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Analisi e studi

Dietro al dialogo con la Ue c’è lo zampino di Mattarella? (di P. Becchi e G. Palma)

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Sono ormai da decenni che nel nostro Paese l’assetto istituzionale dello Stato e in particolare la forma di governo si sta trasformando materialmente da parlamentare a semipresidenziale.
Di riscontri ne abbiamo tanti, dall’imbarazzante interventismo di Napolitano nel 2011-2012 al veto di Mattarella su Savona lo scorso 27 maggio. E da ultimo i diversi incontri informali che il Presidente della Repubblica avrebbe avuto nei giorni scorsi con Di Maio e Salvini, ma anche con Moavero Milanesi e Tria, prima della cena di Conte con Juncker e Moscovici, così come rivelato da Libero on-line: https://www.liberoquotidiano.it/news/politica/13404632/sergio-mattarella-manovra-cena-luigi-di-maio-matteo-salvini-bruxelles-dialogo-evitare-procedura-infrazione.html

L’obiettivo degli incontri sarebbe stato quello di convincere il Governo Conte a “puntare al dialogo con Bruxelles nell’unico interesse dell’Italia e della sua economia”. Ora, il nostro ordinamento costituzionale prevede una forma di governo parlamentare, dove il Capo dello Stato esercita un ruolo di garanzia, una figura terza ed imparziale rispetto alle forze politiche in campo. Spetta infatti al Presidente del Consiglio, stando a quanto previsto dall’art. 95 della Costituzione, la responsabilità della politica generale del governo, ch’egli dirige all’interno del Consiglio dei ministri promuovendo e coordinando l’attività di ciascun singolo dicastero e mantenendo l’unità dell’indirizzo politico. E’ dunque il Presidente del Consiglio ad assumersi la responsabilità della politica generale del Governo, prima davanti alle Camere alle quali lo lega un necessario e continuativo rapporto di fiducia, e poi dinanzi all’intero Paese.
Se il Capo dello Stato interviene direttamente addirittura con esponenti della maggioranza parlamentare o con ministri chiave dell’esecutivo, è chiaro che il suo ruolo non si limita a quello di garante, ma assume le vesti di un Presidente della Repubblica inserito in una forma di governo semipresidenziale, con la lieve differenza non solo di non essere eletto direttamente dal popolo, ma di non essere neppure responsabile del suo interventismo né di fronte alle Camere né di fronte al Paese. Un conto è la moral suasion, che rientra tra le prerogative costituzionali del Presidente della Repubblica, un conto è cercare di determinare o influenzare le scelte politiche del Governo. Dietro al dialogo di questi giorni con la Ue c’è lo zampino di Mattarella.

di Paolo BECCHI e Giuseppe PALMA

 


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