Attualità
Diabete: in sperimentazione sostanza che moltiplica per sette le cellule che producono insulina
Una combinazione di farmaci nei topi è stata in grado di portare a una rapida , e irreversibile, moltiplicazione delle cellule che producono l’insulina.
Gli scienziati del Mount Sinai e della City of Hope hanno fatto una scoperta per invertire essenzialmente la malattia del diabete, sia di tipo i sia di tipo 2, sviluppando una nuova terapia farmacologica.
In un nuovo studio, hanno testato il farmaco su topi diabetici, che hanno mostrato un aumento significativo delle cellule produttrici di insulina del 700% nel corso di soli tre mesi.
Questa cura avrebbe un impatto colossale sulla qualità di vita di decine di milioni di persone. Solo negli Stati Uniti, circa 29,7 milioni di persone di tutte le età, che rappresentano l’8,9% della popolazione, sono state diagnosticate con la malattia nel 2021.
Secondo i Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC), 352.000 bambini e adolescenti di età inferiore ai 20 anni, ovvero 35 su 10.000 giovani statunitensi, hanno ricevuto una diagnosi di diabete. In Italia i malati di diabete sono circa 3 milioni.
Catherine Charneski, curatrice dello studio, ha commentato che il diabete è solitamente il risultato di un’insufficienza nel numero cellule beta (cellule pancreatiche che producono e rilasciano l’insulina per regolare i livelli di zucchero nel sangue dell’organismo) e di una massa loro massa insufficiente.
Attualmente, non esistono trattamenti approvati che aumentino il numero di cellule beta. Tuttavia, in questo nuovo sviluppo gli autori hanno dimostrato che “il trattamento combinato con un inibitore DYRK1A e un agonista GLP1R in vivo ha promosso un aumento sostanziale della massa di cellule β umane trapiantate in topi immunodeficienti”.
L’Harmine (una molecola naturale presente in alcune piante) funziona come deterrente di un enzima chiamato DYRK1A, presente nelle cellule beta. Viene combinata con l’agonista del recettore GLP1 (una classe di farmaci per il diabete, tra cui il famigerato Ozempic). Lo studdio relativo è stato pubblicato su Science – Traslational Medicine.
Esperimento condotto su topi diabetici
Gli esperimenti sono stati eseguiti su topi immunodeficienti (sia con diabete di tipo 1 che di tipo 2) utilizzando il farmaco combinato. Ha portato a un aumento significativo della massa di cellule beta umane che erano state trapiantate nei topi.
Le cellule produttrici di insulina crescono nell’organismo in pochi mesi.
Il trattamento è stato efficace sui topi con diabete di tipo 1 e di tipo 2, richiedendo solo circa tre mesi per l’inversione della malattia. Lo stato di recupero è stato mantenuto anche dopo l’interruzione del trattamento, che quindi non deve continuare per sempre.
“Tre mesi di trattamento combinato hanno ripristinato l’omeostasi del glucosio in un modello di diabete indotto da streptozotocina, con effetti che durano per almeno un mese dopo l’interruzione del trattamento”, ha dichiarato Charneski.
Il Dr. Adolfo Garcia-Ocaña, autore corrispondente dello studio, ha dichiarato a New Atlas che questa è la prima volta che gli scienziati hanno sviluppato un trattamento farmacologico che si dimostra in grado di aumentare il numero di cellule beta umane adulte in vivo”.
“Questa ricerca porta speranza per l’uso di future terapie rigenerative per trattare potenzialmente le centinaia di milioni di persone con diabete”, ha dichiarato.
Lo studio ha osservato che gli effetti osservati erano dovuti a cambiamenti nella moltiplicazione, nella funzione e nella longevità delle cellule beta, come ha dimostrato l’analisi iniziale.
Sebbene i risultati siano promettenti, sono necessarie ulteriori ricerche per accertare l’efficacia del farmaco sugli esseri umani che soffrono di questa malattia in aumento.
“Anche se promettente, sarà necessario un ulteriore lavoro per confermare i meccanismi d’azione e se i benefici terapeutici e la sicurezza dell’approccio si tradurranno negli esseri umani”, afferma Charneski.
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