Attualità
Elon Musk, Donald Trump e le Cronache di Narnia. Rassegna stampa dal SOTTOSOPRA
Chiamatele le Cronache di Narnia; oppure rassegna stampa dal Mondo del Sottosopra di Stranger Things cui giustamente Netflix ha dedicato una memorabile serie. Chiamatele come vi pare, ma seguiteci perché ne vale la pena. Nell’universo capovolto dell’establishment democratico del mondo libero, liberale, liberista e libertario il sotto diventa sopra e il sopra diventa sotto. E passare da sopra a sotto, o da sotto a sopra, è un attimo. Gli abitatori del SOTTOSOPRA lo fanno con la stessa nonchalance con cui i comuni mortali cambiano le mutande la mattina o il guardaroba nella nuova stagione.
Partiamo, per un’elementare questione di rispetto istituzionale, da SOPRA. Ma da sopra sopra che più sopra non si può; e cioè dal Presidente della Repubblica il quale ha risposto all’intemerata di Elon Musk rammentandogli, a buon diritto, che “l’Italia sa badare a se stessa” e che “chiunque deve rispettare la nostra sovranità”. Il che dà qualche vertigine di soddisfazione, soprattutto se sentito dal massimo rappresentante di una Nazione la cui sovranità è stata presa a ceffoni più o meno da chiunque dal 1992 in poi (ma anche prima non si scherzava).
Adesso andiamo a vedere cosa succedeva SOTTO poco più di un mese fa, il 24 settembre scorso, quando Il Sole 24 Ore orgogliosamente annunciava: “Il capo dello Stato ha definito ‘illusione e inganno’ pensare di poter tornare alle singole sovranità nazionali”. Insomma, nel mondo del SOTTOSOPRA, la sovranità va e viene, un po’ come il Natale di Renato Pozzetto. Ma evidentemente, finche la va – e la va veramente via – lasciamola andare (con Orietta Berti). Poi, a un certo punto, che la venga pure quando torna comodo scomodarla per rintuzzare la battuta di un magnate: esercizio di sovranità, invero, non esattamente trascendentale.
Adesso torniamo di nuovo SOPRA. I due quotidiani più progressisti della terra mia (La Stampa e Repubblica) – della sinistra più “avanti” che ci sia – hanno dato corda e corpo alle preoccupazioni presidenziali. Non solo la nostra sovranità, ma pure la nostra democrazia è a rischio perché c’è un turbocapitalista come Musk che fa le “ingerenze”. Il che lo diamo per certo se l’allarme è lanciato dai fogli più democratici del Paese. Vediamola da SOTTO, adesso: saranno mica gli stessi fogli posseduti dal mega-ultra-capitalista della dinastia di industriali più potenti della storia patria, vale a dire gli Agnelli (alias, la “voce del padrone”)? Gli stessi che hanno sempre benedetto la liquefazione della sovranità italiana nell’acido unionista e sempre “ingerito” nella politica nazionale, ma soprattutto “digerito” i nazionali sussidi di Stato? Lo sono, ma nelle terre di Narnia, e nella sceneggiatura di Stranger Things, va bene così: il sopra nega il sotto, ma nello stesso tempo non lo smentisce, con buona pace di Aristotele e del suo principio di non contraddizione.
Andiamo avanti, anzi torniamo SOPRA. Matteo Renzi ha dichiarato: “Meno male che c’è Mattarella che gli ha risposto (…). Musk è un miliardario e il Governo del popolo ce l’ha con i miliardari, ma lui è uno che lavora per una amministrazione straniera, da funzionario pubblico americano dà la linea ai sovranisti italiani”. Riepiloghiamo per non farci girare la testa. SOPRA, Mattarella difende la sovranità contro Musk, mentre SOTTO Renzi si complimenta con Mattarella per aver bacchettato chi congiura con chi difende la sovranità, e cioè i sovranisti. Ma va di nuovo bene così. A Narnia la sovranità si accende e si spegne alla bisogna, come il segnale del gioco dei pacchi e, dunque, nello stesso tempo, i sovranisti sono cattivi ma la sovranità è buona.
Avrete anche notato che SOPRA il “governo del popolo” ce l’ha coi miliardari mentre SOTTO l’ex premier di un trascorso Governo del popolo tesseva relazioni (ovviamente di sinistra, se viste da SOTTO, ma iperliberiste, se viste da SOPRA) facendosi in quattro per “attrarre gli investimenti” dei miliardari da ogni canto del globo. E sempre SOPRA, i miliardari sono malvisti dalla nostra Repubblica “popolare” mentre SOTTO, anzi sotto sotto, il leader di Italia Viva non ha mai nascosto le sue simpatie per Tim Cook, Mark Zuckerberg, Bill Gates che, però, attenzione sono miliardari, e stanno in uggia al “governo del popolo”, solo SOPRA, ma non SOTTO; dunque – quando il nostro stava SOTTO – non vedeva l’ora di andare nella Silicon Valley per “imparare da quelli bravi”, che sono poi i miliardari di cui SOPRA. E quindi i conti, come i Renzi, alla fine purtroppo ritornano.
Veniamo a Romano Prodi, l’indimenticabile prode che ci condusse nel paradiso terrestre della UE, come neanche un biblico Mosè. Egli, da SOPRA, ha dichiarato riferendosi a Musk: “Mi auguro, per una volta, che un politico non dica la verità, perché se Trump fa le cose che ha detto finisce male”. Questi auspici, detti da un politico di professione vanno presi sul serio. Lo stesso, per inciso, che in tempi non sospetti, da SOTTO, aveva sentenziato: “Quando saremo nell’euro lavoreremo un giorno di meno guadagnando come se lavorassimo un giorno di più”. Ovviamente ciò non è accaduto e le cose sono finite male, anche se ci eravamo augurati che Prodi dicesse la verità.
Ma il meglio deve ancora venire. Ancora le colonne dei quotidiani di proprietà di quel tale, che non è esattamente Che Guevara, ci mettono sul chi vive rispetto ai rischi rappresentati da una “elite tecnologica e finanziaria la cui missione è scongiurare la fine dell’umanità” e che sarebbe fautrice di una ideologia in cui “il benessere delle generazioni future, anche remote, vale quanto quelle di oggi”. Trattasi degli stessi giornali, e della relativa intellighenzia al traino che, fino all’altro ieri, da SOTTO, magnificavano George Soros e Bill Gates. Vale a dire, non esattamente il prototipo di due disinteressati francescani. Una coppia, piuttosto, la cui dichiarata missione è proprio quella di scongiurare la fine dell’umanità: da un’estinzione di massa, causata da pandemie, nel caso del noto filantropo, epidemiologo, virologo, vaccinologo e tuttologo Bill Gates; e dall’estinzione dell’Occidente per denatalità, nel caso del feticista delle immigrazioni coatte e del crogiuolo alchemico di etnie, al secolo George Soros.
E, ovviamente, parliamo dei medesimi organi di stampa che – mentre da SOPRA stigmatizzano la cosiddetta ideologia del “lungotermismo” (secondo cui, appunto, “il benessere delle generazioni future, anche remote, vale quanto quelle di oggi”), da SOTTO hanno sempre invocato proprio questa stessa ideologia. Al fine di giustificare i più brutali tagli alla spesa pubblica, in particolare alle pensioni, e di tenere quanto più possibile il Paese alla mordacchia dei mercati e sotto lo spauracchio del debito pubblico. Non solo: da SOPRA Musk è un pericoloso dottor Stranamore che mette il carro delle generazioni future davanti ai buoi di quelle presenti (difese dai giornali progressisti), mentre da SOTTO quegli stessi giornali sono gli strilloni della propaganda ambientalista, contro il surriscaldamento di matrice antropica, che impone le più severe, e gretine, misure di contenimento delle degenerate generazioni attuali (egoiste e, va da sé, sovraniste) in difesa delle generazioni future (difese, sempre da SOTTO, dai giornali progressisti).
Nota bene: trattasi della medesima area dem che aveva applaudito, nel 2022, addirittura la modifica dell’articolo 41 della Costituzione proprio in senso futurista (per cui ora la Repubblica – da SOTTO, beninteso – “tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”). Per non parlare del già citato sommo inquilino del Quirinale il quale, il 24 maggio 2021, parlando all’Università del Sacro Cuore di Cremona, si dimostrava in perfetta sintonia con l’ideologia lungotermista: “Abbiamo un debito verso le future generazioni, non solo finanziario. Non dobbiamo considerare esclusivamente il presente”.
Poi c’è la faccenda degli intellettuali engagè; quelli che hanno deciso di abbandonare la piattaforma X perché appartiene a un multimiliardario che esprime le sue libere opinioni dando fastidio a quelli che vi sono ospitati. Questo succede SOPRA. Invece, SOTTO gli stessi brillantissimi e intelligentissimi e fascinosissimi intellettuali non facevano un plissè quando – nelle piattaforme di multimiliardari come Mark Zuckerberg o Larry Page – umili scrivani o youtuber indipendenti venivano bannati, sospesi, demonetizzati, disattivati per aver espresso opinioni contrarie a quelle dei Paperoni padroni di casa. Funziona così, capite: SOTTO, i poveri cristi sono ghettizzati, bullizzati e cacciati dai multimiliardari, mentre SOPRA i VIP della cultura nostrana non vengono cacciati da nessuno, ma – siccome si sognano martiri – in mancanza di un persecutore che il martirizzi, se ne devono andare da soli: l’onanismo del martirio.
Per finire, i fuochi d’artificio. Alcuni dei più illuminati luminari nostrani, come per esempio il cantante Piero Pelù, ci avvertono che Elon Musk “sta restringendo le nostre libertà personali” con “dichiarazioni neo-totalitarie e neo-imperialiste”. E – ovviamente, ci mancherebbe – egli “è un pericolo per la democrazia”. Questo, da SOPRA e riferito a un plutocrate che non ha mai cacciato nessuno dalle sue piattaforme, mentre da SOTTO i suoi colleghi super-ricchi facevano carne di porco della democrazia e della libertà di pensiero senza che una nostra ugola d’oro lanciasse un acuto di protesta. Non pretendiamo un Pelù, bastava un neomelodico qualsiasi, persino un Guccini ci andava bene, ma niente da fare. Il famoso testè citato cantautore bolognese, da SOPRA, ci ha messo il carico da novanta: “Elon Musk ha delle idee che sono lontane anni luce dalle mie. Non ho alcun interesse a comunicare su una piattaforma che contribuisce a plasmare narrazione e manipolare pensieri politici”.
L’insuperabile autore di “Dio è morto” ci fa trasecolare. Avevamo capito, da SOTTO, che la diversità delle idee è il sale della democrazia. E persino avevamo osato pensare che una piattaforma web che non ti oscura se pronunci la parola “vaccino” non fosse poi tanto male. Ma evidentemente, lì SOPRA, non gira così (d’altra parte lassù, in alto loco, sono tutti adulti e vaccinati): se uno ha delle idee anni luce lontane dalle tue, tu te ne vai. Anche perché, a quanto pare e come già detto, il Grancattivo non ha nessuna intenzione di cacciarti.
Quanto a plasmare narrazioni e manipolare pensieri politici, siamo d’accordo con Guccini. Ma evidentemente, se dio è morto, anche l’attenzione di certi autorevoli “cantori” non si sente tanto bene. Altrimenti si sarebbe accorta di come e di quanto – mentre da SOPRA solo oggi ci si avvede dei rischi per la libertà di pensiero nell’era delle praterie digitali – da SOTTO, un Mark Zuckerberg di passaggio sbianchettava a mani basse (come neanche il povero Winston in “1984” di Orwell) tutte le opinioni dissenzienti rispetto all’unica “narrazione plasmata” dal mainstream intorno all’epopea pandemica.
E magari i menestrelli de noantri (mentre cantanti e compagnia cantante se la cantavano e suonavano da soli dormendo il sonno dei giusti democratici) avrebbero pure notato, così en passant, che lo stesso Zuckerberg ammetteva di aver oscurato e censurato le voci controcorrente durante la pandemia. E già che c’era – giusto per non farsi mancare niente, anzi per farci mancare le notizie giuste – aveva anche nascosto sotto il tappeto del suo display certi affari della famiglia Biden. D’altra parte, per Zuck la famiglia viene prima di tutto; in particolare la famiglia Biden; e ancor più la famiglia Bi-dem. Ma per la carità, non raccontatelo ai nostri adorabili, e “impegnati”, coristi – i quali, per encomiabile coerenza, odiano chi stona fuori dal coro – che lì SOTTO qualcuno, ben prima di Musk, plasmava narrazioni e manipolava pensieri politici. In ogni caso sarebbe fiato sprecato perchè ci metterebbero una pietra SOPRA.
Infine, la ciliegina sulla torta. Per i media generalisti, Musk è un “plutocrate americano dei tecno-servizi” che ci “vuole dominare”. Il che, visto sia da SOPRA che da SOTTO, è assolutamente vero. Musk lo è, come lo sono Mark Zuckerberg, George Soros, Klaus Schwab e Bill Gates. E tutti questi signori, sia SOPRA che SOTTO, ci vogliono dominare (com’è naturale che sia quando un individuo acquisisce un potere, e mezzi finanziari, superiori a quelli di un intero Stato o in grado di condizionare interi continenti). E però, se da SOPRA i nuovi cani da guardia della democrazia adesso ringhiano forsennati, in altre circostanze, da SOTTO, hanno scodinzolato giulivi come cocker da compagnia, o come setter da riporto. Per esempio, quando Soros, nel 2014, selezionava la futura classe dirigente di un Paese (a lui straniero) come l’Ucraina; per non parlare di quando lo stesso “filantropo” mandò a picco l’economia italiana nel 1992; tra parentesi: al benevolo e benefico Soros, l’Università di Bologna conferì la laurea ad honoris causa in un evento presieduto da Romano Prodi (a noi italiani piace così: soffrire almeno due volte in formato Maxibon, perchè du gust is megl che uan).
Ovvero pensate a quando Klaus Schwab, direttore del World Economic Forum, sempre lì SOTTO, presentava il progetto del Grande Reset nel 2020 insieme a Carlo d’Inghilterra (una strepitosa coppia di miliardari “popolari” per dirla col gergo renziano), ma da SOPRA la stampa mainstream la considerava una fake news complottista. Oppure guardate all’apostolo delle vaccinazioni di massa, Bill Gates, uno che, evangelicamente, ha trasfigurato la sua carriera di nerd informatico riuscendo in ciò che persino Cristo giudicava impossibile: far passare la (sua) ricchezza dalla cruna dell’ago (di una siringa). Vogliamo parlare del se e del come il buon Bill è in grado di condizionare la linea all’OMS in materia di Covid e vaccini? Quantomeno dall’alto della sua posizione di secondo finanziatore della medesima Organizzazione mondiale della sanità dopo gli Stati Uniti d’America. Però da SOPRA, il pericolo pubblico numero, anzi il “plutocrate americano dei tecno-servizi” è Musk. Gates invece sta solo facendo volontariato per i servizi sociali.
E qui chiudiamo. Ci siamo dilungati, ma ne valeva la pena. Non foss’altro per lasciare almeno un promemoria su quella che è una vera e propria deriva inarginabile, da studiare con le categorie e i criteri della psicologia, se non della psichiatria, più che non con quelli della politica. Tale è ormai l’irrimediabile condizione di dissonanza cognitiva in cui versano gli abitatori del nostro mondo; che è il mondo di SOPRA, ma anche quello di SOTTO, contemporaneamente. A dispetto de “la contraddizion che nol consente” di dantesca memoria. E se a volte avete l’impressione di sentirvi sottosopra, o addirittura all’inferno, adesso ne sapete il motivo. Da Narnia è tutto. A voi la linea.
Francesco Carraro
www.francescocarraro.com
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