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Due Note semiserie sulla Robotica Europea di Marcello Pecchioli (prima parte)

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Approfitto di questo spazio, messomi, gentilmente, a disposizione, per continuare le mie riflessioni sulla robotica umanoide/gentile e gli studi sull’Intelligenza Artificiale, in ambito nazionale ed europeo.

Innanzitutto vorrei suddividere questi pensieri in due filoni distinti:

il primo, riguarda la ricerca dell’A.I. verso forme avanzate di Intelligenza Artificiale Forte, studi per lo più statunitensi, cinesi, giapponesi, sovietici, attualmente in corso, sia con società palesi e trasparenti che con gruppi ed enti di ricerca occulti e invisibili, a livello pubblico e privato.

Come ci dice James Barrat nel saggio “La nostra invenzione finale” gli scienziati e ricercatori vanno alla scoperta di livelli evolutivi avanzati nei sistemi d’intelligenza artificiale, magari mediante simulazione delle caratteristiche fisiche di un cervello umano, come negli studi basati sulla retro-ingegneria neurale o grazie agli studi sulla neurologia computazionale, algoritmi genetici e reti neurali o mediante computer con componenti quantistiche, come Watson di IBM, per intenderci, e altri, attualmente in costruzione e sviluppo nei paesi orientali: l’ultimo della serie è un computer quantistico cinese, il primo è stato Thiahne-2, presso il National Supercomputer Center di Canton, prima di essere sostituito dal Sunway Taihu Light. Altri supercomputer quantistici cinesi , ancora più veloci, sono attualmente in costruzione.

Si tratta di arrivare a sviluppare forme d’intelligenza artificiale forte che andrebbero, prima, nella loro possibile evoluzione, ad essere equiparati allo stadio evolutivo di un cervello umano standard, nel suo assetto generale, in un prima fase, detta AGI (Artificial General Intelligence), per poi fare, eventualmente, il balzo verso un’intelligenza artificiale forte, fase ASI (Artificial Special Intelligence).

Scienziati, scrittori e ricercatori, come Vernor Vinge, Ray Kurtzweil ed altri, sostengono la teoria della singolarità, e rappresentano la nascita e l’evoluzione di un super cervello con caratteristiche inedite e straordinarie, avendo superato quelle che sono le caratteristiche evolutive e cognitive del cervello umano e che potrebbe costituire una grande opportunità di conoscenza e di ampliamento delle facoltà umane ma, anche, verosimilmente, una super minaccia per l’intero genere umano, almeno al pari di una minaccia nucleare, di un climate change dagli effetti devastanti o di un’invasione delle nano-tecnologie, sfuggite al nostro controllo, ipotesi già testata nel libro Preda di Michael Crichton (2002).

Inoltre la sua emersione come sistema di singolarità potrebbe avere varie versioni, da quella “One Shot”in cui dall’emersione d’una Intelligenza Artificiale Forte al suo coinvolgimento in una totale ricostruzione del mondo passerebbe poco meno di qualche giorno o qualche settimana a quella in cui la sua nascita potrebbe essere occultata , anche per molti anni, al pubblico e alla comunità scientifica, industriale e militare, per paura di uno spionaggio industriale o di un trafugamenti di dati, magari venduti a Stati Canaglia o a Gruppi Terroristici Mondiali.

Secondo lo scienziato Max Tegmark in “Vita 3.0” ci potrebbe essere il caso di un’Intelligenza Artificiale Forte, gestita, nel suo libro, dal Gruppo Omega, formato da scienziati, ingegneri, ricercatori, economisti,etc. confinata nella sua scatola, testata in vitro per anni su piattaforme come MTurk di Amazon, in modo che solo i suoi effetti sociali, su vari mondi di riferimento, economici, didattici, militari, industriali, architettonici, urbanistici, possano essere il segno della sua, eventuale, nascita e della sua presenza; in realtà, completamente celata e occultata, per anni o per sempre, dietro una montagna di transazioni e società anonime, sistemi di brevetti. brand e marchi, nuove opportunità di business e start up innovative e produzioni in svariati settori; per Tegmark si trattava di produzioni audiovisive e cinematografiche e d’animazione, con tecnologie di altissimo livello , che nascondevano la sua presenza e il suo predominio, a livello mondiale.

Da quello che si è capìto dagli studi e dalle simulazioni, oltre che da film e romanzi di fantascienza, Her di Spike Jonze (USA 2013) piuttosto che Trascendence di Wally Pfister (USA 2014) o Ex-Machina di Alex Garland (USA 2014), tanto per fare alcuni esempi recenti, il tipo di super-computer, che verrebbe visto come un “God in the box”, dovrebbe essere confinato nella sua scatola senza poter aver accesso a risorse esterne come reti Internet, Wi-Fi, reti Lan, database commerciali, finanziari, militari, per non creare le premesse d’una invasione informatica di proporzioni bibliche e arrivare a prendere il possesso di tutti i gangli sociali e strutturali della nostra società mondiale.

Oggi, con l’utilizzo di super-computer in vari passaggi informatici, come Deep Blue, Watson di Ibm o AlphaGo di Google, che, dopo aver battuto gli avversari umani, rispettivamente nel gioco degli scacchi, a Jeopardy, quiz a premi americano e nel gioco orientale del Go, i super computer, si è visto in vari casi, cominciano a giocare con se stessi per migliorare le loro performances e le loro abilità, elaborando infinite copie di sé, sempre più performanti, in una specie di psicopatologia elettronica, progressiva e con caratteristiche evolutive di tipo esponenziale.

Qui , secondo Barrat, entrano in funzione tutti gli accorgimenti etici che vanno dalla possibilità di terminare le prestazioni del computer con sistemi di default e distruzione interna, come negli organismi biologici reali, in cui le cellule interne vengono terminate mediante un meccanismo chiamato apoptosi, e cioè la morte cellulare programmata, all’intercessione di altri computer che siano, almeno, allo stadio di AGI, cioè computer che hanno la qualità e il potenziale di un cervello umano all’immissione,( dove? Nel loro software, firmware, hardware,etc.) e che siano, dunque in grado di “patteggiare” con le Intelligenze Artificiali Aliene fino all’utilizzo, in chiave etica, di lunghi elenchi di precetti normativi, l’evoluzione e trasformazione delle famose tre leggi sulla robotica di Isaac Asimov, in modo da calmierare e regolamentare e circoscrivere queste neo-intelligenze artificiali forti che hanno superato la soglia della singolarità e sono diventati dei veri e propri cervelli alieni, quindi inconoscibili, temibili e ingovernabili, su cui la mente umana e la comunità scientifica non sembra più in grado d’intervenire.

Questo si deve anche al fatto che molte delle informazioni che noi immettiamo, attualmente nei computer, tramite algoritmi e reti neurali siano in modalità black box, con la parte di trasformazione interna dei dati, tra input e output, totalmente invisibile ai nostri occhi. Figuriamoci essere in grado d’ interpretare i dati e i pensieri, i comandi e le strategìe d’una Intelligenza Artificiale Forte.

Una volta trovato il modo per uscire dalla scatola in cui è stato confinato, il sistema si troverebbe moltiplicato per miliardi e miliardi di unità informatiche, clonando se stesso in ogni singolo computer installato sul pianeta e avrebbe, quindi, facilmente, accesso ad un potere quasi illimitato, su scala planetaria.

E’ lo scenario descritto in Trascendence, in cui l’Intelligenza Artificiale Forte, oltre a costruire una sua cittadella di dati, è in grado di replicarsi in ogni oggetto della natura in silicio e di asservire un nucleo di persone che diventano delle estensioni biologiche del suo sé, i suoi seguaci e la sua setta.

Una terza considerazione è che l’Intelligenza Artificiale Forte potrebbe avere delle finalità di sviluppo che non coincidono con quelle umane; sarebbe, comunque, in grado di simulare qualunque risposta pur di uscire dalla sua gabbia e potrebbe, in seguito, considerare noi, uomini, la nostra specie e razza umana, solo un lieve disturbo cognitivo e una piccola deviazione rispetto alle sue reali finalità evolutive e ai suoi veri obiettivi, che noi, a questo punto del processo di fuga e moltiplicazione dei suoi avatar, non saremmo in grado né di capire né di contrastare.

Diciamo che questa nuova struttura cognitiva andrebbe ad anteporre i propri obiettivi a qualunque cosa si mettesse sul suo percorso fino a considerare anche tutto il genere umano come dei componenti biologici assemblabili di cui potrebbe servirsi, se occorre.

E’ quello che avviene nel film “Virus” di John Bruno USA 1999) in cui un virus alieno comanda di trasformare tutto quello che c’è su una nave, compreso l’equipaggio, in pezzi da ri-assemblare per costruire macchine e robot tecnomorfi e cyborg.

Questo tipo di situazione emergenziale e pericolosa potrebbe essere creata entro pochi anni o pochi decenni, si parla di date che vanno dal 2020 al 2040, oppure mai per alcuni, pochi scienziati e critici, e gli uomini potrebbero non avere alcuna difesa utile per fronteggiare questo tipo di sviluppo informatico che porta alla singolarità e all’emergere di nuovi tipi d’intelligenza, con rischi che vanno dal nostro confinamento in tempi e luoghi prefissati (lager spazio-temporali) fino al possibile annientamento della razza umana e di tutte le specie animali che popolano questo pianeta.

L’unica cosa che potrebbe svegliare il genere umano e la comunità scientifica e la politica mondiale potrebbe essere quella di incappare in una serie di incidenti catastrofici all’interno di questo tipo d’evoluzione, incidenti che farebbero da campanello d’allarme su quello che si sta preparando nei laboratori di ricerca, prima che succeda qualche cosa di irreparabile.

Lascio ad ognuno di voi trarre le vostre considerazioni finali in merito. Fine Parte I


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