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Politica

IL DESTINO DI RENZI

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Il futuro non è difficile da conoscere, è impossibile. E non perché sia nascosto, più semplicemente perché non esiste ancora. Predirlo è dunque impresa da profeti, fattucchiere, imbonitori e – categoria più vasta – presuntuosi. Esso dipende da un tale vasto numero di cause da essere totalmente impenetrabile. Si può soltanto tentare d’identificare le forze che, salvo sorprese, potrebbero dare certi risultati: ma soltanto in termini di vaga probabilità. È con tutti questi “caveat” che si può giocare alla chiromante, riguardo a Matteo Renzi. Oltre tutto il personaggio è fuori misura ed è inserito in un contesto fuori misura.
Lasciando ad altri l’incombenza di ipotizzare le ragioni del trionfo, esaminiamo quelle che potrebbero condurre al suo fallimento. Alcuni l’accusano d’essere “un uomo solo al comando” ma non è detto che ciò sia un limite. Anche Napoleone era solo, nel senso che come lui c’era soltanto lui: ma in realtà aveva tanti amici quanti soldati ai suoi ordini. Il suo esercito lo amava fino al supremo sacrificio e Cambronne non rispose “Merde!”, che avrebbe avuto il senso di un semplice e militaresco “no”; rispose: “La Garde meurt mais ne se rend pas”, la Guardia muore ma non si arrende.
Il Primo Ministro invece non ha amici affidabili. Non ha accanto a sé grandi personalità disinteressate (come Gianni Letta per Berlusconi) perché si è circondato di figure inconsistenti e piene di entusiasmo, ma più di facciata che di sostanza: giovani invece che anziani, donne – possibilmente belle – invece che uomini; ignoti quidam piuttosto che vecchie cariatidi piene d’esperienza. Dopo aver messo sprezzantemente da parte i vecchi maggiorenti, a covare rancori e ordire complotti, ha chiamato a salire sul carro del vincitore gente pronta a scomparire al primo scossone. Dimenticando che chi non ha la forza di stare in piedi da solo ancor meno ne avrà per sostenere il Capo.
Renzi riesce ad imporre la sua volontà a tutti, ma non è né stimato né amato. Oltre tutto commette quotidianamente quel peccato di eccesso, la hybris, che gli dei non perdonano a nessuno. L’arroganza e la sfida sono atteggiamenti che finiscono col costare molto. La lista dei suoi nemici – e lui se ne è procurati molti – è lunga. La minoranza del Pd è forse “rosicona”, ma i “rosiconi” sono ridicoli finché non hanno la possibilità di infliggere una stilettata alla schiena. I sindacati sono in perdita di velocità da anni ma sono ancora in grado di soffiare sul fuoco dello scontento. I magistrati tentano di sbarrargli la strada e non sono inermi. I giornali, in cui comandano i vecchi, al minimo insuccesso saranno felici di scrivere, sarcastici: “E che vi aspettavate?” La stessa società gli rimprovera la sua parzialità. Con quale coraggio dare ottanta euro ai dipendenti (e non tutti!) che hanno già una normale paga e niente ai milioni di pensionati che ogni mese hanno meno di loro? È vero, questi sono uno sterminato esercito, ma se è per questo lo Stato non poteva permettersi neanche il regalo demagogico ed elettorale degli ottanta euro ai privilegiati, finanziato con ulteriore debito. E lo stesso alibi del “rilancio dei consumi” s’è confermato una bufala. Il cielo non è certo sgombro di nubi.
E tuttavia il più grande, spietato e invincibile nemico di Renzi è la Realtà. Uno può puntare tutto sull’ottimismo della volontà e sull’entusiasmo che travolge gli ostacoli, ma gli argomenti emotivi non modificano i pessimi dati di fatto. Quando la gente constaterà che non si trattava di un immediato rilancio del lavoro e della produzione; che non si facevano quattro riforme in quattro mesi; che la recessione continua a mordere e che non aumentano gli occupati ma l’Iva e le tasse sulla casa; quando cioè dalla retorica dell’ottimismo si passerà all’onda del pessimismo catastrofista, difficilmente la giustificazione – fondatissima – per cui nessuno poteva realizzare l’impossibile lo salverà dall’accusa di averlo promesso e dal coro dei “crucifige”.
Ma questo dado ha ben più di sei facce. L’Italia potrebbe fallire. La Cina potrebbe di colpo cambiare regime e politica commerciale. Potrebbe scoppiare l’intera comunità monetaria o al contrario ci potrebbe essere un’imprevista e possente ripresa continentale. Renzi – tocchiamo ferro – potrebbe scomparire per motivi di salute. L’Iran potrebbe tentare di usare la bomba atomica. Lo Stato Islamico potrebbe dilagare come nell’Ottavo Secolo, fino a porre problemi non visti dai tempi di Vienna nel 1683. Tutto potrebbe andare molto peggio o molto meglio del previsto. E a tutti non rimane che incrociare le dita.
Gianni Pardo, [email protected]
11 novembre 2014


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