Conti pubblici
Le entrate fiscali crescono allo stesso ritmo del Pil
L’aumento è piuttosto limitato, d’altronde in linea con la timida crescita del Pil, 0,8% secondo gli ultimi dati sulla prima metà dell’anno, ma c’è.
Ecco i numeri
Le entrate dello Stato, secondo l’ultimo report del ministero dell’Economia, sono salite. Lo Stato tra gennaio e luglio del 2016 ha incamerato lo 0,8% in più sullo stesso periodo del 2015: si è passati da 253 miliardi e 129 milioni di euro a 255 miliardi e 43 milioni, 1 miliardo e 914 milioni in più, come si vede nel grafico sopra dove sono stati messi a confronto i dati di gennaio-luglio 2016 con quelli dello stesso periodo dell’anno scorso con la relativa variazione percentuale. Il dato, però, è il risultato di andamenti molto diversi tra le diversi componenti delle entrate.
Raccolta ok per lo Stato
La grandissima parte delle entrate è composto da quelle che finiscono nel bilancio dello Stato centrale: come si può vedere, 243 miliardi 858 milioni sui 255 miliardi e 43 milioni totali. Questi 243 miliardi 858 milioni di euro sono il risultato di una crescita di 8 miliardi e 901 milioni rispetto ai 234 miliardi e 957 milioni del 2015, un aumento del 3,8%, quasi 5 volte la crescita dell’economia.
Il dato tuttavia che più colpisce è il calo del gettito egli enti territoriali, ben il 12,3% in meno, da 31 miliardi e 761 milioni di euro a 27 miliardi e 849 milioni, 3 miliardi e 912 milioni in meno dovuti al crollo del gettito dell’Irap (Imposte Regionali sulle Attività Produttive), dopo il taglio effettuato dal governo favore delle imprese, e della Tasi, con la quasi totale abolizione. Di fatto sono stati raccolti per l’Irap 2 miliardi e 436 milioni in meno (-18,9%) mentre per la Tasi il gettito è minore per ben il 74,2%, 1 miliardo e 813 milioni di euro.
In altre parole gli aumenti, rispettivamente del 7,5% e de 6,9% delle entrate provenienti dalle addizionali regionali e comunali non riescono a compensare il mancato gettito dovuto ai provvedimenti su Tasi e Irap.
Io taglio, tu no
Lo Stato ha, insomma, ha calcolato che i tagli alle imposte che finivano anche agli enti locali (regioni per l’Irap e comuni per la Tasi) sarebbero stati in qualche modo compensati dall’aumento di altre fonti fiscali, e così è stato, ma in questo modo il governo si prende i dividendi politici dei tagli mentre gli enti locali solo il minore gettito.
Aumentano le entrate dal gioco d’azzardo e il gettito Irpef dai lavoratori privati, mentre i tassi bassi affossano quello da tassazione finanziaria.
Nel capitolo principale delle entrate dello Stato, quello delle imposte centrali dirette e indirette, che come abbiamo visto crescono del 3,8%, le voci con il maggior peso sono quelle riguardanti il gettito dell’Irpef e dell’Iva. Nel primo caso il contributo all’aumento del gettito è di 3 miliardi e 629 milioni, +3,7%, che derivano in massima parte, ci dice il ministero dell’economia, dalle ritenute dei lavoratori del settore privato. Nel secondo c’è un aumento anche maggiore, di 4 miliardi e 486 milioni, +7,6%, soprattutto proveniente, afferma il ministero, dagli scambi privati.
Effetto tassi bassi
Ancora più interessanti però sembrano i dati relativi all’andamento delle imposte sostitutive riguardanti le ritenute sugli interessi e altri redditi da capitale. Un -19,8% causato dal calo degli interessi e quindi dei rendimenti degli investimenti finanziari. Il calo dello spread insomma da un lato fa bene ai conti pubblici, essendo così tanto indebitati, ma dall’altro provoca anche un calo di gettito per lo Stato. Notevole l’aumento delle entrate, invece, provenienti dal settore lotto e lotterie, +19,6%
Variazioni minori riguardano i ruoli (in positivo), che sono sostanzialmente le entrate da accertamenti del fisco, e le poste correttive (in negativo) che corrispondono ai rimborsi dei tributi versati in eccesso in precedenza.
I dati si riferiscono al: gennaio-luglio 2016
Fonte: Mef
Truenumbers
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