Difesa
False Flag nel Baltico: la soffiata dell’intelligence Russa che potrebbe aver sventato il piano segreto
L’intelligence russa (SVR) accusa Ucraina e UK di pianificare un attacco false flag nel Baltico per incolpare Mosca. Ma rivelando il piano, la Russia potrebbe averlo reso impossibile da attuare.

Nel conflitto russo ucraino, mentre la diplomazia tace, l’intelligence parla, e qualche volta anche troppo, e le parole che arrivano da Mosca sono pesantissime. In una mossa che alza la tensione nel Mar Baltico, i servizi di intelligence esteri della Russia (SVR) hanno lanciato un’accusa diretta: l’Ucraina, in stretta collaborazione con l’MI6 britannico, starebbe pianificando una provocazione “false flag” per incolpare la Russia e trascinare gli Stati Uniti più a fondo nel conflitto.
L’ipotesi ventilata dall’SVR è dettagliata. Il piano principale consisterebbe in un finto attacco con siluri di fabbricazione russa o sovietica contro una nave della US Navy. Secondo Mosca, uno dei siluri sarebbe stato progettato per fallire l’obiettivo, per poi essere recuperato e mostrato al mondo come prova inconfutabile della “malafede russa”, mentre gli altri sarebbero esplosi a distanza di sicurezza. Un secondo scenario descritto dall’SVR prevedrebbe il “casuale” ritrovamento di mine navali russe lungo le rotte commerciali internazionali del Baltico.
Il Mar Baltico si presta a un eventuale agguato sottomarino: ricordiamo che nel 20005, durante un’esercitazione, un sottomarino svedese relativamente semplice simulò un attacco con successo a una portaerei nucleare americana, la Ronald Reagan, affondandola e sfuggendo sotto il suo naso.
Queste accuse, che l’SVR non ha supportato con prove concrete, arrivano in un momento di estrea difficoltà per le forze di Kiev sul campo e mirerebbero, secondo la logica russa, a tre obiettivi: far degenerare ulteriormente il conflitto, sabotare ogni possibile negoziato tra Mosca e Washington e convincere la Casa Bianca a continuare il pieno supporto militare all’Ucraina.
Tuttavia, al di là della veridicità del presunto complotto, emerge un fatto strategico cruciale. L’intelligence russa, rendendo pubblica questa informazione, potrebbe aver giocato d’anticipo per neutralizzare la minaccia stessa. Nel mondo dello spionaggio e della guerra ibrida, rivelare un’operazione segreta è spesso il modo più efficace per impedirla. Il fatto stesso di aver svelato questa ipotesi, vera o falsa che sia, la rende di fatto impraticabile. Qualsiasi incidente sospetto che dovesse verificarsi ora nel Baltico verrebbe immediatamente letto attraverso la lente di questo preavviso, privando una potenziale “false flag” del suo elemento fondamentale: la credibilità.
Questa guerra di narrazioni si svolge parallelamente al conflitto armato e a un processo di pace in stallo. Mosca continua a porre condizioni che Kiev definisce un “ultimatum inaccettabile”, come la distruzione di tutte le armi fornite dall’Occidente e il riconoscimento delle annessioni. In questo clima di sfiducia totale, le operazioni coperte e le campagne di disinformazione diventano armi tanto quanto i missili, e la soffiata russa sul Baltico ne è l’esempio più recente: un colpo sparato non sul campo di battaglia, ma in quello, altrettanto decisivo, dell’informazione globale.
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.

You must be logged in to post a comment Login