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ECDC: L’ENTE EUROPEO CHE NON HA PREVISTO O VISTO PER TEMPO IL COVID. Duro intervendo di Simona Baldassare.

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L’Europa ha il proprio Centro Europeo per la Prevenzione delle malattie infettive, chiamato ECDC. Allo scoppio del COVID  però ECDC è intervenuto con ritardo, praticamente seguendo le indicazioni dell’OMS e senza una vera attività investigativa propria.

Questo ha spinto un gruppo di parlamentari europei, Simon Baldassarre, Antonio maria Rinaldi, Mario Adinolfi, Rosanna Conte, Isabella Tovaglieri, e Marco Dreosto, a proporre un’interrogazione per comprendere il vero ruolo di questo ente europeo nell’attività di prevenzione. L’interrogazione era la seguente:

Oggetto: Implementazione sistema di sorveglianza globale sulle epidemie

L’attuale pandemia di COVID-19 mette in luce la debolezza intrinseca dell’attuale organizzazione europea e la mancanza di un sistema globale di allarme, che sia efficiente e tempestivo, sullo scoppio di eventuali nuove epidemie.

La Corea del Sud, con la sua capacità di contenere rapidamente il contagio, ha mostrato come il monitoraggio rapido – sia di quanto avviene all’estero, sia dell’evoluzione epidemiologica nel proprio paese – si renda necessario per poter limitare i danni degli eventi epidemici. Purtroppo, queste informazioni richiedono un coordinamento anche al di fuori dell’Unione, quindi solide relazioni internazionali.

Anche la Johns Hopkins University, nella relazione dal titolo “Preparedness for a High-Impact Respiratory Pathogen Pandemic”, evidenzia l’importanza di questa attività di sorveglianza e controllo nell’ambito della prevenzione delle epidemie di malattie di carattere respiratorio.

Tutto ciò premesso, si chiede alla Commissione:

1. se si intenda creare una rete di controllo globale delle nuove patologie potenzialmente epidemiche;

2. se, al fine di reperire le necessarie informazioni e creare i relativi collegamenti, non si ritenga necessario coinvolgere l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza;

3. se non si ritenga opportuno che questo sistema di controllo coinvolga i responsabili nazionali e regionali dei servizi sanitari.

Una domanda precisa, sui poteri e le capacità reali dell’ECDC in Europa e soprattutto all’estero, di indagine sulle epidemie che scoppiano negli altri paesi. La risposta è stata, diciamo, deludente:
La Commissione collabora con gli Stati membri e i partner internazionali su tutti i fronti per contrastare la pandemia di Covid-19. Uno dei compiti principali del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), attraverso il suo sistema di ricerca informazioni sulle epidemie, è l’individuazione delle nuove minacce per la salute. L’ECDC opera in stretta collaborazione con i gruppi di ricerca informazioni sulle epidemie dell’Organizzazione mondiale della sanità e fa parte di un’estesa rete di monitoraggio con partner in tutto il mondo. L’ECDC controlla costantemente le fonti di informazione per individuare minacce sanitarie e riceve notifiche formali attraverso il sistema di allarme rapido e di reazione (SARR) dell’UE, il quale è stato aggiornato nel 2019 per facilitare lo scambio di informazioni.

L’ECDC valuta quotidianamente le potenziali minacce per la salute. Nel 2019 ha individuato 306 minacce per la salute e ha provveduto alla formazione di gruppi negli Stati membri sul tema della valutazione delle minacce. Qualora siano identificate nuove minacce significative per l’UE, l’ECDC redige una valutazione rapida dei rischi, che viene condivisa con i punti di contatto SARR negli Stati membri dell’UE e discussa con i rappresentanti degli Stati membri in seno al comitato per la sicurezza sanitaria dell’UE. Le valutazioni rapide dei rischi sono disponibili sul sito web dell’ECDC1.

La Commissione e gli Stati membri fanno affidamento sulle valutazioni rapide dei rischi e sul sostegno tecnico dell’ECDC in presenza di gravi minacce di malattie infettive che coinvolgono più paesi.

L’ECDC pubblica una relazione settimanale sulle minacce poste dalle malattie trasmissibili concernente le minacce più attive per la salute pubblica, che è accessibile al pubblico2 e condivisa con i servizi della Commissione e il servizio europeo per l’azione esterna.

Come annunciato nel piano di ripresa, la Commissione assegnerà un ruolo più incisivo all’ECDC nel coordinare la sorveglianza, la preparazione e la risposta alle crisi sanitarie.

Ora capite bene che identificare 309 potenziali minacce nel 2019 è completamente inutile. Praticamente ECDC viene ad identificare una minaccia al giorno, a che serve, quando le vere epidemia accadono ogni 10 – 15 anni?

La parlamentare europea Simona Baldassarre, prima firmataria dell’interrogazione, ha capito subito l’assurdità della situazione e l’ha evidenziata in un suo comunicato:

“Avevamo chiesto quale fosse la funzione del ECDC, il Centro Europeo per la Prevenzione delle Malattie Infettive, ci aspettavamo una risposta chiara e precisa che indicasse le capacità di indagine internazionale di questo ente ed i contatti con i servizi preventivi dei singoli paesi. Purtroppo la Commissione si è limitata a rispondere elencando le sue attività ed informandoci che nel 2019 la ECDC ha identificato 309 possibili minacce. Peccato che non sia stata in grado di riconoscere e valutare per tempo l’unica vera minaccia degli ultimi 15 anni, cioè il Covid-19, che ha ucciso centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo ed ha devastato la nostra economia. Ora siamo venuti sapere, attraverso ISPI, che il virus era già presente nelle fognature delle grandi città italiane nella prima metà di dicembre 2019, ben prima che OMS ed ECDC emettessero alcun avviso. Non abbiamo bisogno di un servizio europeo che emetta un allarme al giorno, equivalente a nessun allarme, ma che sia in grado di identificare poche minacce effettivamente gravi e di mettere i servizi sanitari nazionali sull’avviso per tempo. Purtroppo la commissione è stata mancante anche su questo punto”.


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