Difesa
Droni da 500 euro contro carri armati da milioni: cosa manca veramente alla difesa europea?
La guerra in Ucraina dimostra come droni FPV a basso costo stiano ribaltando l’economia del campo di battaglia, rendendo obsoleti costosi sistemi missilistici. L’evoluzione verso droni in fibra ottica, immuni al disturbo elettronico, accelera la necessità di nuove difese economiche come i sistemi CUAS cinetici.

Il moderno campo di battaglia in Ucraina ha mostrato a una proliferazione pluriennale di droni a basso costo con visione in prima persona (FPV) che costano circa 500 dollari l’uno e sono modificati per trasportare piccoli carichi esplosivi. Se consideriamo che un missile anticarro Javelin costa almeno 80 mila dollari vediamo che la guerra economica è già vinta dai droni.
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War in Ukraine 🇺🇦 Ukrainian FPV Kamikaze Drone chases Russian Desertcross 1000-3 with troops on board #Ukraina #Russia #UkraineWar pic.twitter.com/esZbBvXRQj
— Skënderbeü_ (@AncientAlien01) May 2, 2024
Le forze militari ucraine e russe dispiegano entrambe contromisure elettroniche, compresi sistemi di disturbo delle frequenze radio, lungo il fronte e le linee secondarie. Queste misure hanno ottenuto un successo parziale, ma la decisione di entrambe le parti di dispiegare droni in fibra ottica non disturbabili ha reso inutili questi disturbatori elettronici.
Russian fiberoptic FPV drone chases down a Ukrainian pickup truck with troops in the back. pic.twitter.com/tGxUVYCzcN
— FUNKER530 (@FunkerActual) July 15, 2025
L’impiego di droni FPV a basso costo in treoria può essere contrastato con l’uso di qualsiasi arma, da bastoni a cartucce da fucile da 50 centesimi a missili terra-aria da 100.000 dollari. Ovviamente l’efficacia delle varie armi è diversa, ma comunque è economicamente insostenibile per qualsiasi forza militare affidarsi a missili costosi per contrastare i droni FPV economici di fabbricazione cinese, e questo squilibrio rischia di esaurire rapidamente le scorte di munizioni di precisione per obiettivi di maggior valore.
La risposta adeguata nell’era dei droni kamikaze FPV, che diventeranno sempre più veloci e intelligenti grazie all’intelligenza artificiale, è lo sviluppo e l’implementazione immediati di sistemi di difesa contro i mezzi aerei senza pilota (CUAS , Counter UAS, armi anti drone) economici e scalabili.
Non sono però molte le armi che hanno la flessibilità e l’economicità necessarie per essere utilizzare a questo scopo. La startup militare Sentradel sta sviluppando un sistema CUAS economico e facilmente implementabile, progettato per colpire piccoli droni utilizzando intercettori cinetici poco costosi, come proiettili da 7,65 mm, e 12,7 mm, facilmente disponibili e sufficientemente potenti,
Here’s a quick update on Sentradel, a new company I’m starting with @camrrowe #robotics #drones pic.twitter.com/ZSzKvSr6s2
— STS 3D (@sts_3d) August 11, 2025
Il sistema qui mostrato, che può stare nel bagliaio di un SUV, secondo la casa produttrice, funziona sulla base di un sistema di rilevazione acustica passiva e può essere adattato a diverse armi a disposizione. Al fianco del sistema acustico è in via di sviluppo l’utilizzo dell’intelligenza artificiale.
Here’s a new product I’m developing #constructiontech #ai pic.twitter.com/3ucvqM2rug
— STS 3D (@sts_3d) February 25, 2025
Una ventina di droni da 500-1000 dollari possono mettere fuori un carro armato Leopard del costo di svalriati milioni di euro. Ovviamente Europa e Germania stanno investendo cifre enormi nella costruzione di carri armati, ma quanto stanno veramente investendo nella difesa anti drone?
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