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UNA DIFFERENZA FRA ISLAM E CRISTIANESIMO

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L’Islamismo è una religione che può suscitare l’ammirazione dell’ateo. La sua concezione di Dio è infatti molto più astratta di quella della maggior parte delle religioni. Il suo monoteismo non è annacquato, come quello Cristiano, anzi è talmente rigoroso da poterlo accostare a quello ebraico. Il suo rifiuto dell’animismo e del feticismo – visivamente osservabile in qualunque moschea, dalla più lussuosa alla più umile – è totale. Notevole anche il concetto – ripreso dai protestanti – del rapporto diretto fra l’uomo e Dio, senza clero e senza sacramenti. Perfino il suo abbandono alla volontà di Dio, che tanto ha influito negativamente sulla mentalità dei popoli mediorientali, è teologicamente coerente. Se Dio non si occupasse degli uomini, non avrebbe senso l’intera religione. Se Egli non fosse onnipotente e onnisciente, non sarebbe Dio. Ma se si interessa degli uomini, se sa tutto e può tutto, che senso ha dargli dei consigli? sa benissimo che cosa è meglio per noi, e sicuramente lo fa.

Da che cosa dipende allora che l’Islamismo sembri così spesso primitivo, feroce e al limite crudele? La risposta è che, contrariamente a quanto potrebbe pensarsi, pur essendo nato nel Settimo Secolo d.C., è molto più “arcaico” del Cristianesimo.

I vangeli sono stati redatti parecchi decenni dopo la morte di Gesù. Quello di Giovanni addirittura molto tempo dopo. Inoltre, il semplice fatto che si considerino “Vangeli” solo quei quattro riconosciuti dalla Chiesa, fa del Cristianesimo, sin dal principio, la religione della Chiesa, e non la religione del Cristo. Il loro stesso essere ancora quattro, richiedendo forzatamente un’interpretazione, sgancia la dottrina ufficiale dalle parole letterali di quei testi. Il Cristianesimo è stato un’emanazione della comunità dei credenti piuttosto che un’autentica “rivelazione divina”, ed ha dunque risentito del livello dei nuovi adepti – romani e greci, popoli raffinati – e, nei secoli successivi, della cultura dei teologi, i quali di fronte ad interpretazioni “selvagge” come quella di Origene (che si castrò per sfuggire alle tentazioni della carne), reagivano condannandole.

Viceversa l’Islamismo è cristallizzato intorno ad un testo sacro unico e indiscutibile, il Corano, la cui prima edizione originale è fatta risalire al 650 d.C.: appena diciotto anni dopo la morte del Profeta. Anche se il testo non è stato scritto di suo pugno, è talmente vicino al suo insegnamento che i redattori poterono confrontare i loro ricordi e le loro versioni, fino a rendere quel testo unico, indiscutibile e sacro, come del resto è considerato ancora oggi.

Ciò ha avuto delle conseguenze. L’interpretazione che la Chiesa ha dato dei Vangeli si è evoluta nel corso di secoli, magari mettendo in ombra i precetti meno graditi. Quando Papa Bergoglio invita i teologi, fermi alla dottrina più consolidata, a lasciarla da parte per far posto ai divorziati risposati nella Chiesa, lo fa perché molti fedeli sono convinti che si debba andare oltre le stesse parole del Vangelo (“l’uomo non separi ciò che Dio ha unito”). Il nocciolo della moderna religione è l’amore e il perdono, non l’obbedienza ad un testo scritto.

Viceversa l’Islamismo non ha una dottrina distinta dal testo sacro e il Corano è immutabile, venerato persino quando diviene un libro, fino ad uccidere chi non lo rispetti. La conseguenza è che si è obbligati a prendere sul serio l’amputazione della mano del ladro (o anche della mano destra e del piede sinistro, se il furto è molto grave); la lapidazione dell’adultera e insomma la sharia. I musulmani moderati saranno magari disposti ad allontanarsene, ma lo faranno con mala coscienza. I bigotti della loro religione sono infatti imbattibili, dal momento che nell’Islàm arcaismo fa rima con fedeltà.

Ecco una fondamentale differenza fra Cristianesimo e Islamismo. Il Cristianesimo è una religione che, pur avendo definito alcuni dogmi secoli fa, si adatta al presente, e i dogmi più scomodi (l’inferno per chi non va a messa la domenica, “peccato mortale”) preferisce farli dimenticare. L’Islamismo è una religione che non può nascondersi dietro interpretazioni, o anche dietro il magistero di un’autorità religiosa suprema, come il Papa, perché l’unica autorità, immodificabile, non è una persona, è un libro. E questo libro esprime ancora oggi concetti del 650 d.C.

Tutto ciò ci riporta all’attualità. Non è strano che i musulmani fanatici ci sembrino barbari, risorgenze di un passato feroce, moralmente degli alieni. Sono uomini di quattordici secoli fa, non diversi dagli eserciti di Maometto II, quando era normale porre ai vinti l’alternativa fra la morte e la conversione. La gente trova naturale che siano musulmani i tunisini e i marocchini, ma tutti costoro erano cristiani, prima: furono gli arabi a convertirli, con la forza, quando dilagarono fino ad includere la Spagna nei loro domini. E oggi ci sono musulmani che hanno nostalgia di quel tempo.

Gianni Pardo, [email protected]

9 gennaio 2015


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