EgittoEnergia
Egitto: annunciate nuove scoperte di gas e petrolio nel Delta del Nilo e nel Deserto
L’Egitto annuncia 18 nuove scoperte di petrolio e gas in tre mesi. Coinvolte le compagnie britanniche Harbour Energy e l’emiratina Dana Gas. Ecco i dettagli sulla nuova produzione nel Delta del Nilo e nel Deserto Occidentale

Il Ministero del Petrolio egiziano ha comunicato mercoledì la scoperta di due nuovi giacimenti di gas naturale onshore nel Delta del Nilo. Si tratta delle prime scoperte nell’area da due anni a questa parte, un segnale (forse) incoraggiante negli sforzi del Cairo per attrarre nuovi investimenti e sostenere la produzione nazionale, come parte della sua strategia esplorativa.
A “mettere a segno” le scoperte nel Delta sono state la britannica Harbour Energy (tramite la Disouq Petroleum Co.) nel pozzo North Sidi Ghazi 9-1, e l’emiratina Dana Gas (tramite la El Wastani Petroleum Co. – WASCO) nel pozzo Salma Delta-6. Il ministero ha dichiarato che entrambi i pozzi sono in preparazione per l’entrata in produzione, con una capacità combinata stimata di 19 milioni di piedi cubi (mcf) di gas al giorno.
Ma le buone notizie per il settore energetico egiziano non si fermano al Nilo. Il ministero ha riferito di molteplici nuovi ritrovamenti anche nel Deserto Occidentale, un’area chiave per la produzione di idrocarburi del paese.
Ecco un dettaglio dei principali ritrovamenti nell’area:
- Khalda Petroleum: Ha riportato due pozzi (SHAI-3X e WD 33J-1X) che producono complessivamente oltre 3.550 barili di greggio e 23 mcf di gas al giorno.
- Agiba Petroleum Co.: Ha aggiunto il pozzo Dura-44, con una resa di oltre 500 barili al giorno (bpd).
- General Petroleum Company (GPC): Ha messo in produzione il pozzo GPU-1X (concessione Abu Sennan) a 350 bpd.
- Petrosannan Co.: Ha scoperto petrolio a East Alam El Shawish (pozzo HG34/1 D-1X), che produce circa 1.000 bpd.
Il ministero ha aggiunto che anche Petrobakr Petroleum e Cheiron hanno effettuato altre tre scoperte nel Deserto Orientale e nelle aree di South Ghazalat e North Umm Baraka; le valutazioni delle riserve e i test sono attualmente in corso. Si tratta di pozzi relativamente piccoli, ma comunque importanti per un paese affamato d’energia come l’Egitto.
Un aspetto tecnico interessante, sottolineato dal ministero, è che le scoperte nel Deserto Occidentale sono avvenute in strati geologici sfruttati per la prima volta. Questo, secondo il Cairo, dovrebbe incoraggiare perforazioni più profonde e un uso più ampio degli strumenti di intelligenza artificiale, che pare abbiano supportato i recenti successi esplorativi.
Tirando le somme, tra luglio e metà ottobre, il settore petrolifero egiziano ha messo a segno 18 nuove scoperte di petrolio e gas. Tredici di queste sono già entrate in produzione, aggiungendo una capacità combinata di 14.000 barili al giorno (bpd) di petrolio e condensati e 44 mcf di gas al giorno. Numeri non (ancora) rivoluzionari, ma che segnalano un certo dinamismo nel settore e la speranza di un’autonomia energetica importante per il popolosissimo paese africano.
Domande e Risposte sul testo
1) Perché queste scoperte sono importanti per l’Egitto?
Queste scoperte sono cruciali per la strategia energetica egiziana. Il paese, pur essendo un produttore, affronta una crescente domanda interna e mira a mantenere o espandere il suo ruolo di esportatore (soprattutto di GNL). Attirare investimenti esteri (come quelli di Harbour Energy e Dana Gas) è fondamentale per sostenere la produzione, compensare il declino dei giacimenti maturi e rafforzare le finanze statali. L’esplorazione di nuovi strati geologici, supportata da IA, apre inoltre prospettive per future scoperte e per ottimizzare le risorse esistenti.
2) Chi sono i principali operatori stranieri coinvolti?
Le scoperte principali nel Delta del Nilo vedono protagoniste due compagnie estere. La prima è la britannica Harbour Energy, il più grande produttore indipendente di petrolio e gas del Regno Unito, che opera tramite la joint venture PETRODISOUQ. La seconda è Dana Gas, un’importante compagnia energetica privata con sede negli Emirati Arabi Uniti (EAU), che opera tramite la jv WASCO. Questa partecipazione internazionale è vitale per il Cairo, poiché porta capitali freschi e tecnologie avanzate, come l’IA menzionata per le nuove esplorazioni.
3) I volumi scoperti sono sufficienti a cambiare le sorti energetiche del paese?
È presto per dirlo, ma i numeri iniziali sono significativi a livello incrementale. Le due scoperte nel Nilo (19 mcf/giorno) e quelle nel Deserto Occidentale (23 mcf/giorno più circa 5.400 bpd di petrolio) sono un buon contributo. Il totale di 18 scoperte da luglio (44 mcf/giorno e 14.000 bpd) aiuta a tamponare il naturale declino della produzione. Non sono volumi paragonabili alla scoperta gigante di Zohr, ma indicano che c’è ancora potenziale esplorativo onshore, specialmente con l’uso di nuove tecnologie.

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