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Europa

Diciamolo, per gli UK il Brexit significherà crescita vigorosa in 3 anni (svalutando!). Problema: tutti capiranno che non conviene stare nell’euro…

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Nonostante le mistificazioni di certa stampa sugli effetti futuri del Brexit, oggi molti in centro Europa sono nel panico: il Brexit può significare la fine del benessere per “qualcuno in particolare” in EU. Per scongiurare l’evento, anche e soprattutto convincendo gli indecisi britannici, si è pronti a tutto quanto possibile (non molto in realtà, la destabilizzazione sistemica fortunatamente non è appannaggio di chi da sempre ambisce – sigh – a comandare l’Europa). Ossia, ci si limita principalmente ad un crollo delle borse, “colpa del Brexit” leggiamo su tutti i giornali, o al limite a comprare dati fiscali rubati con cui ricattare le classi dirigenti dei paesi “vittime”, come fatto per Atene… Queste sono le armi di convinzione di massa utilizzate dai moderni destabilizzatori europei, come dicevo, poca cosa rispetto a quanto può il tuttora dominus (non ce lo dimentichiamo…) globale.

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Quelle dell’apocalisse per Londra, per l’Italia, per il mondo e fin anche per gli amanti del cioccolato sono Sacrosante Balle (i lecchini nostrani meriterebbe un premio per i soliti eccessi) . Nel senso, è chiaro che il crollo azionario pre-Brexit oggi c’è ma è indotto dagli stessi che vorrebbero convincere gli indecisi britannici (e non) a stare nell’EU! Ben sapendo che l’adesione a questa Europa austera limita fortemente l’indipendenza di Londra in molti ambiti, prima di tutto il controllo del proprio cambio valutario.

Si, perché quello che non vi dicono è che un Brexit significherà inevitabilmente una vigorosa crescita economica britannica in meno di tre anni. E questo principalmente svalutando la sterlina, oggi iper-valutata, fatto che ha determinato “imbaltances” come dicono gli anglofoni tali da far diventare la perfida Albione la più grande cicala mondiale pro-capite in termini di consumi esteri. Vedasi grafico sotto:

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Indovinate chi gode di più di tali inbalances britannici? Facile, gli esportatori (tedeschi), che poi sono gli stessi che vorrebbero convincere gli indecisi britannici a stare nell’EU oltre ad essere coloro che sistematicamente (dal 2010) impongono inutile ed anzi dannosa austerità al resto d’Europa.

Tutto torna, no?

Ma non finisce qui, anzi è solo l’inizio. Un Brexit, come ha detto chiaramente il falco tedesco W. Schauble, significherà inevitabilmente che altri paesi vorranno fare lo stesso, a maggior ragione dopo aver realizzato nei fatti un rinnovato vigore economico britannico a spese di minori importazioni/consumi Esteri (principalmente tedeschi) nell’arco di meno di anno. Ossia con Londra fuori dall’EU – e che svaluta fortemente la sterlina facendo ripartire la propria economia – tutti capiranno l’inghippo ossia che la moneta unica serve solo a Berlino che grazie alla sola presenza dei paesi eurodeboli nella compagine permette alle sue esportazioni di essere competitive, per altro spiazzando i competitor partner nell’euro (ad esempio l’Italia).

Uniamo a tutto questo che proprio il Belpaese è il maggior alleato anglosassone nell’Europa continentale oltre che il maggior competitor manifatturiero tedesco ed il gioco è fatto, sappiamo quale sarà il paese che sarà oggetto delle maggiori attenzioni austero (de)stabilizzatrici interessate di Berlino finalizzate a perpetrare il proprio benessere non dovuto figlio dell’euro a spese degli altri (leggasi, per noi problemi in vista…)
Letta in altro modo, comunque vada, aspettiamoci una destabilizzazione italica post-Brexit.

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Dunque, se sarà Brexit – come ritengo, lo do al 90% o giù di lì dopo che anche The Sun [poco meno di 2 milioni di copie vendute al giorno] si è espresso pubblicamente a favore del Leave, stessa cosa che ha fatto più o meno esplicitamente la Corona – io comprerò azioni di aziende esportatrici britanniche coprendo parimenti il cambio sterlina/franco svizzero. Si, perché quando – non se – l’EU crollerà il nuovo marco tedesco andrà a braccetto della valuta rossocrociata (per la disperazione di Berna…).

Mitt Dolcino


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