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Euro crisis

Che l’EU si assuma le sue responsabilità per il caos spagnolo, a partire da Juncker: è ora che il marco si rivaluti!

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Noi tutti in EUropa siamo schiavi di interessi, che sono in particolare – almeno storicamente – tedeschi, solo in parte francesi (ossia di coloro che ai giorni nostri maggiormente traggono beneficio dall’Euro, ndr). La Spagna – sebbene dopo la Grecia – è la prima vittima ufficiale della rinnovata  prevaricazione tedesca in EU, mirata a sostituirsi agli USA come dominus continentale (Dio ce ne scampi, ndr). Ma, domandiamoci, quale è il motivo del caos attuale, almeno per quanto riguarda la Spagna? le ragioni non sono tanto culturali quanto economiche: oggi Barcellona e la Catalogna in generale, oggettivamente luoghi splendidi, hanno ormai costi europei ma stipendi spagnoli per via del turismo di massa. Da qui le enormi rivendicazioni salariali catalane in rapporto alla Spagna, leggasi non si può vivere a Barcellona con 800 o anche 1000 euro al mese (mentre a Madrid, Valencia o Siviglia si): nella capitale catalana  si affitta piuttosto l’appartamento su AirB&B al turista di Francoforte o Dresda, al doppio di quello che guadagna mensilmente un locale. Lo abbiamo già spiegato in precedenti interventi (vedasi LINK).

Quanto meno questa è stata la sfida dei lavoratori della sicurezza dell’aeroporto del Prat che hanno richiesto lo scorso agosto addirittura il 30+% di aumento salariale a compensazione della deflazione salariale volta dal governo seguita alla crisi del 2008, ossia per salvare il Paese spagnolo (i richiedenti hanno ottenuto immediatamente il riconoscimento di circa il 20%, aumento ritenuto però non sufficiente): tutto ciò suona come campana a morto per l’economia iberica, se tale aumento dovesse essere richiesto e dunque riconosciuto a tutti i lavoratori spagnoli ciao euro. Avete capito cosa intendo.

Lo abbiamo spiegato in passato. Infatti il primo ministro attuale, Mariano Rajoy, per uscire dalla crisi nel rispetto dei parametri di austerità imposti da Berlino – ehm – da Bruxelles, negli ultimi 4 anni ha dovuto ridurre drasticamente gli stipendi degli spagnoli in generale, soprattutto dei giovani. E mentre tutti in Spagna si sono adattati a tale miserevole trend, i catalani si sono ribellati (vedasi i lavoratori aeroportuali del Prat, anche facendo leva sull’irredentismo storico dei catalani verso Madrid). Che poi ha portato al caos di queste ore (lo abbiamo già spiegato in precedenti interventi, vedasi LINK). Sono certo che, fra qualche tempo, tutti voi riconoscerete questa genesi. Purtroppo.

Ora, che fare? Che succederà? Se – come credo – Puidgemont dichiarerà l’autonomia ci sarà molto sangue per le strade. Può darsi che con la forza Madrid vinca nel breve, ma cosa succederà da dopodomani coi giovani catalani? Se la rivalità con gli spagnoli si trasformerà – come credo – in odio per la Spagna la situazione a termine tracollerà, inevitabilmente. Anzi, posso anche immaginare che l’ETA si voglia associare al nascente irredentismo armato catalano – e state certi che ci saranno/sarebbero molti finanziatori per le armi, a partire dalla perfida Albione -, gettando le basi per una doppia sfida al Regno dei Borboni. Ossia sarà guerra civile. Vedremo.

Domandiamoci, la colpa, al di fuori di un impresentabile Rajoy, di chi sarà/è stata? Certamente dell’EU, che con la deflazione salariale post Lehman ha costretto i giovani catalani a ribellarsi a stipendi troppo bassi, la situazione era già in equilibrio instabile tra Spagna e Catalogna per questioni storiche, la miseria per le nuove generazioni frutto dei meccanismi diabolici dell’euro e dell’austerità – figlia della volontà tedesca di comandare il Continente – ha fatto il resto (purtroppo esiste la controprova della correttezza della diagnosi sopra citata, infatti la differenza tra ricchi e poveri in Spagna si è ampliata come in nessun altro paese dal 2008 in avanti). Poi la gestione della crisi da parte dei governi spagnoli che si sono succeduti nel post subprime. In ogni caso è chiaro che chi pagherà sarà il popolino, assieme alla reputazione degli spagnoli all’estero.

Parimenti non va dimenticata la necessità tedesca di usare tutte le occasione per svalutare l’euro – ossia per favorire gli esportatori teutonici -: ciò significa che anche la crisi spagnola può tornare utile (per svalutare l’euro). Peccato che questo rappresenti un tradimento da parte di Berlino verso per il paese più filo tedesco d’Europa, non fosse altro perchè mezza nomenklatura nazista passò per la capitale spagnola per salvarsi post seconda guerra mondiale. Ossia le conseguenze ci saranno, innegabilmente, anche per Berlino. Juncker quando ha affermato che l’EU avrebbe accettato i risultati del referendum catalano ha fatto capire la sostanza delle cose, peccato che tale – ignobile – posizionamento EU non sia apparso a dovere sulla stampa iberica (guarda caso).

In effetti sembra davvero inutile continuare a disquisire, la realtà sta sempre nelle lezioni della storia. In questo caso – come in molti altri del passato – va riportata alla fattualità per cui, quando la Germania si arroga il diritto di governare l’EUropa irrimediabilmente finisce in tragedia. In tutto questo, devo purtroppo associarmi ad altri commentatori che hanno correlato la doppiezza EU nel prendere posizione sul referendum catalano con l’interesse tedesco a far svalutare l’euro vs. dollaro per affossare l’avversario americano, ossia per favorire i propri esportatori germanici. Sono per altro certo che domani stesso, in tale caso, la FED interverrebbe verbalmente annunciando un taglio dei tassi USA, per svalutare il dollaro: della serie, ormai è guerra aperta  – almeno valutaria, per ora – tra Washington e Berlino, e nei desiderata tedeschi chi dovrebbe pagare – per fare gli interessi germanici – dovrebbero essere i cittadini europei, in questo caso gli spagnoli. Tutta questione di interessi (tedeschi). E nel mentre l’Europa intera paga.

Continuo a ripeterlo, da anni anni ormai: ogni giorno di più mi convinco che Churchill potesse avere ragione, la Germania andava rasa al suolo alla fine dell’ultima guerra mondiale per evitare il ripetersi degli stessi guai in futuro. O meglio, visto che non sono un violento, andava quanto meno attuato il piano Morgenthau, precisamente 70 anni fa. Appunto, per evitare che l’Europa dovesse di nuovo pagare con il proprio sangue – in gran parte innocente – le colpe della prevaricazione germanica verso il Continente. Un male ricorrente. Sono 1000 anni che succede. Se ci pensate bene anche nei prodromi della seconda guerra mondiale – guerra civile spagnola – lo scontro iberico dell’epoca franchista era fondato sulla difesa degli interessi tedeschi/nazifascisti vs. quelli del resto dell’Europa, precisamente come oggi, una guerra per accomandita, basata su interessi terzi. Poi scoppiò la seconda guerra mondiale.

Vedremo come andrà a finire questa volta.

Ca va sans dire che prima si esce da questa EUropa a vantaggio eurotedesco, prima si può sperare di risolvere i problemi continentali. Andavamo tutti così bene prima dell’euro….

Da cristiano, oltre ad interpretare i fatti al meglio delle mie cognizioni, prego per una riappacificazione pan-Europea. Purtroppo – obiettivamente – con Berlino di mezzo è sempre molto difficile raggiungere risultati appaganti per tutti ossia anche e soprattutto per chi non è tedesco.

MD


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