Conti pubblici
E se usassimo il pareggio in bilancio per distruggere la finanza?
Come vi ho più volte spiegato il pareggio in bilancio abbinato alla cessione di sovranità monetaria non è una scelta politica ma un atto di natura spiccatamente criminale poiché condanna un Paese al suo completo e totale smantellamento.
Esistono “euroimbecilli” che esaltano tale scelta ma ovviamente, nella migliore delle ipotesi, sono dei poveri ignoranti circuiti dalla propaganda mainstream. Purtroppo in tale categoria rientrano anche tanti economisti nostrani o giornalisti prezzolati dotati di un limitatissimo intelletto che sostengono tesi che anche un bambino, pallottoliere alla mano, potrebbe facilmente confutare.
L’euro è un metodo di governo, ovvero un sistema di norme collegate ad una moneta che provocano scientificamente un tale livello di crisi da comportare, come conseguenza diretta ed immediata, la cessione di ogni sovranità nazionale in radicale violazione degli artt. 1, 11 e 139 Cost. In realtà non abbiamo poi solo una cessione di sovranità da singole Nazioni ma anche una dispersione della stessa che consente ai mercati di operare senza più regole.
Gli “euroimbecilli” nostrani che contano tra le loro fila anche le più alte cariche dello Stato, molte delle quali non spiccano certamente per intelligenza, fanno tutto questo in nome degli Stati Uniti d’Europa. Essi certamente dimenticano, o fingono di dimenticare, che la forma Repubblicana è immutabile e dunque l’Italia non può smantellarsi da sola essendo questo un atto eversivo. Ma soprattutto dimenticano che l’UE è una dittatura finanziaria. Invocare gli Stati Uniti d’Europa è dunque un atto di straordinario masochismo. Significa invocare la fine di ogni libertà, la fine della democrazia, invocare la sconfitta contro il totalitarismo.
Scusatemi per la digressione ma ho scritto questo post al mattino e io mi alzo sempre arrabbiato con gli “euroimbecilli”. Veniamo al tema del titolo. Ebbene è possibile usare tecnicamente il pareggio in bilancio per mettere fine alla dittatura dei mercati. Come?
Semplice, se si recupera la sovranità monetaria, il pareggio in bilancio mette fine alla possibilità per gli Stati di finanziarsi vendendo obbligazioni. Il deficit è vietato ergo, uno Stato sovrano, qualora volesse fare politiche espansive potrebbe emettere solo moneta e non già obbligazioni. In sostanza il pareggio in bilancio vieta il deficit ma, di per se. non vieta l’emissione di moneta di Stato.
Ecco che un Paese sovrano potrebbe uscire dal circuito finanziario e mettere fine ad ogni tipo di speculazione, meglio sarebbe se rendesse reato ogni attività umana svolta in tale senso, magari abbinando alla violazione di tale prescrizione una pena esemplare. D’altronde la finanza nuoce certamente più di qualsiasi altra forma di criminalità nel mondo. Se mai alcuni Stati volessero seguire tale tesi non stento a dubitare che improvvisamente i banchieri incomincerebbero a rivedere le loro posizioni sul deficit. Tornerebbero probabilmente a dirci che è cosa buona e giusta perché la regola introdotta per ucciderci, se applicata ovunque, finirebbe per ucciderebbe loro. La politica tornerebbe indipendente dal circuito bancario che dovrebbe riprendere a fare l’unica attività lecita: prestare denaro ai privati per investimenti e consumi sotto il controllo ed il coordinamento dello Stato come prevede l’art. 47 Cost.
Sorrido quanto sento parlare di separazione bancaria. Qui una parte dell’attività bancaria non va separata ma bandita per sempre.
Quando lo Stato e dunque il popolo avrà la sua valuta si farà una semplicissima leggina in cui diremo che i contratti non immediatamente legati a transazioni reali o al finanziamento di attività economiche o di consumo sono illeciti. Ed ecco come si farà calare il sipario su chi vive alle spalle del lavoro.
Ciascuno di noi viene su questa Terra per vivere e dare un contributo al progresso materiale o spirituale della società. È dunque un nostro dovere morale dichiarare guerra a chi vive unicamente per speculare senza fare nulla per il progresso. Questo è esattamente il “lavoro” delle persone che operano nell’alta finanza.
Questi sono i veri parassiti sociali. Coloro contro cui dovrebbe essere diretto il nostro più ampio disprezzo. L’attività finanziaria speculativa è senza dignità, è un crimine contro l’umanità. Altro che gli evasori fiscali che al contrario, consapevoli o meno che siano, oggi concorrono più di tutti al progresso sociale ostacolando le politiche di oppressione fiscale che vedono nella rarefazione monetaria nell’economia reale l’arma per la cancellazione dei nostri diritti.
Un mondo migliore è possibile. Ma serve, come sempre nella storia, il coraggio di essere visionari e di voler realizzare le nostre visioni senza guardare in faccia nessuno.
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