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EquaCoin: la nuova generazione delle monete virtuali di Marco Saba

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1) Negli ultimi anni, dal 2014, abbiamo assistito a dei fatti notevoli: varie banche centrali, per la prima volta dopo SECOLI, hanno cominciato a dire la verità. La maggior parte della moneta è creata dalle banche prestandola, un’altra parte viene creata quando le banche, centrali e non, comprano immobili, mobili, o pagano dipendenti e fornitori. La Banca d’Italia ha confessato, tra gennaio e maggio di quest’anno, che le banche creano moneta, creano depositi e non pagano le tasse perché “occorrerebbe una tassa apposta…”. In realtà le banche non pagano tasse sulla creazione di denaro poiché questa moneta scritturale viene creata fuori bilancio e per di più allocata sulla base di scelte arbitrarie spesso discutibili.

2) Sempre in questi anni, le banche sono state accusate di manipolare i mercati, le materie prime, i tassi interbancari, e chi più ne ha più ne metta. Nessun banchiere è andato in prigione, se si esclude l’Islanda e, in Italia, l’ex patron di Carige, Berneschi. Ma lo scandalo della contabilità bancaria tenuta come se la banca fosse un intermediario, invece che una fabbrica di moneta, è ancora lontano da fare le prime pagine. Le sanzioni per lo più, quando arrivano, sono pecuniarie: pagate dalle banche con quello stesso denaro creato fuori bilancio ! Una barzelletta. E intanto i manager delle banche, la governance, riceve i bonus a pioggia – senza “malus”.

3) Al di fuori di questo sistema in cui la politica, la magistratura, gli accademici e i media fanno da compari (ignari?), si sta sviluppando il nuovo mondo delle criptovalute che oggi capitalizzano 100 miliardi di dollari. Il BitCoin ha rappresentato la fase 1.0, seguita da Ethereum che, con i contratti-astuti (smart contracts) inventati da un programmatore di 24 anni che si era stufato dei giochi online, rappresenta la fase corrente, la 2.0.

4) Le criptovalute sono servite, se non altro, a definire meglio per contrasto che cos’è il denaro elettronico che abbiamo nei depositi bancari. Il sistema attuale di creazione di queste monete digitali è abbastanza primitivo e pretende di dare valore al mezzo di scambio attraverso concetti medioevali come la scarsità programmata ed i costi di “conio” (il consumo di risorse energetiche e di hardware). Il BitCoin avrebbe valore perché è difficile crearlo e la sua quantità è predeterminata dall’inizio (limitata a 21 milioni di BitCoin). Queste due caratteristiche comuni anche alle criptovalute successive rappresentano il limite intellettuale del sistema. Di contro, però, ci sono delle innovazioni molto interessanti: il blockchain, che rappresenta la traccia della catena di titolarità di ogni BitCoin dalla sua nascita fino alla posizione attuale, e la caratteristica dei registri distribuiti per cui ogni utente si porta dietro il registro di tutte le transazioni effettuate, che oggi pesa circa 100 MB. Ma anche queste innovazioni però sono inficiate dall’anonimato, da una parte, e dai tempi di elaborazione e validazione di ogni singola transazione che può superare i 15-30 minuti. Di questi limiti teorici già ne parlavo con il compianto prof. Gianni Degli Antoni nel 2008 in occasione della discussione di una tesi di cui ero suo correlatore. Una nuova valuta dovrebbe riassumere i vantaggi dei due sistemi precedenti – quello bancario e quello delle criptovalute – e correggerne i difetti.

5) Nasce così l’idea di EquaCoin, la terza generazione della moneta elettronica, che riassume i progressi fatti fino ad oggi: non è centralizzata, non è anonima, lascia una traccia catastale nominativa, è una commodity dichiarata contabilmente alla creazione, viene creata attraverso un processo di votazione democratica diretta da parte degli utilizzatori (una testa un voto), realizza la democrazia liquida ed i mezzi per attuarla, non ha costi di transazione e gestione per i partecipanti, non prevede né interessi né prestiti perché viene appunto creata on demand. La gestione tecnologica di EquaCoin è trasparente, economica, open source e verificabile facilmente da chiunque. L’idea di fondo è che la natura della moneta che una comunità usa – o è costretta ad usare – ha un effetto riflessivo sul comportamento stesso della società. E viceversa. Se una moneta corrotta mantiene corrotta la società, una moneta onesta dovrebbe avere un effetto emendatore a livello sociale. Se una società è corrotta, promuoverà un sistema monetario corrotto. Quest’ultima frase è talmente vera che si sono fatte e si fanno numerose guerre proprio per obbligare altre nazioni ad adottare il sistema gerarchico bancario corrotto che abbiamo oggi. L’EquaCoin, di contro, non è una moneta obbligatoria ma verrà scelta autonomamente da chi vorrà dare il suo centesimo per adottare un sistema alternativo equitativo che stabilizza la società distribuendone ad ogni membro il potere di farla evolvere. EquaCoin è la prima moneta evolutiva che contiene in sé il seme del cambiamento scelto democraticamente. La globalizzazione della democrazia per scelta e per convenienza individuale. Un nuovo sistema di pagamento e di finanziamento di iniziative che saranno proposte e votate direttamente dalla comunità, disintermediando il più possibile le fatiscenti organizzazioni crepuscolari che ci stanno portando al caos totale. Un sistema auto-ordinato dove è la parte che fa il tutto e non un qualcuno che decide chi ne fa parte. Una conventio ad includendum invece che ad excludendum come fino a oggi è stato il fine dell’organizzazione piramidale della società. Una internet dell’economia realizzata attraverso la progettazione intelligente del mezzo di scambio che plasmerà i rapporti sociali. La moneta filosofale sarà EquaCoin, la moneta all-inclusive che compete-senza-competere con le nuove monete digitali delle banche centrali (che verranno lanciate – oramai si sa – nel 2018). Una specie di piattaforma Rousseau evoluta che contiene in sé il potere esecutivo di finanziare le proposte votate creando automaticamente le risorse monetarie necessarie per attuarle – by-design.

6) Conclusione. EquaCoin rappresenta una scommessa autoverificante in cui partecipando si determina il successo stesso dell’iniziativa. Con un cambio iniziale uno a uno con l’Euro, basterà possedere una EquaCoin per avere il potere di votare e proporre le iniziative da votare, previa identificazione. Il valore del mezzo di scambio è dato dalla completa trasparenza e distribuzione del potere tra i partecipanti. Il sistema di sicurezza implicito permette la segregazione dei wallet fin da subito: anche in caso di attacco nucleare, i server ridondanti connessi in cloud permetteranno di mantenere intatto e salvo il network degli utenti e del loro wallet. Tutti i dettagli tecnici dell’operazione verranno rilasciati in occasione della prossima ICO (Initial Coin Offering).

Marco Saba


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