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DRAGHI E LA YELLEN DIFENDONO IL LORO OPERATO, MA EXCUSATIO NON PETITA…

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I latini dicevano “Excusatio non petita, accusatio manifesta”, cioè chi si scusa si accusa. Questo forse è il senso dei vari discorsi che si sono sentiti a Jackson Hole .

Due figure con molto da giustificare:  le politiche monetarie della FED e della BCE non sono riuscite a conseguire li obiettivi nè di crescita nè inflazionistici previsti, e molte delle loro decisioni sono contestate

Sul lato americano la Yellen ha difeso la legislazione finanziaria creata successivamente alla crisi del 2007, quell’insieme di norme piuttosto confuse che va sotto il nome di Dodd Frank . Il timore è che la presidenza Trump possa cancellare la normativa in nome di una regolazione più chiara , ma anche più liberale. In realtà  Trump, in campagna elettorale, si era impegnato a reintrodurre il Glass Steagal act, cioè una norma di completa separazione fra le banche commerciali e le banche d’affari. Purtroppo questa parte del programma, come molte altre, viene evidentemente contrastata da una parte consistente del suo partito, per cui non è ancora chiaro quale direzione prenderà la legislazione d’oltreoceano. Naturalmente non si è parlato del fallimento previsionale del modello inflazionistico della FED, ufficialmente fallimentare.

Per noi, naturalmente, è stato molto più interessante il discorso di Draghi, incentrato sulla difesa della globalizzazione, lo strumento per la crescita della ricchezza etc etc. Insomma un discorso anti protezionista classico, di quelli che si sentono fare comunemente fra le elite europeiste. Draghi naturalmente si rende conto che il globalismo non sta funzionando, ed infatti afferma :

Il consenso sociale sul libero commercio si è ridotto negli ultimi anni. Questo è dovuto non tanto al fatto che il liberismo non venga percepito più come creatore di ricchezza, ma che  gli effetti collaterali negativi superino la crescita. La gente si preoccupa se il libero mercato sia effettivamente giusto, sicuro ed egualitario”

Quindi, cari amici, le bance centrali sono ben conse che la globalizzazione crea povertà e disuguaglianza, ma, allafine , utto questo è per loro secondario rispetto alla crescita. Come pensano di rimediarvi ? Leggete e sorridete…

Le paure riguardanti la correttezza, la sicurezza e la spinta all’uguaglianza del libero commercio derivano dalla mancanza di fiducia nelle leggi e nei regolamenti degli altri stati. Una delle ragioni per cui esistono le istituzioni internazionali è quella di creare una convergenza normativa e quindi una maggiore fiducia fra gli stati”

Quindi non dovete avere paura, le normative internazionali fatte dq questi enti sovranazionali neutrali ed intrensicamente “Buoni” supereranno tutti i problemi di correttezza e sicurezza. Infatti l’ente sovranazionale per eccellenza, la UE , è riuscita a tutelarci, ad esempio, dalle uova al Fipronil, oppure la BCE è riuscita ad impedire il calo verticale del PIL pro capite italiano. Draghi insomma conosce benissimo i problemi causati dalla globalizzazione, ma per lui sono perfettamente secondari, se confrontati con la crescita della produttività e della ricchezza totali. Peccato che la stragrande maggioranza della popolazione non riceva neanche le briciole di questa ricchezza. Questo, però, non interessa a Draghi ed ai suoi accoliti


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