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Dopo lo schiaffo del rapporto SVIMEZ Renzi corre ai ripari: Ministero del Sud e sgravi fiscali

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Il rapporto SVIMEZ è stato un vero e proprio ceffone in faccia al Governo: la fotografia del meridione con una persona su tre a rischio povertà, il calo del PIL locale, -1,3% che fa seguito a sette anni di cali (basti pensare che dal 2000 al 2013 il Sud è cresciuto del 13%, contro il 24% della Grecia), l’aumento vertiginoso delle famiglie povere, il 37,8% nel meridione ed addirittura il 41,8% in Sicilia, e della disoccupazione, con 576.000 persone che hanno perso il lavoro al Sud tra il 2008 ed il 2014 su un dato totale di 811.000, è la fotografia di un fallimento prima di tutto politico.

Per questo Renzi ha rispolverato con più decisione un’idea che da qualche mese stava circolando negli ambienti governativi: l’istituzione di un Ministero per il Sud che sia di raccordo per tutte le politiche di rilancio imprenditoriale ed occupazionale del territorio. Un’idea che ci riporta all’epoca della Democrazia Cristiana che aveva istituito tale dicastero e della Cassa del Mezzogiorno di De Gasperi.

Oltre questo intervento burocratico il Presidente del Consiglio starebbe pensando di destinare la maggior parte dei tagli di tasse promessi giorni fa proprio al meridione, creando quindi un regime fiscale più favorevole per famiglie ed imprese del Sud.

Per il Ministero del Sud, mentre a febbraio circolavano voci di un’affidamento del dicastero alla senatrice Anna Finocchiaro, delusa della mancata nomina a Giudice Costituzionale, ora circola il nome di Davide Faraone, siciliano, attuale sottosegretario all’Istruzione,  come tale piuttosto contestato proprio dai suoi conterranei.

Quando avremo maggiori informazioni ed il nome del Ministro designato analizzeremo in dettaglio gli interventi previsti. Per adesso si può solo dire che lo stanziamento del taglio delle tasse quasi esclusivamente al Sud provocherà sicure reazioni dei Governatori del Nord, i cui territori hanno subito i colpi della crisi con chiusure di attività produttive ed acquisizioni da parte di investitori esteri (da ultimo si parla della vendita dello storico marchio di design ed elaborazione Pininfarina all’indiana Mahindra), con un ulteriore perdita di consensi del PD in quei territori, dopo il crollo in Veneto e Liguria. Ma la strategia del Partito Democratico sembra ormai quella di tenere e crescere al Sud, anche per avere il favore di Verdini e del suo nuovo gruppo parlamentare, utilissimo per far passare i prossimi provvedimenti in Parlamento, dopo il “tradimento” della propria minoranza che ha fatto andare sotto il Governo più volte sulla riforma RAI.

Certo che il nuovo PD di Renzi sembra sempre più la vecchia DC…


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