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FINANZA AZIENDALE: Prima lezione. Dagli appunti del Professor A. M. Rinaldi

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Iniziamo con la Finanza Aziendale la nostra iniziativa “La conoscenza rende liberi”. Si tratta di appunti brevi preparati con attenzione dal Professor Antonio Maria Rinaldi. Spero che vi siano utili. 

 

-1 Struttura finanziaria e la relazione tra il fabbisogno e le fonti di finanziamento.

L’impresa, intesa come attività, è soggetta ad un rischio “tipico” costituito dalla eventualità che la gestione produttiva non riesca nel tempo e con continuità, a generare ricavi in misura sufficiente e necessaria alla copertura dei costi di struttura.

La dinamica, i termini e le condizioni dell’insieme dei flussi di cassa derivanti dall’operatività corrente determinano il risultato dell’impresa, il quale è influenzato e determinato dal modo con cui si combinano e si rapportano le fonti ed i fabbisogni finanziari. La dinamica dei flussi pertanto, può accrescere la variabilità del reddito e quindi il rischio complessivo; al rischio operativo, infatti, va sommato il rischio finanziario derivante dalla non perfetta corrispondenza tra le attività finanziarie e le corrispondenti modalità di copertura.

Quindi la struttura finanziaria dovrebbe pertanto essere calibrata in modo tale da evitare il verificarsi da un lato crisi di liquidità e dall’altro di situazioni di disponibilità monetarie in misura eccedenti a quelle necessarie per la gestione corrente. Un deficit finanziario può costituire una condizione di estrema difficoltà per l’impresa, basti pensare agli effetti sui bisogni finanziari a carattere durevole (impianti) finanziati con fonti a breve periodo (ad esempio con aperture di credito in conto corrente): di fronte ad una revoca della linea di fido, l’azienda si troverebbe in gravissima difficoltà se non riesce ad attivare un’altra forma di provvista, con la prospettiva di smobilizzare processi produttivi necessari alla sopravvivenza dell’impresa. Evitare quindi situazioni di disequilibrio finanziario.

2) Fabbisogno finanziario

Il fabbisogno finanziario si compone dalla somma dei seguenti elementi:

IN + S + AF + AL

IN indica le immobilizzazioni materiali (impianti, macchinari, terreni e fabbricati) e finanziarie (azioni e partecipazioni al netto dei fondi d’ammortamento ed il fondo svalutazione partecipazioni).

S rappresenta le scorte di materie prime, semilavorati, prodotti finiti.

AF indica le attività finanziarie senza funzione monetaria, rappresentate cioè dai crediti originati dal ciclo di produzione e dalle attività finanziarie, come titoli.

AL rappresenta le attività finanziarie con funzione monetaria (attività liquide) quali la cassa ed i depositi bancari.

In ogni momento, la somma IN+S+AF+AL, pari all’attivo contabile netto, definisce il complesso delle attività finanziarie. Questa relazione definisce in modo molto efficacie, il complesso delle occorrenze finanziarie necessarie alla produzione di beni e servizi che, in un momento successivo, una volta collocati sul mercato, andranno ad alimentare il flusso dei ricavi e pertanto le entrate monetarie.

Naturalmente l’entità del fabbisogno finanziario varia in funzione di ciascuna operazione attuata dall’azienda. In genere la somma S + AF + AL viene definita come capitale circolante lordo (CCL) ed esprime la porzione di bilancio soggetta a rotazione, cioè quella parte di attività destinate ad essere completamente consumate in un solo ciclo di produzione (o esercizio) e che pertanto devono essere sistematicamente ricostruite per l’avvio di un nuovo ciclo produttivo. Il CCL, al netto dei debiti a breve termine, determina il capitale circolante netto (CCN). In sintesi la originaria espressione di fabbisogno diventa IN + CCL.

3- Immobilizzazioni nette

Il fabbisogno finanziario derivante dalle immobilizzazioni nette è espresso dal complesso delle attività stabilmente coinvolte nel ciclo della produzione. In relazione alla natura della produzione si procede all’acquisto di un impianto, di un macchinario o di un fabbricato si definisce la forma di uscita monetaria la quale in genere è destinata a protrarsi in un arco temporale lungo.

4- Capitale circolante netto

Le occorrenze finanziarie originate dal capitale circolante lordo sono costituite da scorte, dalle attività senza funzione monetaria (crediti, titoli) e da quelle con funzioni monetarie (cassa e depositi).

Il fabbisogno derivante dalla detenzione di scorte di materie prime, semilavorati e prodotti finiti, può essere distinto in “minimo economico tecnico” ed “accumulo di magazzino”, speculativo o per eccesso di produzione rispetto alla domanda del mercato.

La categoria di fabbisogno derivante dalle attività finanziarie senza funzione monetaria può essere scomposta in crediti e titoli. I crediti sono quelli originati dal ciclo produttivo e sono il risultato di dilazioni nel regolamento delle vendite in relazione all’attività dell’azienda. Naturalmente l’investimento in titoli può essere temporaneo o duraturo ed in ogni caso la presenza di rilevanti quote in titoli, non strettamente legata all’attività dell’azienda, è comunque sinonimo di distrazione di risorse dal circuito produttivo.

Le attività finanziarie con funzione monetaria sono rappresentate dalla disponibilità di strumenti di pagamento in cassa o presso le banche. L’entità e la dinamica di tali grandezze dipende direttamente dalla gestione di tesoreria, la quale deve assicurare nel tempo all’azienda la capacità di far fronte in modo ottimale ai propri impegni finanziari. In particolare con riferimento ai conti correnti bancari, è necessario tenere conto non solo di quelli attivi ma anche di quelli passivi nella misura dei fidi concessi e non ancora utilizzati.

5- Fonti di finanziamento

Le modalità di copertura dei fabbisogni finanziari sono essenzialmente riconducibili all’autofinanziamento, al capitale di rischio ed a quello di credito, di durata a breve (18 mesi) o di medio/lungo. La scelta delle fonti di indebitamento è il frutto di accurate valutazioni di convenienza fondati sulla conoscenza della struttura finanziaria in essere, sul mercato d’appartenenza, sulla percezione dei rischi di mercato e della redditività dell’impresa e sulla struttura del complessivo fabbisogno futuro.

In sintesi, le fonti di finanziamento volte alla copertura dei fabbisogni di capitale si compongono della somma dei seguenti elementi:

P + Dml + Db

P indica il patrimonio, ovvero le risorse acquisite con il vincolo del capitale di rischio, quali il capitale di rischio, le riserve, gli utili capitalizzati.

Dml corrisponde ai debiti a medio e lungo termine, o consolidati, quali le obbligazioni o i mutui.

Db indica i debiti a breve termine, come i prestiti concessi dalle aziende di credito, ovvero impegni verso fornitori.

Questa espressione può essere espressa aggregando le componenti in base al diverso grado di esigibilità attribuito a ciascuna classe di esse. In particolare, la somma P + Dml rappresenta il capitale permanente (CP); pertanto si può anche rappresentare in questo modo:

CP + Db

Per il vincolo di bilancio, le fonti delle due espressioni in ogni istante pareggiano i fabbisogni :

IN + S + AF + AL = P + Dml + Db

5- Il Patrimonio

Il patrimonio, è costituito dal capitale sociale e dalle riserve e può essere alimentato da fonti esterne ed interne.

Da fonti esterne si fa riferimento alla possibilità dell’azienda di reperire fondi a titolo di capitale di rischio con il ricorso diretto al mercato (aumento di capitale sociale mediante emissione di nuove azioni), Il conferimento di fondi ad un’impresa a titolo di capitale implica l’assunzione dello status di socio, l’assoggettamento al rischio d’impresa ed il contemporaneo godimento di una serie di diritti sociali e patrimoniali in funzione delle diverse tipologie di azioni esistenti. Naturalmente la differente forma giuridica aziendale influenza le modalità di reperimento del capitale proprio: una società quotata avrà modalità diverse rispetto ad una non quotata e rispetto ad una società di persone. 

Da fonti interne invece si fa riferimento a quella parte dei fondi derivanti direttamente dalla gestione e rappresentata dagli utili netti non distribuiti ai soci. 

6– Debiti a medio e lungo termine

Le principali fonti dei Dml sono rappresentate dai prestiti obbligazionari, dai mutui e dal fondo di quiescenza del personale dipendente. I prestiti obbligazionari sono fonti di finanziamento a protratta scadenza, attivabili da società di capitali per il finanziamento di fabbisogni di non breve durata. Il controvalore può essere rimborsato in un’unica soluzione oppure gradatamente nel corso della vita secondo un prefissato piano d’ammortamento. Simile il finanziamento per mezzo di mutui e la differenza sostanziale risiede che il prestito obbligazionario è cartolare mentre i mutui non sono rappresentate da un titolo ma da una articolata e specifica contrattualistica che lega il creditore e il mutuatario come garanzie reali e personali all’istituto finanziatore.

Il fondo di quiescenza del personale dipendente può essere considerato alla stregua di un debito consolidato rientrando nella sfera dei Dml. La nuova disciplina in materia dei fondi pensione determinerà una progressiva diminuzione nel tempo di tale forma di finanziamento per le imprese.

7– Debiti a breve

L’indebitamento a breve termine (passività correnti) può essere suddiviso tra debiti verso fornitori e debiti accesi per far fronte ad esigenze di elasticità di cassa.

I debiti verso fornitori rappresentano fonti di finanziamento formalmente a carattere temporaneo, come il pagamento a scadenza differita rispetto alla consegna dei fattori produttivi e gli acquisti effettuati dalle imprese. Praticamente le uscite precedono le entrate e generalmente le imprese per poter far fronte a questo fabbisogno utilizzano lo strumento dell’apertura di credito in conto corrente.


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