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FASSINATE ORDOLIBERISTE A OMNIBUS LA7: IL PROBLEMA E’ IL CLUP E NON IL COSTO DEL LAVORO E SE S’INVESTE…….

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Durante il convegno di sabato scorso a Roma, presso il Link Campus, ho avuto modo di alterarmi leggermente per le improvvide uscite, piene di imprecisioni, di Fassina. Mi sono arrabbiato un po’, non tanto, quanto basta, l’amico Carlo Max Botta lo esprime pienamente in questa vignetta:

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poiché pensavo che quelle lievi imprecisioni dipendessero da una tentata difesa, da parte dell’ex PIDDINO, del partito dal quale il nostro amico era appena fuoriuscito.

Ebbene mi sbagliavo. In realtà, l’ex viceministro Montiano, crede fermamente in questi progetti turboliberisti e, peggio ancora, di economia sociale di mercato. Ci crede pur sapendo che sono in netta contraddizione con i dettami della sinistra che difende i cittadini, il popolo, dai soprusi del più forte.

Questa mattina a Omnibus LA7,

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l’ex Viceministro dell’economia del governo Monti ha pronunciato, più o meno, le seguenti parole:

“diciamocelo chiaramente, il problema è il costo del lavoro per unità prodotta (CLUP) e non il semplice costo del lavoro. Se gli industriali facessero gli investimenti aumenterebbe la produttività e non si dovrebbe passare per la brutta pratica della svalutazione dei salari”

 

Per un turboliberista, sentire queste parole è come udire il familiare rumore delle monete d’oro che cascano per terra. Una cosa alla zio Paperone per intenderci. “Follia neomercantilista, da esportazioni nette, compulsiva!” (cit. Luigi Del Giovane). L’esempio da seguire secondo lui dovrebbe essere la Germania! Ma non ha visto cosa è accaduto con il Volgovagone? Se seguiamo un modello basato esclusivamente sull’export è impossibile che il mondo non scenda in guerra, ognuno tenderà a mangiare sulle spalle del proprio vicino!

Ciò conferma quanto andavamo pensando, Fassina con la sinistra non ha nulla da spartire poiché:

  1. col PIL in calo costante, incrementare la produttività significa espellere dal mercato tanti lavoratori di modo che quelli che restano mantengano inalterata la loro attuale retribuzione;
  2. se desideri aumentare la produttività e non licenziare alcun operaio devi mettere in atto il BEGGAR THY NEIGHBOUR (an economic policy through which one country attempts to remedy its economic problems by means that tend to worsen the economic problems of other countries)
    1. e sperare che le nazioni a te vicine, compresi i tuoi loschi tentativi, non facciano altrettanto;
    2. invece dei carri armati usi lo moderazione dell’inflazione di modo che nel corso degli anni sostituisci la produzione locale con le tue esportazioni
  3. spingere sulla produttività farà sì che moriranno tantissime aziende a bassa e medio-bassa tecnologia che sono esattamente quelle da proteggere onde aver cura dei relativi lavoratori affinché possano continuare a lavorare.

Di tal guisa, invece che migliorare la situazione della disoccupazione Italiana, andremmo a peggiorarla. La strada maestra non può esser quella di buttare fuori dal mercato aziende a bassa e medio-bassa tecnologia ricorrendo a sempre più massicci investimenti teconologici, caro Fassina, bensì rendere anche tali imprese (non competitive per l’estero) all’altezza della competizione internazionale riallineando i prezzi delle merci “tradable” con una bella svalutazione della moneta sovrana; essa non serve per fare i furbetti e tornare competitivi, bensì per coniugare competitività verso l’estero e regime dei contratti oggi in essere nel nostro paese subordinatamente al salvataggio di ogni azienda o altra realtà, per quanto minuscola, presente in Italia. L’alternativa è continuare a perdere quote di mercato sull’export:

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Quand’anche decidessimo di propendere per un aumento degli investimenti finalizzati ad una maggiore competitività, ci ritroveremmo con:

  1. minori redditi distruibuiti nel paese da cui deriveranno minori consumi;
  2. i minori consumi determineranno più fallimenti delle PMI che operano sul mercato interno (ma anche le grandi aziende lavorano almeno il 60% per il mercato interno, difficilmente esistono grandi realtà che esportano al 100% la loro produzione);
  3. i maggiori fallimenti delle PMI che operano sul mercato interno trascinerebbe verso il basso, il negativo, i conti del sistema bancario italiano.

“chi nasce tondo non potrà mai morire quadro”

(Giuseppe Ambrosio – 2015)

 

Maurizio Gustinicchi

A MAURI E IL PROF


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