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DF-61: la Cina svela il suo nuovo missile balistico intercontinentale, successore del DF-41

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Nel corso dei preparativi per un’imponente parata militare a Pechino, è emersa l’immagine di quello che sembra essere un nuovo missile balistico intercontinentale (ICBM) mobile su strada, denominato DF-61. Le fotografie, che hanno iniziato a circolare online, mostrano dei trasportatori-erettori-lanciatori (TEL) a 16 ruote che trasportano contenitori siglati “DF-61”, alimentando le speculazioni sullo stato di avanzamento del programma di modernizzazione nucleare cinese. Questa apparizione conferma le indiscrezioni, circolate da tempo, sullo sviluppo da parte della Cina di una nuova generazione di ICBM, incluso un successore del già temibile DF-41.

L’occasione per questa anteprima è la parata per l’80° anniversario della vittoria sulla Giappone nella Seconda Guerra Mondiale, un evento che Pechino utilizza tradizionalmente per mostrare al mondo i suoi più recenti progressi in campo militare. Qui la parata militare nel suo complesso, le cose interessanti sono dalla seconda ora:

Tra le altre cose è stato mostrato anche il missile nucleare lanciato da sommergibile JL-3, un’altra chicca militare.

Il JL-3 da TWZ

L’avvistamento e le prime informazioni

Le immagini mostrano chiaramente i massicci veicoli TEL a 16 ruote, una configurazione identica a quella utilizzata per il missile DF-41. Sebbene non sia possibile confermare se all’interno dei contenitori vi sia un missile operativo, la sigla DF-61 è inequivocabile. Al momento, non sono stati rilasciati dettagli ufficiali sulle specifiche tecniche del nuovo sistema d’arma, né sul suo stato di servizio effettivo.

È utile ricordare che il suo predecessore, il DF-41, fu presentato al pubblico per la prima volta durante la parata del 2019, ma il suo sviluppo era iniziato prima del 2000 e, secondo diverse fonti, era entrato in servizio operativo già nel 2017. Il DF-61 potrebbe quindi seguire un percorso simile, trovandosi attualmente in una fase avanzata di test o di pre-impiego.

Il predecessore: un confronto con il DF-41

Per comprendere l’importanza del DF-61, è fondamentale analizzare le capacità del sistema che è destinato a sostituire o affiancare. Il DF-41 è considerato uno dei più potenti ICBM mobili al mondo. Con una lunghezza di circa 20 metri, ha una gittata stimata tra i 12.000 e i 15.000 chilometri, che gli consente di colpire qualsiasi punto degli Stati Uniti continentali, dell’Europa e oltre.

La sua caratteristica più significativa è la capacità di trasportare fino a 10 testate nucleari multiple e indipendenti (MIRV – Multiple Independently-targetable Reentry Vehicle). Questa tecnologia permette a un singolo missile di colpire più bersagli contemporaneamente, rendendo estremamente complessa l’intercettazione da parte dei sistemi di difesa missilistica. Il fatto che il nuovo DF-61 utilizzi un TEL a 16 ruote, molto simile a quello del DF-41, suggerisce che i due missili abbiano dimensioni e peso comparabili, ma è lecito attendersi che il DF-61 presenti miglioramenti in termini di gittata, precisione, carico utile o capacità di penetrazione delle difese avversarie.

 

Voci e speculazioni: dal DF-45/51 al DF-61

L’esistenza di un successore del DF-41 era già stata anticipata da diverse fonti di intelligence e da analisti militari. In passato erano apparsi sui media cinesi e internazionali riferimenti a nuovi missili, identificati con le sigle provvisorie DF-45 e DF-51. Già l’anno scorso, il generale Anthony Cotton, capo del Comando Strategico degli Stati Uniti, aveva informato il Congresso, in un’audizione a porte chiuse, che la Cina stava sviluppando “una nuova generazione di missili intercontinentali mobili”.

Secondo Rick Fisher, analista dell’International Assessment and Strategy Center, un tale ICBM sarebbe stato “chiaramente destinato a superare le prestazioni del DF-41”. Le speculazioni sul “DF-45” parlavano di un missile con un peso al lancio di 112 tonnellate, un carico utile di 3,6 tonnellate e armato con sette testate da 650 chilotoni. Altre fonti, riferendosi al “DF-51”, ipotizzavano un peso di 130 tonnellate, in grado di trasportare tre testate da cinque megatoni o fino a 14 testate più leggere, e potenzialmente compatibile con un sistema di bombardamento orbitale frazionato (FOBS).

L’apparizione del DF-61 potrebbe quindi essere la materializzazione di uno di questi programmi, unificando le voci precedenti sotto una designazione ufficiale.

Il DF-61 in preparazione per la sfilata – da TWZ

Un tassello nel più ampio mosaico nucleare cinese

La comparsa del DF-61 non è un evento isolato, ma si inserisce in una strategia a lungo termine di rapida espansione e diversificazione dell’arsenale nucleare cinese. Negli ultimi anni, la Cina ha investito massicciamente nella costruzione di centinaia di nuovi silos per missili balistici e sta potenziando la sua Forza Missilistica dell’Esercito Popolare di Liberazione (PLARF).

Un rapporto del Pentagono del dicembre 2024 sottolineava come la Cina stia sviluppando nuovi ICBM per “migliorare significativamente le sue forze missilistiche a capacità nucleare”. Secondo le stime del Dipartimento della Difesa USA, la Cina ha superato le 600 testate nucleari operative a metà del 2024 e si prevede che ne avrà oltre 1.000 entro il 2030, molte delle quali mantenute a un livello di prontezza operativa più elevato.

L’obiettivo di Pechino è chiaro: dotarsi di una forza nucleare più ampia e diversificata, con opzioni che spaziano da attacchi di precisione a basso potenziale fino a ICBM con testate multi-megaton, per garantirsi molteplici opzioni lungo la scala della deterrenza strategica. Il DF-61 rappresenta l’ultimo e più tangibile frutto di questo sforzo epocale.

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