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Dopo l’annuncio di E. Letta che va alla scuola di geopolitica di Parigi, il Corriere ci informa del reiterato interesse francese per pezzi pregiati del settore Difesa di Finmeccanica

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Puntuale e preciso, Fabrizio Tamburini sul Corriere Economia di ieri* ci rende edotti che la Francia resta fermamente interessata ad aziende italiane del settore difesa. In particolare c’è grande interesse su MBDA, l’azienda a partecipazione italiana seconda o terza al mondo per importanza nel settore specializzata in missili. Eh già, ben si capisce che i missili oggi sono cruciali sia nella difesa che nell’attacco militare oltre che nell’aerospaziale (…).

Parallelamente, lo ricordo, abbiamo colto ieri l’altro che Letta andrà a prestare servizio per la rinomata Università dei presidenti della Repubblica francese, l’alta scuola di geopolitica Science Po di Parigi, dove si formano le leve che andranno a dirigere i vari apparati dello Stato – anche a capo dello Stato francese -, soprattutto nel settore difesa (…). Il sistema francese agisce a tenaglia: pubblicamente asserisce che vorrebbe una collaborazione a tutto tondo con l’Italia per fare concorrenza alla Germania. E vorrebbe non solo MBDA da Finmeccanica ma anche la compartecipazione a vari progetti spaziali, in passato Thales aveva dimostrato enorme interesse (con Letta al Governo) per Avio. Ed anche Wass, siluri, erano nel mirino franco-parigino. Insomma, un assedio a tutto tondo agli assets di Finmeccanica e quindi italiani in un settore sensibile come la difesa.

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Si, parlo espressamente di un attacco agli interessi nazionali del Belpaese. Vorrei fare una domanda a coloro che dagli uffici ovattati della Defense – o addirittura dell’Eliseo – oggi vogliono “collaborare” con l’Italia: dove erano i proclami di collaborazione quando Parigi attaccò la Libya contro gli interessi Italiani nel 2011? O quando si avallò un colpo di Stato contro un primo ministro democraticamente eletto di un paese supposto partner? Memento i risolini di Sarkozy e Merkel. Solo per sapere….

Si noti che quella indicata da Tamburini su MBDA non è una mossa estemporanea alla francese nel settore difesa oggi all’attacco degli assets di Finmeccanica, è l’intero sistema francese a muoversi per fini di interesse nazionale assediando assets di un Paese obbligato a (s)vendere dall’Europa per via delle regole di Maastricht. Solo per farvi un esempio, EDF quando acquistò ad inizio millennio Montedison essa era di proprietà del ministero della difesa francese (!), venne poi “privatizzata” nel 2004 se ricordo bene ma circa il 70% resta ancora oggi in mani statali. Per inciso, cosa fece EDF quando comprò il primo gruppo privato italiano? Lo spezzettò, cedendo se possibile gli assets interessanti per il proprio sistema a compagnie francesi (ad es. Beghin Say). L’esempio di Beghin Say va citato nei dettagli in quanto istruttivo sulla natura del processo normalmente messo in atto in caso di “conquista economica” di assets stranieri, ecco la cronistoria direttamente in francese, traete voi le conseguenze del caso [fonte: Wikipedia, la cultura istantanea tanto cara ai pigri, stile novello Bignami]:

  • En 1992 : le groupe Eridania Béghin-Say se constitue suite à l’achat de Béghin-Say par la société génoise Eridania, une filiale du groupe italien Montedison.
  • En 2000 : l’entreprise s’implante au Brésil à partir de la société Guarani, qui sera cotée à la bourse de São Paulo en 20074.
  • En 2001 : suite au rachat d’Eridania-Béghin-Say par EDF et Fiat, le groupe se scinde, et les agriculteurs betteraviers des usines Béghin-Say se constituent en coopérative sous le nom d’Union BS.
  • En 2002 : les parts de Béghin-Say sont rachetées par Union SDA et Union BS. L’ensemble devient le groupe Tereos, certaines unités de production (dans la Marne) ayant été revendues au groupe Cristal Union.

 E si ricordi bene che questi soggetti che oggi ci blandiscono con promesse di collaborazione franco italiana nel settore difesa sono gli stessi che hanno mazzulati l’Italia in interessi vitali pochi anni or sono (appunto in Libya, chiedete in ENI cosa ne pensano). E sono anche gli stessi che dall’alto della cattedra di Moscovici di Bruxelles ci dicono che bisogna privatizzare ad esempio ENEL a causa dei deficit di bilancio accumulati dall’Italia, fin anche dopo che lo stato è già sceso sotto il 30% (in effetti era proprio quello che volevano, una volta tolta la golden share dal fratello Monti)… Quando si dice Colonialismo 3.0…

E se magari voi pensate che, si, i casi citati sono il passato, anche il 2011 è tanto tempo fa e dunque le cose sono cambiate, io vi rispondo: Sbagliato! Prova del nove: Proglio, l’ex AD di EDF una volta uscito alla fine dello scorso anno dal gigante francese dell’energia nucleare EDF è stato nominato presidente di… Thales, il colosso della Difesa d’oltralpe concorrente di Finmeccanica, anzi il soggetto che oggi se la vuole comprare a pezzi!

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Insomma, un groviglio di interessi sebbene tutti contrapposti a quelli italiani. Per quanto mi riguarda bisognerebbe evitare di vendere alcunchè ad un paese che ha fatto danni enormi agli interessi nazionali solo tre anni fa in Libya. Nessuna collaborazione. Piuttosto che si firmino joint ventures stile ENEL e Terna con i ricchissimi cinesi, se proprio bisogna vendere meglio farlo a soggetti che non competono direttamente con noi, nè possono facilmente delocalizzare. E che in ogni caso da qui a qualche lustro molto difficilmente saranno interessati ad invaderci militarmente, come è invece è stato storicamente il caso per gli ingombranti vicini d’Oltralpe.

Se qualcuno vuole prenderci per fessi, beh, almeno con chi scrive ha sbagliato indirizzo.

Mitt Dolcino

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* Ho trovato solo un sunto in rete del citato articolo di Corriere Economia; consiglio di riferirsi all’articolo originale di Tamburini in cui viene espresso enorme scettismo da parte degli stessi alti ranghi militari della difesa italiana in relazione all’interesse francese per pezzi pregiati di Finmeccanica:

http://www.formiche.net/2015/04/20/finmeccanica-tutte-le-chance-ansaldo-sts-hitachi/


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