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Energia

ENI punta sull’Africa (e non solo): 135 milioni di nuovi contratti per Saipem

Saipem si assicura 135 milioni da ENI: le navi di perforazione restano operative in Africa (Libia, Ghana e Costa d’Avorio) e si preparano per Indonesia e Mediterraneo

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ENI, il nostro “campione nazionale” nel settore energetico, continua a investire massicciamente nelle sue aree operative chiave e ha assegnato alla connazionale Saipem nuovi contratti ed estensioni per un valore complessivo di circa 135 milioni di dollari.

Si tratta di un’importante conferma della sinergia tra le due aziende italiane e, per Saipem, di una fondamentale garanzia di continuità operativa per alcuni dei suoi mezzi di perforazione più avanzati. Gli impieghi coprono aree strategiche, dall’Africa Occidentale al Mediterraneo, fino all’Indonesia.

Non si tratta solo di mantenere le navi attive, ma di posizionarle strategicamente per le future campagne di esplorazione e sviluppo di ENI, in particolare nei prolifici bacini africani.

Dettaglio delle Operazioni

La commessa da 135 milioni di dollari assicura l’impiego di tre mezzi principali della flotta Saipem, ognuno con un destino operativo specifico:

  1. Santorini (Nave di perforazione 7a gen):
    • Questo moderno mezzo di settima generazione vedrà esteso il suo impegno in Africa Occidentale, proseguendo le attività in Ghana e Costa d’Avorio.
    • Questo garantisce alla nave la piena operatività prima del suo successivo impiego, già pianificato, nel Mar Mediterraneo. Ricordiamo che proprio la Costa d’Avorio è teatro dello sviluppo del maxi-giacimento Baleine, una scoperta giant cruciale per la strategia di ENI.
  2. Deep Value Driller (Nave di perforazione):
    • Questa nave, gestita da Saipem, ha appena completato le sue operazioni in Ghana per conto di Eni Ghana.
    • Non resterà ferma: è stata già assegnata a un nuovo progetto per ENI in Indonesia. L’avvio delle attività è previsto entro la fine dell’anno, segnando uno spostamento strategico verso il Sud-est asiatico.
  3. Scarabeo 9 (Semisommergibile):
    • L’iconico mezzo semisommergibile ha recentemente terminato con successo una campagna di perforazione in Egitto per Burullus Gas.
    • Si è immediatamente spostato in Libia per un nuovo contratto, sempre con ENI, che si preannuncia di lunga durata: la Scarabeo 9 rimarrà attiva nelle acque libiche fino all’inizio del 2026.

In sintesi, una boccata d’ossigeno e, soprattutto, di stabilità operativa per Saipem, che assicura l’impiego di mezzi ad alto costo e alta tecnologia, mentre ENI prosegue spedita nelle sue campagne di sviluppo in aree fondamentali per l’approvvigionamento energetico. I giacimenti in Africa occidentale, una nuova scoeprta di ENI, si stanno rivelando un importanti per il sistema Italia.

LNG Baleine Africa Occidentale

Domande e Risposte (Approfondimenti)

1) Questi 135 milioni sono una cifra rilevante per una società come Saipem?

Sì, lo sono. Nel settore dei servizi oil & gas, il fatturato non è tutto: la metrica fondamentale è l’utilizzo della flotta (tasso di utilization). 135 milioni di dollari non stravolgono il bilancio annuale, ma garantiscono che mezzi costosissimi, come le navi di perforazione, non restino fermi a generare solo costi. Assicurare contratti “ponte” (come per la Santorini prima del Mediterraneo) e impegni a lungo termine (come i quasi due anni per la Scarabeo 9 in Libia) è vitale per la marginalità e la salute finanziaria dell’azienda.

2) Perché ENI continua a investire così tanto in Africa (Libia, Costa d’Avorio, Ghana)?

L’Africa è il cuore della strategia di crescita di ENI e, per l’Italia, un pilastro della sicurezza energetica. La Libia è una fonte storica e cruciale di gas (collegata dall’Italia tramite il gasdotto Greenstream). La Costa d’Avorio ospita il giacimento giant Baleine, una delle più grandi scoperte mondiali degli ultimi anni, che ENI sta sviluppando a tempo di record. Il Ghana è un altro paese con produzioni consolidate. Per ENI, investire lì significa diversificare, assicurarsi idrocarburi (sempre più gas) a basso costo e rafforzare la propria leadership in un continente chiave.

3) Cosa significa “settima generazione” per una nave come la Santorini?

Indica il livello tecnologico più avanzato oggi disponibile per le navi di perforazione (drillship). Una nave di “settima generazione” è progettata per operare in acque ultra-profonde (fino a 3.600 metri) e gestire condizioni complesse (alta pressione e alta temperatura, HP/HT). Solitamente dispone di doppia torre di perforazione (dual-activity), che le permette di svolgere più operazioni in parallelo, riducendo drasticamente i tempi (e i costi) necessari per completare un pozzo. È la tecnologia necessaria per i pozzi esplorativi complessi che ENI affronta.

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