Economia
Ecco le principali misure fiscali della manovra 2026 per il ceto medio

La manovra di bilancio del 2026 adesso all’esame delle camere, si presenta come una manovra rivolta al ceto medio, come ha anche specificato la premier, in occasione della conferenza stampa di presentazione. Ecco allora che per capirci meglio forse è utile analizzare un pò piu da vicino quello che effettivamente prevede sul piano della riduzione della tassazione e sugli aiti, per esempio alle mamme lavoratrici.
La Prima misura da sottolineare è certamente quella che riguarda la revisione dell’IRPEF. Ridotta dal 35% al 33% l’aliquota IRPEF per i redditi compresi tra 28mila-50mila euro. Beneficio massimo di 440 euro l’anno. Il costo dell’intervento è previsto in circa 2,9 miliardi l’anno. L’intervento, rivolto principalmente al ceto medio, segue l’accorpamento dei primi due scaglioni d’imposta (0-15mila e 15mila-28mila) con estensione dell’aliquota del 23% ai redditi tra 15mila e 28mila euro, assoggettati in precedenza all’aliquota del 25%, realizzato con la legge di bilancio 2024.
La legge di bilancio prevede anche una detassazione delle retribuzioni,, che per i dipendenti pubblici con reddito fino a 50mila euro, con un’ aliquota sostitutiva del 15% sul trattamento economico accessorio entro il limite di 800 euro. Mentre per i lavoratori dipendenti del settore privato, ha previsto un aliquota sostitutiva del 5%, fino a 28mila euro, sugli aumenti retributivi dovuti ai rinnovi dei contratti collettivi di lavoro sottoscritti nel 2025 e nel 2026. Mentre per quelli con reddito fino a 40mila euro, ci sarà una riduzione Riduzione della pressione fiscale e sostegno al potere d’acquisto aliquota sostitutiva del 15% per le somme corrisposte, entro il limite annuo di 1.500 euro, sono previsti poi detassazione dei premi di produttività Premi di produttività: ulteriore detassazione dei premi di produttività. occorre ricordare che il Governo, sin dal suo insediamento, aveva già dimezzato l’aliquota portandola dal 10% al 5%.
Cumulando le risorse stanziate sinora, sono 43 i miliardi di euro destinati alla riduzione della pressione fiscale in favore dei lavoratori e delle famiglie. Per favorire l’occupazione delle mamme con famiglie numerose e la conciliazione vita-lavoro: sono previste poi misure come quella dell’aumento del bonus mamma da 40 a 60 euro al mese, dopo averlo esteso nel 2025 anche ai contratti a tempo determinato e di lavoro autonomo. il bonus è valido fino al compimento del decimo anno di età del più piccolo. Se si hanno dai tre figli in su è invece valido fino al 18esimo compleanno del più giovane. Le interessate devono presentare domanda all’Inps in via telematica, autenticandosi nel sistema con le proprie credenziali Spid, Cie oppure Cns.
E’ previsto poi l’esonero totale (fino a un massimo di 8.000 euro annui) dai contributi previdenziali per i datori di lavoro che assumono donne con almeno tre figli minorenni. Congedo parentale e prolungamento del congedo per figli con disabilità: estese fino ai 14 anni del figlio la possibilità di utilizzo, rispetto ai 12 attuali.
Per agevolare poi le famiglie in difficoltà si è pensata ad una revisione dei criteri dell’ISEE:
- Esclusione della prima casa, fino a un valore catastale di 91.500 (in precedenza la soglia era di 52.500 euro) dal calcolo dell’indicatore.
- Revisione dei coefficienti di calcolo per favorire le famiglie con due o più figli.
Infine è stata rifinanziata la carta dedicata a te per l’acquisti di beni di genere alimentare di prima necessità. Una serie di misure che devono scontrarsi con le ristrettezze di bilancio a cui una politica in passato eccessivamente generosa ( superbonus e reddito di cittadinanza, solo per citare gli ultimi due eclatanti casi ) hanno costretto fare i conti il governo e il ministero delle finanze. Un primo passo verso un sostegno a quel ceto medio, che forse è quello che fino ad ora ha pagato lo scotto più alto della crisi di questi ultimi anni.









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