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Analisi e studi

FACCIAMO UN PO’ DI CHIAREZZA SULLO “SPACCHETTAMENTO” IN PIU’ QUESITI DEL REFERENDUM COSTITUZIONALE (di Giuseppe PALMA)

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spacchettamento

 

Avevo già scritto sull’ipotesi “spacchettamento” in un mio articolo del 20 maggio scorso: https://scenarieconomici.it/renzi-vuole-vincere-a-tutti-i-costi-adesso-pensa-di-spacchettare-il-referendum-costituzionale-in-piu-quesiti-di-giuseppe-palma/

La possibilità di “spacchettare” il referendum costituzionale è prevista dall’art. 20 della legge n. 352/1970 e successive modifiche (l’ultima intervenuta nel 2001), tuttavia – nel caso di specie – presenterebbe non poche criticità.

A farne richiesta dovrebbero essere, mancando solo tre giorni al termine ultimo utile (14 luglio 2016), 1/5 dei componenti di Camera o Senato, non essendo praticabile la strada delle cinquecentomila firme o dei cinque consigli regionali (il tempo è davvero ristrettissimo).

Ma il problema di fondo è un altro: la Corte di Cassazione ha già ammesso il referendum costituzionale sulla base delle firme raccolte da 1/5 di deputati e senatori pochi giorni dopo la pubblicazione del testo di revisione costituzionale in Gazzetta Ufficiale, e in quel caso la richiesta di referendum verteva su un quesito unitario (cioè su un solo quesito).

Ciò detto, cosa accadrebbe se anche un numero ristretto di deputati o senatori che aveva sottoscritto la richiesta di referendum con quesito unitario, firmasse adesso per la proposta di “spacchettamento”? In pratica vi sarebbero, nell’arco dei tre mesi concessi dall’art. 138 Cost., due tipologie di richieste referendarie diverse tra loro e – in parte – firmate dagli stessi che avevano sottoscritto la precedente richiesta. Ma non solo. Il testo di revisione costituzionale è uno solo, infatti il Parlamento lo ha approvato – secondo la procedura dettata dall’art. 138 Cost. – in un unico testo, e ciò renderebbe l’eventuale richiesta di più quesiti referendari non conforme né al dettato costituzionale né al lavoro del Parlamento.

In ogni caso, qualora entro giovedì 14 luglio fossero raccolte e depositate le firme di deputati o senatori (è sufficiente 1/5 anche di un solo ramo del Parlamento), la richiesta passerebbe al vaglio della Corte di Cassazione e successivamente, in caso di ricorso, dinanzi alla Corte Costituzionale, con la conseguenza che il referendum confermativo si terrebbe non più in autunno bensì addirittura nel 2017. L’eventualità “spacchettamento” pare, al momento, non interessare più di tanto né la maggioranza né il Governo, tuttavia è un’ipotesi da non escludere!

In un mio precedente articolo pubblicato pochi giorni fa (https://scenarieconomici.it/facciamo-un-po-di-chiarezza-sulla-data-entro-cui-dovra-tenersi-il-referendum-costituzionale-di-giuseppe-palma/) avevo evidenziato che, in caso il quesito fosse unico, la consultazione referendaria deve tenersi entro e non oltre il 22 novembre 2016 (data ultima). Invece, qualora fossero raccolte le firme di cui sopra e depositata la richiesta di “spacchettamento”, i termini si allungherebbero di parecchio, con la conseguenza che il referendum si terrebbe quasi sicuramente nel 2017. E ciò alletta – quantomeno in teoria – la maggioranza di Governo, la quale, considerati i risultati deludenti delle ultime elezioni amministrative, tirerebbe a campare qualche altro mese, in modo tale da tentare di recuperare consensi.

Ma v’è di più: l’ipotesi “spacchettamento” gioverebbe certamente sia alla maggioranza parlamentare che soprattutto al Presidente del consiglio dei ministri, il quale, avendo oltremisura personalizzato il risultato referendario, non correrebbe i rischi di una sonora bocciatura qualora si votasse su un quesito unitario. Infatti, qualora vi fossero 4-5 quesiti, la vittoria del SI in uno o due di questi potrebbe essere sfruttata da Matteo Renzi come vittoria elettorale (o quantomeno come una “non bocciatura”), vanificando la promessa di dimissioni in caso di sconfitta!

Il potere, che in questo caso è anche illegittimo, le sta davvero tentando tutte pur di conservare lo status quo. Quando si ha paura del popolo e del suo giudizio elettorale, il potere non è mai legittimato…

 

Giuseppe PALMA

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Giuseppe PALMA

FIGLI DESTITUENTI. I gravi aspetti di criticità della RIFORMA COSTITUZIONALE

FIGLI DESTITUENTI di Giuseppe Palma

Editrice GDS, Vaprio d’Adda (MI), 21 gennaio 2016 (e-book)

Genere: saggio giuridico (diritto costituzionale)

Prefazione di Marco MORI

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 Giuseppe PALMA

 


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