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ETA’ MEDIA DEI LAVORATORI NELL’AREA OCSE ED EVOLUZIONE FUTURA. COME LA POLITICA NON RIESCE A FAR FRONTE ALLE NECESSITA’ DELLE NUOVE FORZE LAVORO.

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Spesso si parla dei problemi del lavoro in Italia , dell’invecchiamento della popolazione, della necessità di allungare il tempo lavorativo.

Prima di tutto: si tratta di un problema solo italiano ?

Vediamo alcune tabelle predisposte dell’OCSE-OECD sulla materia.

 

Vediamo come c’è stato un calo progressivo dei lavoratori giovani in tutti i paesi OCSE e come vi sia stata una crescita dei lavoratori oltre i 64 anni di età, che ormai costituiscono oltre il 20% della forza lavoro.

Quest’andamento in futuro sarà ancora più accentuato

 

Con una popolazione che invecchia, ma condizioni di salute migliori, la popolazione attiva lavoratrice che fra i 44 ed i 64 anni aumenterà vertiginosamente in tutta l’area OCSE OECD. Ora questo aumento richiederebbe una revisione completa delle politiche economiche e sociali: se si vuole tollerare una situazione simile si deve prestare molta più attenzione al sistema sanitario, alla prevenzione ed alla cura, in modo di mantenere una popolazione attiva e sana anche in età avanzata. Inoltre deve essere rivisto tutto il sistema sugli incentivi alla natalità, e , per terminare, il sistema scolastico-educativo deve essere in grado di far fronte a percorsi di vita e i studio che non si fermano ai 24 anni. Insomma se il nostro stato vede, come sempre in modo miope, il problema come un problema puramente previdenziale, in realtà è necessario ridisegnare tutta la società, anche per mantenere una demografia attiva.

Inoltre questo prolungamento avrà anche ricadute fortissime sull’economia. Le classi di età più anziane sono anche le meno propense a spendere, almeno nella situazione attuale in cui il sistema pensionistico è estremamente incerto e sono obbligate a caricarsi l’onere delle classi più giovani che non trovano occupazione. Questo ha l’effetto di contenere i consumi e quindi la crescita, il cui mantenimento viene a ricadere sulle banche centrali

Tutto il sistema finanziario si regge sull’intervento delle banche centrali, e questo perchè non si è compreso che la nuova demografia richiede un diverso approccio economico.

Quando la politica lo capirà, sarà comunque tardi

 

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