Conti pubblici
L’Euro-Trappola del Riarmo: Un complotto per mettere l’Italia sotto scacco?
Scopri il sospetto di un piano Ue per destabilizzare l’Italia con il riarmo. Una trappola finanziaria per indebolire Roma e influenzare le elezioni 2027? Una trappola da cui scappare

L’Euro-Trappola del Riarmo: Il Sospetto di un Complotto per Mettere l’Italia Sotto Scacco
La Verità propone una visione molto interessante di come il riarmo europeo, con la crescita esponenziale della spesa, possa essere un trappolone per incastrare l’Italia.
Roma è molto preoccupata e un sospetto che serpeggia tra i palazzi del potere. La spinta insistente dell’Unione Europea per un massiccio riarmo dell’Italia potrebbe nascondere un tranello diabolico, un’operazione studiata a tavolino per destabilizzare i conti pubblici del Paese e renderlo così più vulnerabile e “manovrabile da Bruxelles“.
La posta in gioco non sarebbe solo la sicurezza continentale, ma il futuro politico del governo in carica, con le elezioni del 2027 che si avvicinano minacciose.
La Pressione di Bruxelles e la “Soluzione” Avvelenata
La Commissione Europea, pur riconoscendo che i conti italiani sono in ordine al punto da aver generato un “tesoretto” di oltre 4 miliardi di euro, non smette di bacchettare l’Italia. L’accusa? Una spesa per la Difesa troppo bassa, ferma all’1,5% del PIL nel 2024.
Ed ecco che arriva il suggerimento, quasi un invito a nozze da parte del commissario all’Economia, Valdis Dombrovskis: Roma dovrebbe chiedere una deroga al Patto di Stabilità. Una mossa che consentirebbe una spesa militare extra per quattro anni, ma che aprirebbe le porte a un indebitamento pericoloso. Sul tavolo, anche l’ipotesi di dirottare i fondi del PNRR verso gli armamenti.
Il Timore di Manovre “Lacrime e Sangue”
La trappola, secondo l’analisi, è proprio questa: spingere l’Italia a gravare i suoi conti pubblici, oggi virtuosi, per renderla più debole sui mercati. Un Paese finanziariamente fragile diventerebbe un burattino nelle mani di Bruxelles, costringendo il governo a “mosse impopolari a ridosso delle future elezioni”. Fonti di governo citate nell’articolo esprimono chiaramente il timore di essere obbligati a manovre “lacrime e sangue” proprio alla vigilia della campagna elettorale, compromettendo così la corsa per un secondo mandato.
Il governo italiano, sotto la regia prudente del Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, per ora frena. Il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha confermato che nessuna decisione è stata ancora presa, ma la pressione internazionale è fortissima.
Per ora l’obiettivo confermato è quello di una spesa militare al 2% del PIL, coprendo anche nella stessa spese come quella dell’Arma dei carabinieri, che svolge funzioni anche di polizia. Del resto che cosa ce ne faremmo di un grande esercito, del 50% più grande? Dobbiamo conquistare qualche nazione? Tra l’altro la spesa militare in senso stretto ha un moltiplicatore fiscale molto basso. Eppure tutti vogliono spingerci ad un riarmo che, per l’Italia, ha poco senso.
Un Gioco di Potere a Sfondo Elettorale
L’articolo va oltre, delineando uno scenario ancora più inquietante. Dietro la spinta al riarmo, si celerebbe il desiderio di alcune cancellerie europee di forzare elezioni anticipate in Italia.
L’obiettivo? Creare un’alleanza di centro per strappare alla destra la successione al Quirinale, l’unico vero potere europeista in Italia in questo momento. Il riallineamento “Woke” di una parte del centro è visto proprio in qusta funzione.
Quindi “Bisogna guardarsi dai nemici. E forse ancor di più dagli amici”, e per sfuggire alla minaccia bisogna, da un lato, resistere alle spinte incredibilmente militariste dell’Unione Europea, dall’altro avere una vera visione strategica, che consideri l’investimento industriale produttivo come parte della struttura militare del paese. Perché avere 100 blindati in più o in meno è ininfluente, mentre avere le capacità industriali per poterli costruire in un mese è essenziale. Spediamo si, ma nella nostra industria e ricerca.
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