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Economia

Economisti, moderni apprendisti stregoni

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Sibilla Cooman

Qualche tempo fa il pontefice emerito Benedetto XVI fece sorridere un po’ tutti paragonando le previsioni degli economisti a quelle di maghi, fattucchieri, astrologi e ciarlatani assortiti.  Diciamocelo, forse per l’unica volta nel suo tormentato pontificato Papa Ratzinger riuscì a mettere tutti d’accordo, bollando come ciarlatani gli economisti e le loro previsioni.

Se c’è infatti una categoria che dovrebbe essere messa a tacere è quella degli economisti. I vari Boldrin, cantori del miracolo spagnolo, oppure il mitico duo Alesina & Giavazzi, quelli che le avvisaglie di crollo dell’immobiliare USA nel 2007 erano solo un “aggiustamento”, sono ancora oggi a pontificare e dare lezioncine e a dispensare patenti di moralità quando dovrebbero semplicemente tenere il becco chiuso per la vergogna. Non parliamo del Fondo Monetario e delle sue leggendarie previsioni sulla crescita economica in Grecia. L’IMF, ribattezzato “International MotherFucker” (Figli di puttana internazionali) dalla stampa britannica, ha venduto una serie di previsioni sul PIL greco sballatissime e nonostante questo continua a vendere in giro per il mondo le sue ricette.  Come dimenticare poi le Tre Parche del rating che fino al giorno prima del fallimento davano una tripla A fiammante a Lehman Brothers

E che dire del duo Reinhart/Rogoff, la cui teoria, secondo cui un indebitamento superiore al 90% del PIL frenerebbe la crescita, è stata smascherata come fasulla da uno sbarbatello ventenne. Ovviamente i due ciarlatani, anziché ritirarsi a vita privata in religioso silenzio, si ribellano e dicono che comunque le basi del loro ragionamento sono solide. Un po’ come i comunisti che il socialismo reale era una buona idea ma l’URSS l’ha applicata male, o i liberisti che quella del 2008 non è la crisi del liberismo e via di questo passo.

Ma cos’è che vizia le previsioni economiche facendole costantemente sballare? Perché questa casta di santoni, che senza vergogna alcuna continuano a pontificare dall’alto dei loro fallimenti macroscopici, non ne imbrocca una manco a pagarla oro?

Spesso si parla di malafede, e sicuramente la malafede ideologica gioca un ruolo importante in tutto ciò.  Nella rete ad esempio spopolano le “sette economiche”. Sette di greggi belanti, fedeli al rispettivo pastore (che si chiami Marx; Keynes; Hayek; Friedman; Barnard o Boldrin cambia poco). Queste setta seguono la teoria economica del profeta con una fede quasi religiosa. Il profeta detta i dogmi e il gregge segue trattando chiunque osi solo contestare il “profeta” come un appestato e un pericolo eretico.

Ma la risposta forse più completa sui disastri degli apprendisti stregoni la da la storia economica. Gli storici dell’economia nutrono verso gli economisti un malcelato disprezzo, considerando questi ultimi come delle Wanne Marchi.

Il celebre storico economico Carlo Maria Cipolla dedica un intero capitolo della sua “Introduzione alla storia economica” per spiegare i motivi dei continui fallimenti dei guru dell’economia.  Secondo C.M. Cipolla l’economista costruisce i propri modelli senza considerare le variabili che falsano la teoria di partenza. L’economia e il mercato non sono divinità infallibili, ma sono il prodotto di azioni umane. L’uomo è per sua stessa natura imperfetto, imprevedibile e spesso non razionale, ma per gli economisti questa variabile non sussiste.

Ancora, la terra non è sempre uguale a se stessa, nel corso di un anno possono verificarsi carestie, siccità, uragani, terremoti e via dicendo. Tutti avvenimenti che cambiano completamente lo scenario, facendo sballare completamente le previsioni in campo, previsioni che ovviamente non tengono in conto di questi fattori.

Gli economisti insomma, a seconda della setta religiosa d’appartenenza (marxisti; keynesiani; austriaci; chicago-boys; MMT e chi più ne ha più ne metta) ragionano facendo finta di vivere in un mondo praticamente perfetto e asettico in cui gli uomini si comportano sempre allo stesso modo, in cui non esistono guerre e panico irrazionali, in cui i conflitti non esistono e in cui non esistono catastrofi naturali imprevedibili.

Le loro previsioni e le loro ricette sono spesso basate sulla continuazione all’infinito dello scenario attuale, scartando a priori qualunque variabile, umana o naturale, possa potenzialmente sconvolgere il modello economico da loro adottato a seconda dei dogmi della setta d’appartenenza.

Ragion per cui, ogni volta che sentite parlare un economista di qualsivoglia setta economica, seguace di qualsivoglia profeta economico, date alle sue dichiarazioni e alle sue previsioni lo stesso peso che date alle divinazioni degli astrologi. Pensate sempre con la vostra testa, cercando di accumulare più dati asettici possibili. I vari santoni dell’economia, lasciateli indottrinare i rispettivi greggi. I vari FMI; BCE; Banca Mondiale; CommiSSione Europea; Agenzie di rating, lasciateli pontificare sapendo bene che son solo venditori di fumo

Johnny 88 


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