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Didi: fine della quotazione negli USA. Il governo cinese ha vinto

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Il governo cinese ha vinto: Didi, la società cinese di trasporti auto, praticamente un clone di Uber, ha deciso di lasciare la borsa di New York, solo dopo pochi mesi dalla quotazione, per rientrare in quella di Hong Kong, parte della Cina e comunque sotto controllo indiretto del governo di Pechino.

La notizia è ufficiale: lo scorso venerdì, il Weibo ufficiale di “Didi Travel” ha dichiarato: “Dopo un attento studio, la società inizierà il delisting alla Borsa di New York e avvierà i preparativi per la quotazione a Hong Kong”. La Cina ha chiesto a Didi di formulare un piano specifico per il delisting dalla Borsa di New York, e questa notizia è stata confermata.

Didi era stata quotata a New York il 30 giugno, appena prima la “Festa del centenario”del Partito Comunista cinese, e questa era già suonata come una sorta di offesa. Appena dopo la quotazione  la China Cyberspace Administration e altri dipartimenti hanno lanciato una cosiddetta revisione della sicurezza informatica di Didi Travel e hanno ordinato che 25 delle sue applicazioni fossero completamente rimosse dagli store cinesi e bloccato la registrazione di nuovi utenti. Praticamente hanno mandato un forte segnale che il governo non gradiva, per cui vi era la possibilità di una vera e propria chiusura.

La IPO di Didi aveva mosso 4,4 miliardi di dollari USA, una cifra che la poneva fra le iniziative più interessanti dell’anno. Peccato che poi il boicottaggio  del governo l’abbia portata a fondo. Quest’ultima notizia  ha poi fatto ovviamente cadere il valore di un ulteriore 6%

Non è ben chiaro come chi detiene azioni a New York potrà ritrovarsele a Hong Kong, o se ci sarà un riacquisto delle azioni, Comunque è chiaro che Pechino non vuole più nessuna interferenza straniera nelle proprie aziende, neppure sotto forma di partecipazione di minoranza. Il mondo si divide sempre di più.

 

 

 

 


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