Energia
Energia Blu: Il Giappone sfrutta l’osmosi per rivoluzionare la produzione elettrica
Il primo impianto in Asia, secondo al mondo, a Fukuoka, sfrutta la “forza” dell’acqua per produrre energia pulita 24/7. Una svolta che risolve il problema dell’intermittenza delle rinnovabili.

Un silenzioso ma rivoluzionario balzo in avanti nel panorama energetico globale. Il Giappone ha acceso i riflettori su una fonte di energia quasi sconosciuta, attivando il suo primo impianto osmotico a Fukuoka. Non si tratta di una semplice inaugurazione, ma di un evento che segna un’era: la seconda centrale al mondo di questo tipo, e la prima assoluta in Asia. Questa mossa ha il potenziale di riscrivere le regole della transizione energetica, offrendo una via d’uscita dall’instabilità delle rinnovabili tradizionali.
La nascita di un Gigante silenzioso
Il 5 agosto, l’Agenzia Idrica Distrettuale di Fukuoka ha avviato l’impianto, proiettandolo in una realtà che promette di produrre 880.000 chilowattora all’anno. Questa energia è destinata ad alimentare un impianto di desalinizzazione cruciale per la città e le aree limitrofe. La sua caratteristica più audace? L’energia osmotica, definita dall‘agenzia Kyodo come “una fonte rinnovabile di nuova generazione che non è influenzata dal meteo o dall’ora del giorno e non emette anidride carbonica“.
“Sono davvero emozionato che siamo riusciti a mettere in pratica questa tecnologia. Spero che si diffonda non solo in Giappone, ma in tutto il mondo”, ha dichiarato Akihiko Tanioka, professore emerito dell’Istituto di Scienze di Tokyo.
Questo impianto rappresenta una risposta diretta a un problema critico: l’intermittenza dell’eolico e del solare. Mentre le pale si fermano e i pannelli si spengono al tramonto, l’energia blu di Fukuoka continua a fluire, silenziosa e costante, sfruttando una legge naturale della fisica. L’obiettivo è chiaro: garantire elettricità pulita 24 ore su 24, 7 giorni su 7. “Sono sopraffatto dal fatto che siamo riusciti a renderla un’applicazione pratica. Spero che si diffonda non solo in Giappone, ma in tutto il mondo”, ha dichiarato Akihiko Tanioka, professore emerito all’Istituto di Scienza di Tokyo, come riportato da Kyodo News.
Osmosi: Il Principio Rivoluzionario dietro la Potenza
L’impianto di Fukuoka è il secondo del suo genere, dopo l’avanguardistica installazione in Danimarca del 2023. Per produrre energia, sfrutta il principio dell’osmosi: il movimento naturale dell’acqua da una soluzione salina meno concentrata a una più concentrata, attraverso una membrana semipermeabile.
Qui sta la genialità : l’elettricità è generata dalla differenza di salinità tra due flussi d’acqua. Da una parte, viene utilizzata acqua di mare concentrata, residuo di un processo di desalinizzazione. Dall’altra, acqua trattata proveniente da un depuratore. La membrana lascia passare l’acqua ma blocca le impurità. La pressione che si crea quando l’acqua si sposta verso il lato più salato fa girare una turbina, che a sua volta aziona un generatore.
Praticamente la sovrappressione causata dall’osmosi, che sposta l’acua dolce dove vi è maggiore salinità, fornisce l’energia che muove la turbina. Basta avere acqua dolce ed acqua salata, oltre ad una membrana permeabile, per ottenere questo effetto.
Questo approccio audace sfrutta risorse che altri scarterebbero, trasformando una potenziale perdita in un guadagno energetico. Come ha spiegato il dottor Ali Altaee dell’Università di Tecnologia di Sydney al Guardian, la tecnologia potrebbe alimentare circa 220 abitazioni giapponesi, un numero che sembra piccolo, ma che segna un precedente monumentale per il futuro.
Le Sfide e il Futuro dell’Energia Blu
Nonostante la promessa, la strada non è priva di ostacoli. La sfida principale, come sottolineato dalla professoressa Sandra Kentish al Guardian, è l’efficienza netta. Molta energia viene persa per pompare i flussi d’acqua e a causa dell’attrito nelle membrane. “Questo significa che l’energia netta ottenibile è piccola”, ha detto.
L’impianto di Fukuoka segue il primo impianto in Danimarca (2023). Esso fa seguito a dimostrazioni su scala pilota in Norvegia e Corea del Sud, con gruppi di ricerca che stanno anche costruendo prototipi a Sydney (UTS), in Spagna e in Qatar, secondo il Guardian. Sebbene l’idea sia semplice, il suo sviluppo su larga scala è stato difficile.
Tuttavia, l’approccio di Fukuoka, che usa l’acqua di mare concentrata, dimostra che le innovazioni possono superare queste barriere, aumentando il gradiente di salinità e, di conseguenza, l’energia disponibile. Il concetto di “energia blu” è in fase di sviluppo da decenni, fin dagli anni ’50, ma i costi e l’efficienza delle membrane hanno rappresentato un freno. Oggi, grazie a progressi come le membrane a fibra cava sviluppate da Toyobo, o le nanotecnologie della startup francese Sweetch Energy, questi limiti vengono superati.
L’impianto giapponese non è solo un prototipo, ma una dichiarazione. Dichiara che la visione di un’energia pulita e costante, che non dipende dal capriccio degli elementi, non è più un sogno lontano, ma una drammatica realtà. La domanda ora è: chi sarà il prossimo a cogliere questa rivoluzione?

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