AutomotiveEconomia
Disastro Mercedes: colpa dei dazi USA e di una Cina più complicata del previsto
La casa tedesca affronta un brusco calo delle vendite nel terzo trimestre. Tra dazi americani e una spietata guerra dei prezzi in Cina, anche i giganti dell’auto devono fare i conti con un mercato globale sempre più ostile. Ma il lusso e l’Europa resistono.

La stella a tre punte, da sempre simbolo di solidità economica e prestigio teutonico, sembra attraversare un periodo di turbolenza. Mercedes-Benz ha infatti comunicato i dati del terzo trimestre 2025, evidenziando un calo significativo delle vendite che suona come un campanello d’allarme non solo per Stoccarda, ma per l’intero settore automotive di alta gamma.
Il quadro generale mostra una flessione delle consegne di autovetture del 12% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, per un totale di 441.500 veicoli. Un dato non trascurabile, le cui cause principali vanno ricercate in due mercati chiave che, per ragioni diverse, sono diventati improvvisamente più ostili: la Cina e gli Stati Uniti.
La ritirata strategica dalla Cina
Il mercato cinese, che per anni è stato il Bengodi dei produttori tedeschi, si sta rivelando un campo di battaglia sempre più complesso. Qui Mercedes ha registrato il crollo più vistoso: un sonoro -27%, con 125.100 auto consegnate. Un vero e proprio massacro che dovrebbe far ripensare le strategie della società.
La causa? Una concorrenza sempre più agguerrita, soprattutto da parte dei produttori locali, che ha scatenato una spietata guerra dei prezzi. La spiegazione ufficiale del management, tramite le parole del responsabile vendite Mathias Geisen, è una scelta strategica precisa: “focalizzarsi sul valore a lungo termine per i clienti”. Tradotto dal linguaggio aziendale, significa che Mercedes, a differenza di altri, si rifiuta di svendere i propri modelli e di partecipare alla corsa al ribasso, per non intaccare il prestigio (e i margini) del marchio.
Una scelta coraggiosa, ma che nel breve termine presenta un conto salato in termini di volumi, e dato che non sembra che le case cinesi vogliano cessare questa strategia, potrebbe portare a danni profondi e permanenti alla penetrazione del marchio sul mercato.
L’effetto boomerang dei dazi americani
Se in Cina il problema è la concorrenza, negli Stati Uniti è la politica protezionistica a creare grattacapi. Le vendite sono diminuite del 17% a 70.800 unità. Il motivo è legato direttamente all’aumento dei dazi sulle importazioni imposto dall’amministrazione USA.
Per mitigare l’impatto di queste tariffe, Mercedes ha “adattato consapevolmente il livello delle scorte”. In pratica, ha riempito i piazzali dei concessionari prima che i dazi più alti entrassero in vigore, per poi rallentare le consegne nel trimestre successivo. Una mossa tattica intelligente per gestire l’immediato, ma che non risolve il problema strutturale di un mercato reso più costoso e meno accessibile.
Le note positive: l’Europa e il lusso non tradiscono
Non tutto, però, è negativo nel quartier generale di Stoccarda. In mezzo a queste difficoltà, emergono alcuni segnali che danno speranza e indicano la via da seguire:
- Il mercato europeo: In controtendenza rispetto al resto del mondo, le vendite nel Vecchio Continente sono cresciute del 2%, raggiungendo 160.800 veicoli e diventando il primo mercato per il marchio.
- Il segmento di lusso: Il cosiddetto “Top-End”, che include gioielli come la Classe S e l’iconica Classe G, non conosce crisi. Le vendite in questa fascia sono aumentate del 10%, a dimostrazione che chi cerca l’esclusività non si lascia intimidire dalle incertezze economiche.
- La stabilizzazione dell’elettrico: Sebbene il dato annuale resti negativo, nel terzo trimestre le vendite di auto completamente elettriche si sono stabilizzate a 42.600 unità, un valore simile a quello dell’anno precedente ma in crescita di oltre il 20% rispetto al secondo trimestre. Un piccolo segnale di ripresa, trainato dalle prime consegne del nuovo modello CLA.
Anche il segmento dei van, tuttavia, soffre, con un calo dell’8% a 83.800 unità, confermando un clima di generale rallentamento.
Insomma, per Mercedes si profila una navigazione complessa, stretta tra le tensioni geopolitiche e le nuove dinamiche di mercato. La solidità del marchio nel segmento di lusso e la tenuta del mercato europeo offrono una base solida, ma le sfide in Cina e negli USA richiederanno strategie sempre più raffinate per far tornare a brillare la stella come prima. Alla fine o supererà la situazione attuale migliorando prezzo e qualità, o si avvia ad essere una casa solo europea, e con un mercato sempre più limitato.
Domande e Risposte
1. Perché Mercedes sta vendendo così tanto di meno in Cina nonostante sia un marchio molto apprezzato? Il crollo in Cina non è dovuto a una perdita di prestigio, ma a una scelta strategica. Il mercato automobilistico cinese è in una fase di forte concorrenza, con molti nuovi marchi locali (soprattutto nel settore elettrico) che hanno iniziato una aggressiva “guerra dei prezzi” per guadagnare quote di mercato. Mercedes-Benz ha deciso di non partecipare a questa corsa al ribasso per proteggere il valore del proprio brand e i margini di profitto. Preferisce vendere meno auto ma a un prezzo più alto, piuttosto che svendere i propri modelli e svalutarne l’immagine.
2. In che modo i dazi americani hanno danneggiato concretamente le vendite di Mercedes? I dazi aumentano il costo finale delle auto importate negli Stati Uniti, rendendole meno competitive. Per un’azienda come Mercedes, che produce molti dei suoi modelli di punta in Germania, questo si traduce in un prezzo più alto per il consumatore americano o in una riduzione dei profitti. Per gestire l’impatto, l’azienda ha spedito un gran numero di veicoli prima che i dazi più pesanti entrassero in vigore, creando un surplus di scorte. Di conseguenza, nel terzo trimestre ha dovuto ridurre le nuove consegne ai concessionari, causando il calo statistico del 17%.
3. Ci sono settori in cui Mercedes sta andando ancora bene? Sì, non è un quadro completamente negativo. Le vendite in Europa sono in leggera crescita (+2%), dimostrando la solidità del mercato domestico. Ma il vero punto di forza è il segmento di lusso, quello delle auto più costose ed esclusive come la Classe S, Maybach e la Classe G. In questa fascia di mercato, le vendite sono aumentate del 10%. Questo indica che la clientela più facoltosa continua a scegliere il marchio per il suo prestigio, indipendentemente dalle turbolenze economiche globali. Anche le vendite di auto elettriche mostrano segni di stabilizzazione.

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