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Elon Musk ha un Piano B per Twitter. Vediamo quale

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Come prevedibile l’offerta di Elon Musk su Twitter, per quanto economicamente conveniente, ha scatenato un putiferio all’interno dell’azienda e fra gli azionisti. Uno dei maggiori azionisti, il principe Saudita Alwaleed, ha già affermato che per lui l’offerta non è soddisfacente, in quanto ritiene che valore potenziale sia superiore. Peccato che, appena si sia saputa la sua contrarietà il titolo abbia azzerato i guadagni, segno che gli azionisti sono più interessati alle promesse e ai soldi di Elon Musk che alle prospettive che vengono dall’Arabia.

Fa un po’ impressione vedere che un’operazione improntata sulla libertà di parola viene fermata non Principe di uno stato che di questo principio non ne fa sicuramente un elemento basilare. Già questo dovrebbe far venire qualche dubbio sulla parte che sta difendendo l’attuale CdA di Twitter. Però Elon Musk ha già detto chiaramente che, nel caso la sua offerta non venisse accettata, lui a pronto già un piano B.

Perché l’odio verso la libertà di parola e tale che si è parlato perfino di una pillola avvelenata preparata dal management e dai dipendenti contro un eventuale subentro di musk.

Quali possono essere i “Piani B” di Elon Musk?

  1. Il primo è banalmente quello di raggiungere non la totalità delle quote, ma la maggioranza qualificata, convertendo quindi comunque la società da una public Company quotata a una private company non quotata in borsa, quindi con strumenti gestionali molto più flessibili e meno sottoposti a controlli. In questo caso chi non approfitta del prezzo di vantaggio offerto da maschio rimane azionista della società, ma senza reali poteri gestionali e, soprattutto, senza poterci vedere su un mercato le proprie azioni, ma dovendo attendere un’eventuale offerta privata. Comunque si troverebbe una minoranza scomoda, ma nello stesso tempo l’investimento sarebbe molto inferiore all’acquisto totale di Twitter pari oltre 40 miliardi. Potrebbe cavarsela con la metà.
  2. Dopo aver preso atto dell’impossibilità di acquistare Twitter, e giocando solo andata di pubblicità derivante dall’operazione, elonmusk potrebbe liberarsi delle proprie quote già acquistate, riprendersi i propri soldi ed investire in un social media veramente libero su scala globale. Un concorrente per Twitter e per Facebook dotato di forti capitali e fondato sulla libertà di parola.

Elon Musk dal punto di vista comunicativo sta traendo il massimo vantaggio dalla comunicazione che sta facendo, presentandosi come un campione della libertà. In questo caso gli piace veramente vincere facile, perché Twitter, da un po’ di tempo, è tutto tranne che un luogo libero. Musk ha affermato che la libertà di parola è “Fare in modo che chi dice quello che non ti piace lo possa dire”, una parafrasi moderna di una frase nota attribuita a Voltaire.

Ovviamente nel mondo “Liberal”  dei social media questa affermazione suona come una specie di bestemmia e soprattutto lascerebbe senza lavoro i vari censori e fact checker di parte (cioè tutti…).

Ecco perché Musk ha così tanti nemici.

P.S.: se cambia twitter, dovrà cambiare anche Facebook…

 

 


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