Attualità
Ecco cosa provoca la fame vera: case bruciate e assalto alla casa del Primo Ministro, che si dimette. Vedremo molte di queste scene in futuro
La fame, quella seria, provoca anarchia e rivolte, con ministri che rischiano personalmente la pelle. Cinque persone sono state uccise e quasi 200 ferite lunedì nella peggiore violenza in settimane di proteste per una crisi economica senza precedenti. Le manifestazioni sono continuate martedì mentre centinaia di manifestanti anti-governativi hanno sfidato il coprifuoco a livello nazionale, radunandosi nelle strade di Colombo e gridando slogan fuori dall’ufficio del presidente, Gotabaya Rajapaksa.
Nel tentativo di placare i manifestanti, che hanno accusato il governo di aver gestito male l’economia e di aver mandato in bancarotta il Paese, Mahinda Rajapaksa, che è il fratello del presidente, si è dimesso lunedì, ma ciò ha fatto ben poco per calmare la rabbia dell’opinione pubblica. I manifestanti hanno assaltato la sua abitazione, dove l’ormai ex primo ministro si era rifugiato con la famiglia.
“Dopo un’operazione prima dell’alba, l’ex primo ministro e la sua famiglia sono stati evacuati dall’esercito”, ha detto un funzionario della sicurezza. “Almeno 10 molotov sono state lanciate nel complesso”.
La rimozione di Mahinda Rajapaksa in un luogo sconosciuto è seguita a una giornata di violente proteste, con le case di oltre 40 politici pro-Rajapaksa incendiate. Martedì, auto e autobus bruciati hanno disseminato le strade di Colombo. Non c’è segno che le dimissioni del primo ministro risolveranno né gli scontri né la crisi economica. Nel frattempo i I sostenitori di pro-Rajapaksa, molti arrivati in autobus da fuori città e armati di sbarre di ferro e bastoni, lunedì hanno attaccato violentemente una protesta anti-governativo a Colombo, provocando il ferimento di quasi 200 persone. In altri due incidenti separati, i politici del partito al governo hanno aperto il fuoco sui manifestanti anti-governativi, uccidendo tre persone e ferendone almeno cinque.
Gli scontri stanno proseguendo violenti nonostante la pioggia di lacrimogeni lanciati dalla polizia e i poteri emergenziali dati all’esercito. Del resto la gente non ha i soldi per comprare il cibo con una paga delle pesone senza qualifica di neppure 60 dollari al mese. Non resta che la disperazione, e la disperazione è cattiva consigliera. Del resto che cosa potrebbero fare di diverso? Tempo che vedremo scene simili anche in altri paesi, dall’Egitto al Pakistan all’Iran.
Ecco un video sugli scontri in corso
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