Euro crisis
DIALOGARE DI MACROECONOMIA CON TRADER TURBOLIBERISTI E AUTORAZZISTI
Inizio, doverosamente, questo pezzo con due immagini prese dal blog di una ragazza siciliana che vive all’estero:
Basta con l’autorazzismo, non si può continuare a parlare male di noi italiani non riconoscendo, oltre i nostri difetti, i pregi che ci fecero diventare una potenza economica mondiale!
Il popolo Italiano, nel corso dei secoli, è quelli che ha garantito al mondo il vero progresso e il gusto del bello. Forse solo Greci e Arabi furono nei secoli alla nostra altezza. Quando noi realizzavamo il Colosseo, i ponti e gli altri monumenti che ancora oggi abbelliscono il nostro paese, il nordeuropa aveva case e ponti costruiti con il legname.
Ed allora dico, ai tanti detrattori dell’industria e delle pmi italiane, che:
Ma vediamo invece come parlano del nostro paese e della nostra economia gli italiani che di professione fanno trader ed Advisor, ovvero che sono legati al mondo bancario e della borsa.
Dialogando con uno di loro, proprio ieri stavo spiegando che la crescita dipende ANCHE da quanto lo stato spende, poiché il più importante macroaggregato del pil lato domanda è rappresentato dai consumi, pubblici e privati. In questo quadro, gestire l’economia tramite formule matematiche (e non impressioni) consente anche di superare il problema del rapporto debito/pil manovrando altre leve di politica monetaria come i QE all’Inglese e alla Giapponese.
A quel punto, il turboliberista mi risponde:
“Quindi basta cambiare i numeri e il PIL sale?”
Ovviamente questa risposta denota mancanza di conoscenza di elementi fondamentali quali:
– come sono strutturate le formule del PIL lato domanda ed offerta;
– com’è organizzata la formula del rapporto debito/pil;
– quali sono gli elementi che, a fronte di variazioni negli input (ad es. aumento o riduzione della spesa pubblica), determinano movimenti nei macroaggregati C, I e X-M (Consumi, Investimenti e Current Account)
Tra le altre cose, il trader turboliberista ignora pure che il Fondo Monetario Internazionale nacque proprio con l’evidente intento (nei pensieri di Keynes e Kaldor) di produrre localmente le merci che necessitano ad un paese. Di tal guisa, nelle loro menti, si formò l’idea che il mondo avrebbe evitato le guerre mondiali che talora necessitano per rimettere a posto i propri conti pubblici.
Faccio solo notare che il massimo dela produttività dell’industria tedesca fu espresso durante la fase terminale della WW2 quando per produrre benzina sintetica a costi ridotti ed in quantità necessaria a sostenere lo sforzo bellico furono costruiti impianti chimici all’interno dei campi di concentramento (dove i deportati erano divisi tra manodopera schiava ed eccedenze di manodopera che per non pesare sull’economia e sullo sforzo bellico venivano gentilmente accompagnati agli impianti di produzione del sapone.
Il trader turboliberista, di fatti, non conosce affatto né comprende il concetto di TARGET2 quale indicatore della violazione del principio infraUE di eccessivi squilibri macroeconomici fra le parti.
Ovviamente egli risponde alle provocazioni dicendo:
“che senso ha limitare la mia economia fiorente?”
Di fatto, dalle sue risposte si capisce che non conosce le motivazioni in base alle quali quell’economia è diventata fiorente:
IL DUMPING SALARIALE che ha incrementato la produttività tedesca rispetto a quella italiana di quasi il 30%!
Ed è proprio questo DUMPING SALARIALE, a cui corrisponde la possibilità tedesca di mantenere il passo della produttività francese (che invece ha fatto semplicemente della lieve moderazione salariale), che ha consentito a noi italiani di acquistare a prezzi straconvenienti le Mercedes.
Ah! Già! Per il turboliberista in realtà le macchine tedesche sivendono meglio perché migliori! Eccolo l’autorazzismo!
Se invece svaluti del 15% e fai contemporaneamente rivalutare i tedeschi di un altro 15% vedi poi se riempi l’Italia di Mercedes (forse) o di Volkswagen (dubito fortemente)
In realtà la tipologia di Italiano autorazzista, ovvero colui che tende a porre in maggior evidenza i nostri lati negativi, ha la naturale tendenza a negare il dato oggettivo, ed infatti il nostro amico sostiene che la variabile prezzo non è importante, come se pagare un’auto l’equivalente di 12.ooo euro (in lire) o 18.000 euro non sia differente!
Secondo il turboliberista la variabile prezzo non è importante e non è vero che l’industria tedesca abbia fatto dumping salariale per inondare l’eurozona delle proprie produzioni.
Il punto che valuto più negativamente è il non riuscire o non voler afferrare il concetto di PREZZI INTERNAZIONALI vs PREZZI NAZIONALI.
Il mantra a garanzia dell’inutilità del concetto di prezzi internazionali vs nazionali è quello che siamo soliti definire (tipico) del MATERIAPRIMISTA.
Davanti a questo dogma del costo delle materie prime, il turboliberista inibisce ogni sorta di pensiero e di ragionamento, non capisce che il prezzo è una ponderazione di elementi in cui una piccola parte aumenta di una certa percentuale, mentre la più grande diminuisce della stessa percentuale:
Per il materiaprimista ad una svalutazione segue sempre un aumento dei prezzi, di conseguenza la medesima è distruttiva della propria capacità industriale, come se cechi, polacchi, turchi, giapponesi ed inglesi siano una sorta di individui di TAFAZZIANA memoria:
Non c’è niente da fare, i casi sono 2, o mancano loro alcuni neuroni, o lo fanno apposta. A volte penso proprio che si tratti della seconda ipotesi, il che sarebbe grave poiché parleremmo di mancata difesa degli interessi del nostro paese (ovvero di violazione dell’art. 51 della Costituzione Italiana). Tutti i paesi che sono rimasti tranquillamente in possesso di moneta sovrana e banca centrale hanno avuto la possibilità di inibire/ridurre l’importazione di merci straniere e preservare la produttività della propria industria che, ricordiamo, è sostanzialmente endogena in quanto legata all’economia interna, al proprio pil; tutti gli altri paesi, al contrario, hanno visto peggiorare progressivamente:
– il pil;
– il rating dei propri tds causa sostenibilità di lungo periodo del debito pubblico.
“Mi fido di tutti. Non mi fido del diavolo dentro di loro.”
(Troy Kennedy-Martin)
Maurizio Gustinicchi
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