liquidità, e lucra investendo il denaro fino alla data di riacquisto dei titoli. Non necessariamente si tratta di investimenti a basso rischio, in obbligazioni o titoli di Stato, anche se la banca si impegna a garantire un interesse certo al cliente. Il profitto è pari alle differenze fra prezzo di acquisto e vendita (al valore nominale) a pronti, e fra prezzo di acquisto e vendita a termine.
Molti sono i soggetti potenzialmente sottoscrittori di un pronti contro termine; nei prossimi paragrafi sono riportati i principali.
B.C.E
Utilizza lo strumento come controllo della base monetaria indirizzando nel contempo i tassi di interesse. A seconda della congiuntura di mercato la B.C.E. è venditrice o acquirente; il tasso sottostante è deciso in base alle politiche di breve periodo che intende perseguire.
Intermediari finanziari
Lo strumento finanziario è utilizzato dagli intermediari per tenere sotto controllo la propria liquidità oppure come strumento di raccolta, offerto alla clientela, su cui è possibile erogare tassi più elevati in quanto non sottoposto ai vincoli della riserva obbligatoria (che rappresenta un costo per l’intermediario).
Imprese
Lo strumento finanziario è utilizzato per ricevere finanziamenti nel breve periodo, smobilizzando temporaneamente il proprio portafoglio titoli.
Risparmiatori
I pronti contro termine sono utilizzati dai risparmiatori come metodo per l’impiego di denaro nel breve termine a tassi molto vicino a quello di mercato. L’interesse non necessariamente è proporzionato, e nemmeno maggiore, con la durata del conferimento, dipende dalle esigenze di liquidità della banca, che può avere investimenti con ottimo profilo di rischio/rendimento nell’orizzonte di un mese e spingere la raccolta con un interesse maggiore per i pronti con tale scadenza. Alcune banche richiedono di pagare commissioni per il deposito titoli, oltre 30% di tassa governativa, e ciò rischia di erodere l’interesse, se l’investimento è di piccolo importo.
Il pronti contro termine è un titolo non liquidabile prima della data di scadenza. La banca si impegna a riacquistare i titoli nella data a termine, e in tale occasione il risparmiatore deve essere effettivamente in possesso dei titoli a pronti.
Estinzione anticipata
Di norma non è consentita l’operazione a termine dei titoli prima della scadenza (vendita alla banca, riacquisto dell’emittente). Altri istituti applicano una penale per l’estinzione anticipata, ovvero pagano il prezzo a termine mentre trattengono gli interessi maturati sul titolo sottostante fino alla data di estinzione anticipata.
Diversamente dalle obbligazioni, i pronti contro termine non hanno mercato secondario, vale a dire che non possono essere comprati/venduti a terzi prima della scadenza.
Tassazione
Il rendimento viene tassato alla fonte. La legge finanziaria del dicembre 2011 ha introdotto due differenti aliquote di tassazione, con riferimento alla differenza di prezzo a pronti/termine, e agli interessi maturati sul titolo nello stesso periodo.
Contemporaneamente, ha uniformato la tassazione sulle rendite finanziarie, aumentando quella dei pronti contro termine dal 12.5% al 20%, a prescindere dal titolo sottostante. Pertanto, l’aliquota del 20% tra la differenza fra prezzo a pronti e prezzo a termine, dal 1 gennaio 2012 si applica anche per i PCT su titoli di Stato (BOT, BTP, ecc.). Resta al 12.5% la tassazione degli interessi maturati su sottostanti titoli di Stato, mentre è adeguata al 20% la tassazione degli interessi su qualsiasi altro tipo di titolo sottostante.
La perdita eventuale (prezzo a termine minore di quello a pronti) non è deducibile, premesso che è un evento raro, perché di prassi il prezzo a termine è noto a priori, e non indicizzato a qualche variabile finanziaria. Attraverso l’operazione di pronti contro termine il risparmiatore effettua un deposito vincolato in denaro presso la propria banca che gli frutterà un interesse, ma senza la protezione del fondo interbancario di tutela dei depositi (FITD). La garanzia nei confronti del risparmiatore, infatti, è offerta dal titolo sottostante, che per tutta la durata dell’operazione resta nel conto titoli del cliente.
Calcolo interessi PCT
E ‘sufficiente utilizzare questa formula:
i =(valore netto incassato a scadenza – esborso iniziale) * 36500/(esborso iniziale * giorni di durata dell’operazione)
Se, ad esempio, un PCT dura 1 mese (30 giorni) ed a fronte di un esborso di 10.000 euro ne rimborserà 10.032,88 euro il suo rendimento sarà:
i =(10.032,88 – 10.000) * 36500/(10.000 * 30) = 4,00%.
Da tener conto che nel calcolo non sono state considerate le spese di deposito titoli (da negoziare preventivamente) e quando si valore netto incassato, s’intende al netto di ogni altra spesa accessoria applicata e del capital gain e spese di bollo.
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