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ECCO COSA SUCCEDE QUANDO LIMITANO I PRELIEVI: in Libano prese d’assalto le Banche

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In Libano dopo le dimissioni di Said Hariri continuano le proteste, anche perchè il governo, il cui capo spetta ai sunniti, o il presidente della repubblica , di Hazbollah, è riuscito a fornire una soluzione alla profonda crisi economica in atto.

Il problema è che la sfiducia dei cittadini nello stato e nel sistema finanziario e bancario è giunto ad un livello tale che, per rallentare la fuga dei contanti, soprattutto dollari, sono stati imposti dei draconiani limiti al ritiro settimanale di contante, limitato a 100 dollari circa per prelievo ed a poco meno di 200 alla settimana, per conto. Praticamente i fondi sono stati congelati.

Le conseguenze di una scelta del genere sono state le seguenti:

I giovani hanno dichiarato una vera e propria “Settimana della rabbia”, come  quelle che solitamente si organizzano in Medio Oriente contro gli USA o Israele, solo che questa volta l’obiettivo sono stati gli istituti di credito, presi d’assalto e devastati.

Si parla di oltre 59 arresti in questi moti di rivolta avvenuti al grido di “Tirate fuori i nostri soldi”

Il fatto che, dopo il governo di Said Hariri, nessuno sia riuscito a formare un nuovo governo ovviamente non aiuta. La costituzione libanese, con una rigida divisione delle cariche su base religiosa fra sciiti, sunniti e cristiani che garantirà l’equilibrio religioso, ma non la capacità di governo e neppure lo sviluppo economico. La presenza di una parte, diciamo così, politicamente segnata come Hezbollah, non facilita la definizione di accordi commerciali internazionali o l’arrivo di aiuti e neppure garantisce quello status di paradiso fiscale e finanziario che garantiva ricchezza al paese. Religione e denaro non vanno sempre bene d’accordo.


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