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Diplomazia della Difesa: l’India stringe accordi strategici con USA, Australia e ASEAN

L’India accelera sull’Indo-Pacifico: firmato un patto di difesa decennale con gli USA e rafforzata la cooperazione con ASEAN e Australia. La nuova “ragnatela” strategica di Nuova Delhi per la stabilità regionale.

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Mentre in Occidente ci si concentra spesso su dibattiti puramente teorici, in Oriente la diplomazia della difesa produce risultati concreti. Il 12° Incontro dei Ministri della Difesa dell‘ASEAN (ADMM) e l’ADMM-Plus a Kuala Lumpur non sono stati solo una passerella, ma hanno segnato un’accelerazione tangibile dell’architettura di sicurezza nell’Indo-Pacifico, con l’India grande protagonista.

Gli incontri multilaterali si sono concentrati su sfide comuni come la stabilità marittima, l’assistenza umanitaria e il soccorso in caso di disastri (HADR), il controterrorismo e i meccanismi per evitare errori di calcolo in mare. Ma è nei corridoi che Nuova Delhi ha mosso le pedine più importanti.

La strategia indiana: “Act-East” e ordine basato su regole

L’India ha utilizzato la piattaforma ADMM-Plus per ribadire due concetti chiave:

  1. la cooperazione nella difesa è l’espressione pratica della sua politica “Act-East” (Agire a Est), cioè una strategia rivolta all’Asia-Pacifico
  2. la visione indiana dell’Indo-Pacifico si basa sull’apertura, sul rispetto della sovranità e dello stato di diritto.

Il Ministro della Difesa Rajnath Singh ha chiarito che l’approccio non è “contro” qualcuno (un messaggio nemmeno troppo velato a Pechino), ma a favore di un ordine regionale basato su regole. Singh ha promesso che l’India è pronta a contribuire “attraverso il dialogo, la partnership e la cooperazione pratica”.

L’India non si limita alle parole. Nuova Delhi sta assumendo ruoli di primo piano. Attualmente co-presiede, insieme alla Malesia, il Gruppo di Lavoro degli Esperti (EWG) dell’ADMM-Plus sul controterrorismo per il ciclo 2024-2027. Questo impegno segue presidenze passate su temi come lo sminamento umanitario e l’assistenza nei disastri.

Gli impegni pratici futuri sono già definiti:

  • Un’esercitazione “Table-Top” (simulazione strategica) in Malesia nel 2026.
  • Un’esercitazione “Field Training” (sul campo) in India nel 2027, entrambe sul controterrorismo.
  • La prossima Esercitazione Marittima ASEAN-India si terrà nel 2026, designato come “Anno della Cooperazione Marittima”.
  • Le marine dell’ASEAN sono state invitate alla Rivista della Flotta Internazionale (MILAN) in India nel febbraio 2026.

Quindi una cooperazione allargata con i paesi che si trovano ad est del subcontinente pratica , non solo teorico e approfondita.

L’accordo decennale con gli Stati Uniti

Ma il risultato bilaterale più significativo emerso a Kuala Lumpur è stato il lancio di una partnership di difesa a lungo termine tra India e Stati Uniti. Rajnath Singh e il Segretario alla Guerra statunitense Pete Hegseth hanno firmato un accordo quadro decennale.

Secondo il Ministero della Difesa indiano, l’intesa annuncia “un nuovo decennio di partnership“. L’accordo mira a fornire una direzione politica sull’intero spettro della cooperazione militare: interoperabilità, addestramento, logistica e, soprattutto, collaborazione tecnologica e di ricerca.

Questo è un punto tecnico ma cruciale: potrebbe facilitare i percorsi di approvvigionamento (procurement) per nuove piattaforme di difesa. È un passo concreto verso la convergenza strategica, una “zavorra stabilizzante” – come dicono i tecnici – che ancora la relazione bilaterale, anche a fronte di altre tensioni negoziali tra i due Paesi.

AH 64 E Apache in uso anche in India

Una rete di partner, non un’unica alleanza

L’attivismo indiano non si è fermato agli USA. Singh ha tessuto una serie di incontri bilaterali con partner chiave come Nuova Zelanda, Corea del Sud, Vietnam, Singapore e la Malesia ospitante. Con il Vietnam, che condivide le preoccupazioni di Nuova Delhi sulla libertà marittima, si è discusso di cooperazione industriale nella difesa.

Inoltre, subito prima di Kuala Lumpur, il ministro indiano era stato in Australia per celebrare i cinque anni della Partnership Strategica Globale (CSP). Lì sono stati firmati tre accordi chiave per migliorare la condivisione di informazioni, la ricerca e il soccorso sottomarino, e per stabilire colloqui di stato maggiore congiunti.

L’implicazione più ampia per l’Indo-Pacifico è chiara. La sicurezza regionale non si sta più costruendo su singole alleanze rigide (stile NATO), ma su una rete di partnership sovrapposte, complementari e funzionali. Non un partner prevalente, ma una rete di rapporti che permetta di avere quello che è necessario sena sudditanze.

L’India sta giocando la sua partita: approfondisce l’impegno con una gamma di partner (dagli USA all’ASEAN), preserva la propria autonomia strategica e contribuisce alla stabilità regionale tramite progetti concreti (sorveglianza marittima, esercitazioni, industria). È un approccio calibrato che rassicura i partner del Sud-Est asiatico e funge da “hedge”, una copertura, contro le incertezze della competizione tra le grandi potenze.

Marina indiana in visita in Vietnam

Domande e risposte

Perché l’India sta investendo così tanto nella difesa nell’Indo-Pacifico?

L’India sta rafforzando la sua presenza per due motivi principali. Primo, per attuare la sua politica “Act-East”, trasformando le parole in cooperazione concreta. Secondo, per bilanciare l’influenza crescente di altre potenze regionali (principalmente la Cina) e garantire un Indo-Pacifico “libero e aperto”, basato su regole e rispetto della sovranità. È una strategia pragmatica per assicurare la stabilità regionale e proteggere i propri interessi marittimi, preservando al contempo l’autonomia strategica senza legarsi a un’unica alleanza militare.

Cosa cambia concretamente l’accordo decennale tra India e Stati Uniti?

L’accordo non è un’alleanza militare, ma un “quadro politico”. In termini pratici, facilita l’interoperabilità tra le due forze armate (cioè la capacità di operare insieme), aumenta l’addestramento congiunto e la cooperazione logistica. Soprattutto, apre canali privilegiati per la collaborazione tecnologica e la ricerca. Questo potrebbe tradursi in un accesso più facile per l’India a piattaforme di difesa statunitensi avanzate e allo sviluppo congiunto di nuove tecnologie, rafforzando la convergenza strategica tra Washington e Nuova Delhi.

Qual è il ruolo dell’ASEAN in questa dinamica?

L’ASEAN rimane il fulcro (“centrality”) dell’architettura di sicurezza regionale. Piattaforme come l’ADMM-Plus (che include l’ASEAN e partner esterni come India, USA, Cina, ecc.) servono a normalizzare la diplomazia della difesa. L’ASEAN non cerca alleanze rigide, ma promuove il dialogo e meccanismi cooperativi per evitare errori di calcolo. Per l’India, approfondire i legami con l’ASEAN è fondamentale per rassicurare i partner del Sud-Est asiatico sul suo impegno a lungo termine e per costruire un consenso su un ordine basato sulle regole.

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