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EagleEye: Anduril vuole il “soldato aumentato”. Fantascienza o futura realtà (con problemi di rete)?
Anduril vuole dare ai soldati la “super-vista” con l’IA: nemici visibili attraverso i muri e droni controllati con gli occhi. Ma dopo il flop miliardario di Microsoft, le sfide tecniche, dal jamming nemico ai display con “visione a tunnel”, restano enormi.

Alla fiera della difesa statunitense AUSA 2025, la “solita” fantascienza militare è sembrata improvvisamente un po’ più vicina. L’azienda tecnologica Anduril Industries ha infatti presentato la sua visione per “EagleEye“, un sistema per soldati basato sull’Intelligenza Artificiale che promette di rivoluzionare il combattimento di fanteria.
Sgombriamo subito il campo: non è un sistema pronto per la guerra. Siamo ancora nel reame dei prototipi e la strada per l’adozione sul campo è lunga, forse infinita. Tuttavia, se Anduril riuscisse a mantenere le promesse, il livello di consapevolezza situazionale (la situational awareness, per dirla all’americana) della fanteria raggiungerebbe livelli visti finora solo nei film di Philip K. Dick.
Ecco come si mostra l’esperienza con Eagle Eye, secondo un video postato dalla stessa Anduril
See before you're seen.
EagleEye enhances the warfighter’s perception by overlaying digital information onto the real world, delivering vital real-time insights. pic.twitter.com/Yl0tmlhHzd
— Anduril Industries (@anduriltech) October 13, 2025
Cosa promette EagleEye? Il “Campo di battaglia trasparente”
L’idea di Anduril si basa su due pilastri: Intelligenza Artificiale e networking spinto. L’obiettivo è fondere le percezioni di ogni singolo soldato in un quadro tattico unificato, mostrato in tempo reale su un display nel campo visivo di tutti i membri della squadra.
In pratica, cosa significa?
- Visione condivisa: Se un soldato vede un nemico (visualizzato come un “omino rosso”), tutti gli altri lo vedono istantaneamente. Anche se si trovano dietro un muro o un ostacolo. Le forze amiche, ovviamente, appaiono come “omini blu”.
- Realtà Aumentata Tattica: Mappe digitali, punti di interesse e strumenti di orientamento vengono proiettati direttamente nel campo visivo. Un marcatore posizionato da un soldato resta “ancorato” a quel punto per tutti, anche in movimento, grazie alla compensazione dell’IA.
- Controllo Droni Integrato: Il sistema è pensato per permettere al soldato di controllare droni e riceverne i feed video direttamente “negli occhi”.
I vantaggi tattici: meno errori, più velocità
Quello che può sembrare un costoso videogioco, in realtà, potrebbe risolvere alcuni dei problemi più letali del combattimento moderno, specialmente quello urbano.
- Stop al “fuoco amico”: In scenari caotici, distinguere alleati e nemici è la sfida principale. Una visione condivisa e chiara ridurrebbe drasticamente gli incidenti.
- Accelerazione delle operazioni: Le procedure di bonifica “stanza per stanza”, lente e pericolose, verrebbero accelerate, poiché la ricognizione di un singolo soldato è immediatamente patrimonio di tutti.
- Comando “onniscente”: I leader sul campo non dovrebbero più comandare basandosi sulla propria immaginazione o su mappe cartacee. L’IA fornirebbe un “campo di battaglia trasparente”, permettendo un comando quasi “divino”, come in un videogioco strategico in tempo reale (RTS).
- Comunicazioni efficienti: Non servirebbe più descrivere a voce (“nemico dietro l’angolo a destra, vicino al bidone blu”). Basterebbe uno sguardo per marcare il pericolo e condividerlo con tutta la squadra che segue.
Il vantaggio tattico su un nemico “analogico” sarebbe, per usare la metafora del testo originale, come quello di una persona con vista perfetta e ottica di precisione contro un miope senza occhiali.
Il duro ritorno alla realtà: le sfide tecniche
Fin qui, la presentazione di marketing. Ma come sanno bene gli ingegneri (e un po’ anche gli economisti abituati a guardare i costi/benefici), tra il dire e il fare c’è di mezzo… la fisica. E il nemico. Le sfide per rendere EagleEye operativo sono gigantesche.
1. La Guerra elettronica (Networking) Il sistema vive o muore grazie alla rete. Per funzionare in combattimento ravvicinato, richiede una comunicazione stabile, ininterrotta e con un’enorme larghezza di banda dati. Il tutto, in tempo reale. Basta uno sguardo al conflitto in Ucraina per capire che i campi di battaglia moderni sono saturi di jamming (interferenze elettromagnetiche). Se la rete viene disturbata o crolla, il “soldato aumentato” torna improvvisamente “cieco”, forse più confuso di prima, con un sistema inutile che gli pesa sulla testa.
2. Il problema del “Tunnel Vision” (Il display) Gli occhi sono lo strumento primario del soldato. Qualsiasi display non deve appannarsi, sporcarsi o rompersi. Ma il problema vero è il campo visivo (Field of View – FOV). L’occhio umano ha un campo visivo orizzontale di circa 214 gradi. Il precedente tentativo dell’Esercito USA (il progetto IVAS) fallì proprio perché i visori Microsoft offrivano solo 40 gradi: una “visione a tunnel” inaccettabile di giorno (la si tollera solo nei visori notturni, dove l’alternativa è il buio pesto).
3. Troppa informazione uccide l’informazione (Cognitive load) Avere troppi dati sul display può essere peggio che non averne. Un soldato sotto stress deve concentrarsi sulla minaccia, non essere distratto da icone, mappe e feed video. Come per i piloti di caccia, “meno è meglio”. L’IA dovrà essere incredibilmente sofisticata per filtrare e mostrare solo ciò che serve, quando serve, senza sovraccaricare cognitivamente l’operatore.
Un Passaggio di Consegne (Costoso)
Questa non è la prima volta che l’Esercito USA tenta questa strada. Il colosso Microsoft è stato protagonista del fallimento (o quasi) del programma IVAS, un contratto potenziale da 21,9 miliardi di dollari. Dopo anni di ritardi e critiche feroci da parte dei soldati (proprio sul display e sul peso), a febbraio 2025 la gestione del programma è stata di fatto girata ad Anduril.
Ora Anduril, che collabora con partner tecnologici come Meta, Oakley e Qualcomm, deve dimostrare di poter risolvere problemi che hanno messo in ginocchio un gigante come Microsoft. La visione è affascinante, ma la strada per trasformare un fante in un “Robocop” connesso è ancora lunga e lastricata di ostacoli tecnici.
Domande & Risposte
1) Questo sistema è già in uso o è solo un prototipo? No, non è assolutamente in uso. Quello mostrato da Anduril alla fiera AUSA 2025 è un dimostratore tecnologico, un prototipo avanzato. Serve a mostrare le capacità potenziali e attrarre investimenti. L’Esercito USA sta cercando di sviluppare questa tecnologia da circa un decennio. Il tentativo precedente, affidato a Microsoft (progetto IVAS), è stato afflitto da così tanti problemi tecnici da essere quasi abbandonato e ora riassegnato ad Anduril. Ci vorranno anni prima di vedere, eventualmente, qualcosa di simile sul campo di battaglia.
2) Qual è il rischio più grande per un soldato che usa EagleEye? Il rischio più grande è l’affidabilità. Il sistema si basa su due pilastri: rete e IA. Se la rete viene disturbata dal jamming nemico (un’attività comunissima nella guerra moderna), il soldato perde la “super-vista” e potrebbe trovarsi con informazioni errate o in ritardo (ad esempio, vedere un nemico dove non c’è più). Inoltre, un guasto al display o un sovraccarico di informazioni inutili potrebbe distrarre il soldato in un momento critico, portando a conseguenze letali.
3) Perché l’Esercito USA spende così tanto per questa tecnologia invece di comprare armi tradizionali? Perché la tecnologia “aumentata” è vista come un “force multiplier” (moltiplicatore di forza). L’obiettivo non è solo dare al singolo soldato un vantaggio, ma rendere l’intera squadra più letale, veloce e sicura. Ridurre il “fuoco amico” e accelerare le operazioni di conquista in ambienti complessi (come le città) sono obiettivi strategici. In teoria, una squadra dotata di EagleEye potrebbe fare il lavoro di tre squadre tradizionali, con meno perdite. È una scommessa tecnologica ad alto rischio e altissimo rendimento potenziale.

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