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DIFENDIAMO LA COSTITUZIONE DALLO STUPRO DI UNA MAGGIORANZA PARLAMENTARE ILLEGITTIMA (di Giuseppe PALMA)

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Panoramica dell'aula durante il giuramento del Presidente della Repubblica rieletto, Giorgio Napolitano, di fronte al parlamento riunito in seduta congiunta, integrato da 58 rappresentanti delle Regioni, a Montecitorio, Roma, 22 aprile 2013. ANSA / MAURIZIO BRAMBATTI

Panoramica dell’aula durante il giuramento del Presidente della Repubblica rieletto, Giorgio Napolitano, di fronte al parlamento riunito in seduta congiunta, integrato da 58 rappresentanti delle Regioni, a Montecitorio, Roma, 22 aprile 2013. ANSA / MAURIZIO BRAMBATTI

 

La Sentenza della Corte Costituzionale n. 1/2014 ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della Legge n. 270/2005 (legge elettorale denominata Porcellum) nella parte in cui questa non prevedeva: a) la possibilità per l’elettore di esprimere le preferenze per i candidati; b) una soglia minima di voti oltre la quale avrebbe dovuto trovare applicazione il premio di maggioranza in favore della coalizione di liste (o lista) vincente.

Ciò detto, anche l’attuale Legislatura – al pari delle due precedenti – è stata eletta con una Legge elettorale dichiarata incostituzionale. La Consulta, tuttavia, è corsa ad affermare nella medesima sentenza che – nonostante l’illegittimità costituzionale della Legge elettorale sottoposta al suo giudizio – il Parlamento è comunque legittimo. Questo comporta – a mio parere – una forzatura del principio secondo il quale le sue stesse Sentenze producono effetti retroattivi, con caducazione ab origine della norma dichiarata incostituzionale (fatti ovviamente salvi i diritti acquisiti, ossia le situazioni già esaurite).

Alla luce di quanto sopra abbiamo dunque un Parlamento eletto con una Legge elettorale dichiarata incostituzionale, con la diretta conseguenza che il Partito Democratico si permette di fare da padrone grazie ad un premio di maggioranza sproporzionato e dichiarato illegittimo: prendendo ad esempio la Camera dei deputati, la coalizione di centro-sinistra – che alle ultime elezioni politiche ha “vinto” con appena il 29,55% dei voti – ha ottenuto un premio di maggioranza illegittimo di oltre il 25% a livello nazionale (cioè il 29,55% dei voti si è tramutato illegittimamente nel 55% dei seggi). E il maggior beneficiario di questo meccanismo elettorale (dichiarato incostituzionale) è stato proprio il Partito Democratico, il quale otteneva dal voto popolare appena il 25,42% dei consensi, addirittura meno di quelli ottenuti dal M5S (25,56%), primo partito in termini di consenso elettorale ma all’opposizione in termini di attribuzione dei seggi. E per di più lo scarto tra la coalizione di centro-sinistra e quella di centro-destra (arrivata seconda) è stato di appena lo 0,37%! In pratica il voto dei cittadini (espressione irrinunciabile di quella sovranità che la Costituzione assegna solo al popolo) attribuiva quasi gli stessi voti a centro-sinistra (29,55%), centro-destra (29,18%) e M5S (25,56%). Nonostante il sostanziale “pareggio a tre”, a causa dei meccanismi incostituzionali previsti dal Porcellum il centro-sinistra è risultato vincitore come se avesse ottenuto il 55% dei consensi, ottenendo alla Camera ben 340 seggi! Con il sistema proporzionale puro senza soglie di sbarramento (con il quale i seggi vengono attribuiti esattamente sulla base dei voti ottenuti), l’intera coalizione di centro-sinistra avrebbe oggi alla Camera appena 186 seggi (col Porcellum ne ha 340), mentre il Partito Democratico solo 160 seggi, uno in meno di quelli che avrebbe il M5S!

Abbiamo quindi 630 deputati e 315 senatori – tutti nominati dalle segreterie di partito e non eletti dal popolo – che stanno modificando la Parte Seconda della Costituzione attraverso una revisione che comporta il radicale mutamento dell’intero assetto istituzionale della Repubblica! E a dettare l’agenda della revisione costituzionale è proprio il Partito Democratico, il quale gode in Parlamento di una maggioranza numerica frutto dell’attribuzione di un premio che la Consulta ha dichiarato incostituzionale.

Il tutto sotto la rigida e prepotente regia di un Presidente del Consiglio dei ministri che si permette addirittura di dettare ritmi e contenuti della riforma! Ma v’è ancora di peggio: il Parlamento sta riformando il funzionamento e l’assetto delle Istituzioni a colpi di maggioranza, trascurando del tutto le opposizioni, le quali, per poter essere parti attive della riforma hanno a disposizione un solo modo: accettare incondizionatamente le volontà del Partito Democratico! 

Questo è il metodo utilizzato dai “NUOVI BARBARI”! 

 

A parte la circostanza secondo la quale, come diceva Pietro Calamandrei, il Presidente del Consiglio dei ministri non dovrebbe mai occuparsi di riforme costituzionali né essere presente in Parlamento durante le relative discussioni, l’aspetto più grossolano è quello che l’attuale “regista” (che non è neanche parlamentare) non ha mai ottenuto alcuna legittimazione democratica per sedere a Palazzo Chigi. Ad onor del vero la nostra Costituzione non prevede che il Presidente del Consiglio sia eletto dal popolo, tuttavia è dal novembre 2011 che a Palazzo Chigi siedono unicamente soggetti non presentatisi alle elezioni quali persone indicate dalle proprie liste o coalizioni a ricoprire la carica di Presidente del Consiglio. Ma questa è un’altra storia…

La nostra Costituzione è stata scritta dal giugno del 1946 al dicembre del 1947. E a scriverla è stata un’Assemblea Costituente eletta direttamente dal popolo con una Legge elettorale che permetteva l’elezione solo a quei candidati che il popolo aveva liberamente deciso di eleggere grazie allo strumento delle preferenze. E per di più con un sistema proporzionale puro che rispecchiava fedelmente il responso del voto popolare anche in ordine all’attribuzione dei seggi. Ma v’è di più: la Costituzione fu il frutto di un primo compromesso storico, infatti fu approvata a larga maggioranza da partiti che avevano tra loro una totale ed aspra contrapposizione politica (DC, PSI e PCI).

Oggi quella meraviglia che è la nostra Costituzione, già violentemente tradita e stuprata dai Trattati dell’UE e dall’Euro, sta per subire un’ampia e complessa revisione da parte di un Parlamento di non-eletti (bensì di nominati) la cui composizione è gravemente viziata (e delegittimata) da una pronuncia di incostituzionalità proprio sui meccanismi di elezione (premio di maggioranza e preferenze).

VI IMPLORO “ECCELLENTISSIMI” PARLAMENTARI, FERMATEVI! Si torni a votare con una nuova legge elettorale e solo dopo, per mano di un Parlamento quantomeno non delegittimato, si proceda eventualmente ad una condivisa revisione della Parte Seconda della Costituzione!

Abbiamo per anni ammirato (e continueremo a farlo) il capolavoro di Calamandrei, Ruini, Moro, Croce etc… Domani cosa ammireremo? Una brodaglia redatta da un Parlamento illegittimo e di nominati? Possiamo permetterci di sostituire Padri Fondatori come Calamandrei, Croce e Orlando con Verdini, Librandi e Zanda? Al solo pensiero mi viene l’orticaria… 

Ma dove sono i vari Benigni, Fo e Moretti? Se questo scempio fosse stato portato avanti da Berlusconi, i girotondi e gli appelli dell’Intellighenzia nostrana sarebbero all’ordine del giorno! E invece tutto tace… del resto si sa, la sinistra è “culturalmente superiore”.

Battute a parte, è ormai giunto il momento che il Parlamento comprenda lo scempio e si fermi! Con la Costituzione non si scherza! 

Le critiche che ho mosso sinora, come avrete potuto comprendere, sono rivolte nei confronti del metodo e attengono alla legittimità del Legislatore (in questo caso anche in veste “costituente” ai sensi dell’art. 138 Cost.). Poi ci sono tutta una serie di aspetti critici di merito (attinenti al contenuto della riforma) dei quali mi occuperò solo dopo aver letto il testo definitivo licenziato dal Parlamento in prima votazione (al momento posso solo affermare che il testo approvato dalla Camera non soddisfa affatto le esigenze di bilanciamento necessarie a creare un idoneo sistema di pesi e contrappesi).

 

P.S. Qualora qualche ipocrita benpensante intendesse accusarmi di essere un “gufo”, è bene che sappia che già nell’aprile 2013 – quando Renzi tappezzava ancora le buche delle strade di Firenze – da uomo libero e con una forte passione intellettuale pubblicai un mio personale progetto di revisione alla Parte Seconda della Costituzione che, oltre ad essere stato successivamente pubblicato sul sito della fondazione Astrid, fa anche parte della bibliografia parlamentare (in materia di riforme costituzionali) della Camera dei deputati: http://storia.camera.it/bpr/faccette/*:*?aut=Palma%20Giuseppe

Benché io stesso, nel mio progetto di revisione costituzionale, abbia previsto il superamento del bicameralismo perfetto (mantenendo il Senato e non la Camera), ho tuttavia elaborato un rigido e complesso sistema di pesi e contrappesi idoneo a bilanciare quell’equilibrio istituzionale che verrebbe sicuramente meno a causa del superamento del bicameralismo paritario.

 

Tutto ciò premesso, difendiamo la Costituzione dallo stupro di una maggioranza parlamentare illegittima! La Costituzione è nata dalla Resistenza, quindi è giusto – di fronte ai gravi aspetti di criticità di cui sopra – difenderla con la Resistenza!

 

Giuseppe PALMA

 

 


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