Europa
Eurodeputati del Pd messi alla berlina dalla rivista Politico.eu
Il partito democratico si riempie sempre la bocca sull’importanza che l’Europa deve avere anche rispetto alla sovranità degli Stati Nazionali. Elly Schlein la segretaria del partito, che politicamente ha cominciato a muovere i suoi primi passi proprio all’europarlamento, quando aderì entusiasticamente alla manifestazione per l’Europa, a marzo, promossa dal giornalista di Repubblica Achille Serra, parlo della necessita di un Europa piu unita e federale contro i sovranisti. Peccato però che alle belle parole i democratici una volta giunti in Europa non facciano proprio una gran bella figura.
L’autorevole rivista americana Politico.eu, vera bibbia per la Bruxelles che conta, ha vergato un lungo articolo che descrive i deputati dem in un modo certo non troppo edificante. L’attacco del pezzo è gia tutto un programma: “A quattro anni dalla fine del loro mandato al Parlamento europeo, gli eurodeputati di centrosinistra italiani stanno già rompendo con Bruxelles.” scrivono i giornalisti Gregorio Sorgi e Max Griera. I rappresentanti europei del popolo democratico che solo un anno fa avevano festeggiato con grande entusiasmo il loro sbraco nella capitale belga, ora sembrano già scalpitare per tornare in patria. A cominciare dai candidati alle Regionali, come Antonio Decaro in Puglia, o Matteo Ricci nelle Marche.
“La quasi totale ossessione dei legislatori del Partito Democratico (PD), di sinistra, per la politica locale li sta rendendo sempre più irrilevanti al Parlamento europeo, dove sono visti come persone al di sotto delle loro possibilità.” si legge su Politico, in quello che appare un commento caustico ma corrispondente alla realtà dei fatti, che vede il gruppo piu numeroso dei socialisti europei, non avere veri posti di comando all’interno del gruppo.
La segretaria, scatenando le ire di Nicola Zingaretti che già pregustava la poltrona, ha preferito lasciare la guida del gruppo alla spagnola Iraxte Garcia Perez, per omaggiare il suo mentore Pedro Sanchez, sperando poi in una rotazione tra un anno ( cosa che gli spagnoli hanno fatto già capire di non avere alcuna intenzione di fare). Un beau geste che qualcuno ha anche visto come l’ennesimo sgarbo a quella parte di riformisti, di cui Zingaretti è uno dei massimi esponenti, che tanti grattacapi le sta creando all’interno del partito.
Anche perchè come scrive Politico gli eurodeputati del Pd, dimostrano di non avere quella malizia e quella conoscenza della macchina burocratica europea, cosi da essere sovrastati politicamente anche da delegazioni ben piu piccole. Poi le divisioni interne al partito rendono il tutto ancora più complicato. “A differenza delle delegazioni spagnola e tedesca, il PD non vota unito. Non è chiaro a chi risponda”, ha detto al giornale una fonte interna al Partito Socialista non italiana. “Il PD ha tre o quattro micro gruppi all’interno della delegazione, e notiamo che alcuni hanno tensioni con [la leader del partito] Elly Schlein”, ha affermato invece un eurodeputato socialista di un’altra delegazione.
Il gruppo secondo quella che è una voce ricorrente all’interno del parlamento europeo, sembrerebbe quasi un corpo estraneo al gruppo socialista ma anche allo stesso Europarlamento, e molti big starebbero già pensando al loro ritorno a Roma per le politiche del 2027. Ecco allora che i bei discorsi della segretaria e del gruppo dirigente sull’Europa, rischiando di diventare l’ennesimo slogan senza alcun legame con il pensiero e il programma del partito. E anche la favoletta che i democratici hanno cercato di raccontare sulla inadeguatezza della classe dirigente di Fratelli d’Italia, in Europa starebbe trasformandosi in un vero e proprio boomerang.
La sparuta delegazione dei meloniani nella passata legislatura è riuscita a trascinare popolari e liberali sulle proprie posizioni sia sul green deal che sui migranti. ed adesso che la delegazione è una delle piu numerose del Parlamento, il loro peso sta spostando il baricentro degli equilibri su cui si è retta la maggioranza negli ultimi dieci anni, come le ultime affermazioni di Manfred Weber, presidente del Ppe, sul divieto dei motori termici entro il 2035, sono lì a dimostrare.
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