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Euro crisis

È BASTATO BLOCCARE UNA NAVE. LA LEZIONE DELLA LEGA IN GERMANIA

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Da quando è iniziato il blocco dei porti italiani alle navi delle ONG inziando dal caso Aquarius in Europa si è scatenato il putiferio. Salvini ha dato uno schiaffo sonoro ai paesi “amici” finora rimasti sordi agli appelli richiedenti solidarietà nella gestione dei migranti e il risveglio è stato traumatico. Neanche le elezioni del 4 marzo hanno avuto in UE un effetto così violento. Ma mai avrei immaginato le conseguenze che ha avuto nel dibattito politico in Germania. Già le elezioni del nuovo Bundestag del 24 settembre 2017 avevano fatto suonare un campanello d’allarme forte con l’entrata nel parlamento tedesco dell’AfD. La sera stessa la SPD di Schulz dichiara di voler stare all’opposizione per bloccare in qualche modo l’azione politica dell’AfD. Questo costringe la Merkel ad estenuanti trattative con i Verdi e i Liberali per una possibile coalizione Giamaica, fallita miseramente dopo 3 mesi. Per costringere la SPD al tavolo delle trattative con la CDU/CSU interviene il Presidente della Repubblica Steinmeier e convince il suo partito di provenienza a ritentare la Grosse Koalition che si concretizza dopo altri due mesi di trattative il 5 marzo. Uno dei temi più controversi è proprio la politica migratoria della Merkel che è costata tanti voti sia alla sua CDU che al partito “fratello” bavarese CSU di Seehofer, molto critico nei confronti della Cancelliera. Questi aveva ceduto alle richieste della stessa Merkel di non toccare il tema in campagna elettorale, ma visti i tragici risultati reclama per sé il Ministero degli Interni a cui fa aggiungere la dicitura “Heimatministerium” ( Ministero della Patria”), come a sottolineare che il tema della protezione e tutela del Nazione è di appartenza anche della CSU e non solo dell’AfD. Le elezioni austriche, ungheresi e italiane acuiscono i timori per le prossime elezioni europee che rischiano di sconvolgere completamente gli schieramenti politici del prossimo PE. Ma fino alla formazione del nostro nuovo governo tutto sembra rimanere gestibile e controllabile. Sembra…ma Salvini entra in azione e inizia a mantenere le promesse fatte e chiude i porti. Raccoglie il plauso di Orban, di Le Pen e di Kurz. È l’occasione che Seehofer aspettava per sferrare l’attacco contro la Merkel.

Mercoledì 13 maggio annuncia un Masterplan sul tema immigrazione e integrazione, il cui contenuto nessuno ancora conosce, ma le cui prime indiscrezioni bastano a scatenare due giorni di discussione in parlamento, incontri su incontri dei gruppi parlamentari. Mette la SPD in una posizione talmente imbarazzante che riesce solo a rimproverare al partner governativo: “questo non è previsto nel contratto di coalizione” ma nulla di più. Il vero problema ce l’ha la CDU. Se non appoggia il Masterplan che contrasta la politica dell’accoglienza della Merkel, rischia la rottura con la CSU e quindi una deprecabile crisi di governo. In ogni caso la Cancelliera ne esce con le ossa rotte, lo scontro la indebolisce ancora di più di quanto non lo abbiano fatto i risultati elettorali del 24 settembre.
Quanto afferma Martin Rothweiler nel suo articolo “Il vento sta cambiando. Basta Merkel!” apparso ieri su questo blog riporta la situazione così come viene letta anche dai commentatori non solo tedeschi. Io, invece, azzardo un’ipotesi di lettura dell’azione di Seehofer. Da esperto politico di lunga carriera qual’è, HA FIUTATO IL VENTO, LA RAGIONE E IL MOMENTO. Ha studiato la startegia di Salvini che ha portato la Lega da partito del Nord a partito nazionale, con crescente successo tanto da diventare dominante in modo assoluto nel CDX, mettendolo nella posizione di dettarne l’agenda politica. Perché non fare lo stesso in Germania, vincendo prima le elezioni a settembre in Baviera e poi tentando il grande salto a livello nazionale? Otterrebbe così due risultati: si sbarazza sia della Merkel che dell’AfD, dal cui bacino elettorale può attingere quei voti che un tempo erano della CDU e della CSU a cui era costretta fino ad oggi ad accodarsi suo malgrado. Un esperimento che non era riuscito neanche al grande Franz Josef Strauss.

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di Viola Ferrante

(Alternativa per l’Italia – corrispondente dalla Germania)

 


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