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Analisi e studi

Euro, una catastrofe annunciata: il Franco CFA

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Introduzione

Di unioni monetarie nella storia se ne sono viste tantissime: da quella del Sacro Romano Impero a quella austro ungarica, passando per l’Unione Monetaria Latina che ha dato i natali al Franco Francese, Svizzero e Belga così come li abbiamo conosciuti. Nel corso del ‘900 però non è sorto solo l’Euro come UEM, ma ce n’è stata un’altra: la zona Franco CFA.

Cos’è la zona franco CFA?

È un’area valutaria dove 14 economie (12 delle quali ex colonie francesi) utilizzano una valuta comune chiamata Franc Communauté Financière d’Afrique. Nata nel 1945 per decreto di Charles De Gaulle (1), esistono due tipi di questa valuta graficamente molto diversi : il primo, gestito dalla BEAC (Banque des États de l’Afrique Centrale) (2) utilizzato da Cameroon, Repubblica Centrafricana, Ciad, Guinea Equatoriale, Gabon e Repubblica del Congo col nome ISO XAF; il secondo è utilizzato invece da Benin, Burkina Faso, Guinea – Bissau, Costa d’Avorio, Mali, Niger, Senegal e Togo ed è gestito dalla BCEAO (Banque Centrale des États de l’Afrique de l’Ouest) (3) ed il codice ISO è XOF; quest’ultima area fa parte dell’ECOWAS (4), una sorta di Comunità Economica Europea africana con tanto di obiettivo, fortunatamente posticipato (5), di istituire in questo decennio un’altra valuta comune, l’ECO, per questi stati assieme alla Nigeria, Capo Verde, Ghana, Gambia, Guinea, Liberia e Sierra Leone. Sebbene siano entrambe in parità con l’euro di 655,57 CFA per euro, entrambe non sono intercambiabili ed hanno valore legale esclusivo solo dove circolano. La zona consta di quasi 150 milioni di abitanti per circa 170 miliardi di USD di PIL (ma conta per quasi il 5% nel PIL annuo continentale).

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Come funziona la zona franco CFA?

Quest’area valutaria funziona grossomodo come la zona Euro: c’è una banca centrale (prima la Banque de France, oggi la BCE) che coordina le attività delle altre due, la BEAC e la BCEAO, per quanto riguarda le politiche macroeconomiche e monetarie (ci sarebbe anche la BANCECOM, ovvero la Banca Centrale delle Comore, ma non facente parte della zona CFA non verrà qui trattata). Prima dell’euro la parità era fissata col franco francese di 1 FRF per 100 CFA, ma dal 1999 è ferma a 655,57 (per via del cambio 6,5557 FRF per 1 EUR). I due istituti centrali, BCEAO per lo XOF e BEAC per lo XAF, sono legati alla Banca di Francia (da qui BdF) attraverso i seguenti parametri:

  1. Libera circolazione dei capitali dai paesi CFA alla Francia e viceversa;
  2. Un tipo di cambio fissato alla divisa francese (1 euro = 655,957 CFA);
  3. Piena convertibilità delle monete garantita dal Tesoro francese;
  4. Fondo comune di riserva di moneta estera a cui partecipano tutti i paesi CFA (almeno il 65% delle posizioni in riserva depositate presso il tesoro francese) come contropartita per la garanzia della convertibilità da CFA a Euro (prima FRF)6;
  5. Partecipazione delle autorità francesi (ved. Bdf) alle politiche monetarie della BCEAO e BEAC;

La libera circolazione dei capitali (così come avviene in Europa “grazie” a Schengen) ha permesso la fuga di 850 miliardi di USD dal 1970 al 2008 (di cui solo 20 nel periodo 2000 – 2008) secondo il Global Financial Institute, con ovvio danno alle economie dell’area (7). La piena convertibilità tra FRF/EUR e CFA oggi è unica al mondo e ricorda una sorta di Bretton Woods, solo che a posto di usare solo il dollaro USA per ottenere oro ora si usa l’Euro (ieri Franco FRF) per ottenere franchi CFA e viceversa (dunque nel mercato delle valute i CFA possono essere cambiati solo in Euro). Per gli investitori è un’ottima notizia in quanto la gestione della politica monetaria affidata alla BCE permette un controllo dell’inflazione e dà sicurezza e stabilità alla moneta in un’area non tanto sicura in termini geopolitici (ma un’unione monetaria non dovrebbe portare prima di tutto pace e stabilità?); l’altra faccia della medaglia è che questa “forza” (o ipervalutazione) rende le esportazioni, già deboli, della zona CFA molto costose (specie ora che l’EUR è molto vicino alla parità col dollaro USA), oltre che alla famosa quanto dannosa fobia teutonica dell’inflazione. Le economie sono quasi tutte povere e per lo più di stampo agricolo e questo ha posto un cappio ai loro commerci rendendole dipendenti soprattutto (e solo) dal mercato francese ed europeo. Si può notare una relazione di stampo coloniale, come afferma il professore Nicholas Agbohou (8). Per chi fa l’importatore è un’ottima cosa in quanto permette l’import di beni a basso costo, ma ciò non va a vantaggio dei 150 milioni di abitanti della zona. Gli ultimi due punti, il n.4 ed il n.5, sono quelli che destano un po’ di “sospetto” per chi già intuisce una sorta di “costrizione neocoloniale” dei paesi africani: per quanto concerne il numero 4, ovvero il deposito per la piena convertibilità in misura del 65%, altro non è che il pilastro per la stabilità della valuta unica. Questo significa che per ogni capitale che entra nel paese dev’essere versato in Francia il 65%, un furto in pratica (ad esempio, se il Niger dovesse esportare prodotti per 1 mld USD automaticamente dovrebbe versarne 650 mln USD in questo fondo comune pubblico gestito dalla BdF) in quanto si tolgono risorse che in stati non propriamente floridi e stabili farebbero molto comodo (si pensi alle infrastrutture, soprattutto agli ospedali ed alla viabilità. In pratica 0,65 USD ogni 1 USD). Se vogliono prendersi quei soldi lo devono fare sotto forma di prestito, con ovvio pagamento degli interessi. Per il quinto punto, si consente alla BdF, per mano del suo Governatore, di potersi insediare nel direttivo sia della BCEAO che della BEAC (oltre che della BANCECOM, la banca centrale delle Comore) e di poterne gestire la politica economica (tassi di inflazione, tassi di sconto, altri tipi di tassi tipo l’overnight ecc ecc)  in quanto è  dotata del  potere di  veto  su ogni seduta  (ad esempio,  nella  BANCECOM  il  consiglio   è composto da 4 francesi e 4 comoriani, ma la decisione spetta sempre ai primi) (9). Di per sé questa cosa appare profondamente ingiusta in quanto si decidono in capo ad una persona tutte le sorti economiche e finanziarie di due blocchi economici contrapposti, cambiando e/o modificando le condizioni a piacimento. Senza tralasciare che ora, con l’istituzione della BCE e del SEBC, non è più solo la BdF a poter “giocare” con le due banche centrali del CFA, ma tutte le 19 dell’eurozona (come ha confermato Serge Michailof (10), ex funzionario della Banca mondiale, “il franco CFA è gestito a Francoforte in funzione di criteri che non hanno alcun rapporto con le preoccupazioni delle economie africane”). Nessuna delle politiche della BCEAO, della BEAC e della BANCECOM può essere prese in totale autonomia in quanto la BdF ha sempre il potere di veto e sempre più autorevoli voci ed esponenti del mondo economico – politico africano occidentale vogliono ripudiare questa moneta.

Conclusioni

Per Demba Moussa Dembelé, direttore del Forum Africano per le Alternative, queste banche centrali non devono essere delle semplici succursali di quella francese (leggasi: europea), ma devono poter gestire in completa autonomia le politiche proprie continentali in quanto l’accanimento (perverso, nda) contro l’inflazione sta condannando alla stagnazione 15 paesi con un totale di 100 milioni di abitanti, senza contare che paesi all’infuori di una unione valutaria quali Nigeria e Ghana attirano molti più capitali esteri rispetto ai paesi CFA. Nel marzo 2010 il presidente senegalese Abdoulaye Wade dichiarò: “Ritengo che adesso, dopo cinquant’anni di indipendenza, occorra rivedere la gestione monetaria. Se recupereremo il nostro potere monetario, potremo gestirlo meglio. Il Ghana ha una sua moneta e la gestisce bene, così come la Mauritania e il Gambia, che finanziano le loro economie”. In più si riscontrano i “soliti noti” problemi noti delle aree valutarie comuni (leggasi ancora una volta: europea), ovvero debiti pubblici non comuni, tassi inflattivi differenti e livelli di sviluppo differenti non compensati che causano squilibri nelle bilance dei pagamenti a causa dell’alto valore per alcuni (o basso per altri) della valuta unica (su questo vi è un’ampia letteratura scientifica a riguardo…), lotta maniacale all’inflazione (anche a scapito degli investimenti e della crescita, come ricorda l’ex governatore della BCEAO Philippe-Henri Dacoury-Tabley (11), in quanto fa parte del mandato costitutivo) e mancata diversificazione delle economie (nonostante sia passato mezzo secolo, continuano ancora a commerciare col Vecchio Continente, in particolare con la Francia, nonostante tutta l’Africa sub equatoriale stia volgendo lo sguardo ai paesi BRIICS), senza contare che il commercio fra l’UEMOA e la CEMAC è quasi nullo. L’unica cosa che ha tenuto a galla questa unione monetaria per quasi 70 anni è il fatto che il Tesoro francese abbia garantito per il franco CFA, quindi i paesi utilizzatori acquisiscono una credibilità che difficilmente avrebbero se fossero lasciati indipendenti (alle condizioni attuali, dopo decenni di impoverimento e di depredazione). E se la Francia è così grandeur è anche perché ha dei vincoli commerciali privilegiati con quest’area rispetto ad altri possibili partner commerciali per l’approvvigionamento delle materie prime (cosiddetto francafrique (12) ). In conclusione, non avendo garantito la pace, la ricchezza e la stabilità promesse da De Gaulle e colleghi a metà del secolo scorso si può notare come in realtà si è avverato il contrario: guerre, impoverimento e disagi sociali. Guarda caso quello che oggi continuano a ripetere per la zona euro.

1 décret 45-0136

2 https://www.beac.int

3 https://www.bceao.int

4 ECOWAS, acronimo di Economic Community of West African States è un’organizzazione internazionale regionale economica sorta nel 1975 col trattato di Lagos. Lo scopo è una maggiore integrazione economica e si sta parlando, dopo varie posticipazioni, di introdurre una valuta comune, l’ECO, entro il 2020 con parametri pressoché identici a quelli della divisa europea. Per informazioni sui criteri: http://www.graphic.com.gh/business/business-news/49114- wami-abandons-eco-for-new-currency.html

5 http://allafrica.com/stories/200906230222.html

6 Nicholas Agbohou, Le Franc CFA et l’Euro contre l’Afrique; Ed. Solidarite Mondiale, 1999

7 Si faccia riferimento alla vicenda di esportazione illegale di valuta nel 2011 operata da un funzionario governativo del Gabon e riportata dal giornalista beninese Aboubakar Tacou del Le Béninois Libéré, sospeso dopo aver diffuso la notizia. Per informazioni ved. http://www.aljazeera.com/indepth/opinion/2011/12/2011121312953758399.html

8 Per maggiori informazioni ved. https://scenarieconomici.it/trattato-sulleuro-africano-il-franco-cfa-parte-prima-di- tancredi-vella-attivista-m5s-di-brescia/ e https://scenarieconomici.it/trattato-sulleuro-africano-il-franco-cfa-parte- seconda-di-tancredi-vella-attivista-m5s-di-brescia/

9 ibidem

10 http://www.jeuneafrique.com/70983/archives-thematique/serge-michailof-il-faut-rompre-avec-la-parit-fixe-du- franc-cfa/

11 Riguardo gli effetti nefasti della deflazione forzata ved. https://scenarieconomici.it/partito-democratico-e-austerita- espansiva-illustrazione-del-modello-imposto-al-paese/

12 http://survie.org/francafrique/article/defining-francafrique-by-francois

Bibliografia e sitografia

Nicholas Agbohou, Le Franc CFA et l’Euro contre l’Afrique; Ed. Solidarite Mondiale, 1999

For better or for worse: the Euro and the CFA franc; Africa Recovery – UN Department of Public Information, Vol 12 n. 4, April 1999

Michael T. Hdjimichael, Michel Galy, The CFA Franc Zone and the EMU; International Monetary Fund Working Paper, November 1997

Tancredi Vella, Il Franco CFA – Come una valuta unica impoverisce un continente; Aprile 2015 (pubblicato su scenarieconomici.it in due parti)

 

Home

http://www.banque-comores.km/

http://www.bceao.int/

https://www.beac.int/

http://news.moneygh.com/pages/economy/201208/554.php

http://www.fondazionenigrizia.org/notizia/francia-africa-scommessa-sarko

http://www.unimondo.org/Guide/Economia/Debito-estero/40-anni-di-vita-per-il-franco-cfa- cooperazione-o-colonialismo-137517

http://www.missioni-africane.org/articoli/421 Franco_CFA_siamo_al_capolinea/

http://www.marx21.it/internazionale/africa/1398-qinsisto-che-bisogna-al-piu-presto-ripudiare-il- franco-cfaq.html

http://www.altd.it/2012/10/17/unione-monetaria-stabile-africa/

www.fides.org/ita/documents/Dossier_Migrazioni_Africa_03ago09.doc

http://www.nigrizia.it/stampa/leuro-si-mangia-il-franco-cfa

http://stefanogatto.eu/newsite/le-conseguenze-della-svalutazione-del-franco-cfa-sulleconomia-dei-paesi- dellafrica-francofona/

http://www.slysajah.com/2012/01/la-moneta-unica-africana-franc-cfa-e-leuro/

http://multiboites.com/definizione/lettera-i/istituto-demissione-doutre-mer.php#Governance

http://www.cameroonweb.com/CameroonHomePage/economy/history-of-franc-cfa.php

http://africanbusinessmagazine.com/finance/currency/a-brief-history-of-the-cfa-franc/

Franc CFA: Une Monnaie de Singe / CFA Franc: a Slave Currency

http://www.brookings.edu/research/papers/2003/07/africa-masson http://news.moneygh.com/pages/economy/201208/554.php http://www.ghanaweb.com/GhanaHomePage/business/artikel.php?ID=307751 http://www.reunionblackfamily.com/apps/blog/show/14615033-how-france-financially-enslaves-14- african-countries

http://www.aljazeera.com/indepth/opinion/2011/12/2011121312953758399.html http://www.csmonitor.com/World/Africa/Africa-Monitor/2012/0119/Africa-s-single-currency-the-CFA-

Franc-in-a-Post-euro-Future

http://afkinsider.com/41946/forex-africa-african-euro/

http://www.graphic.com.gh/business/business-news/49114-wami-abandons-eco-for-new-currency.html

http://allafrica.com/stories/200906230222.html

https://cotedivoireinfo.wordpress.com/2013/06/10/le-focntionnement-du-franc-cfa-larme-monetaire-de- la-france-contre-lafrique-freegbagbo-hollande-rfi-syrie/#sdfootnote14sym

http://survie.org/francafrique/article/defining-francafrique-by-francois


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