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LA DESTABILIZZAZIONE DEL MEDIO ORIENTE

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E’ una cosa sorprendente quanti pochi osservatori abbiano notato quella che è la novità sostanziale nella politica americana sul Medio Oriente, novità che ha rappresentato una svolta epocale nella politica degli Stati Uniti in quella regione del mondo.

Per capire la natura portata e le conseguenze di questa svolta bisogna partire da un po’ lontano cioè dall’inizio della Guerra Fredda e dalla nascita di Israele. E’ noto che i due grandi supporter della nascita dello stato ebraico furono gli Stati Uniti e l’URSS. Per i primi l’influenza della comunità ebraica , il ricordo della Shoah e una certa simpatia culturale per quello che era visto come un popolo di “pionieri” furono decisivi, per la seconda valgono le parole dette in seguito da Stalin cioè che Israele sarebbe stato per sempre una spina nel fianco per i rapporti tra Occidente e mondo arabo. Il despota totalitario non mancò ne di preveggenza ne di intelligenza, le cose andarono proprio così. La politica Americana mediorientale della Guerra Fredda fu così costretta a barcamenarsi tra l’amicizia con Israele le esigenze dei paesi arabi ( alleati e no) nel tentativo di mantenere stabile il flusso dei prodotti petroliferi necessari all’economia occidentale. Da qui i costanti tentativi (perlopiù falliti) di cercare una sistemazione e una stabilizzazione del Medio Oriente. In altre parole il ruolo storico degli Stati Uniti è stato quello di far da pompiere. Questo intento non è venuto meno perfino in due situazioni storiche che sembrerebbero suggerire il contrario.

La prima fu quando gli Stati Uniti permisero a Siria ed Egitto di attaccare di sorpresa Israele ( ufficialmente alleato degli USA) nella Guerra dello Yom Kippur del 73 non segnalando la concentrazione di migliaia di carri armati SICURAMENTE rilevata dai loro satelliti. Quando poi Israele apparve in gravissima   difficoltà gli Stati Uniti inviarono aiuti militari con un gigantesco ponte aereo e quando stava vincendo e minacciava di entrare al Cairo gli imposero la pace. Queste giravolte ebbero un senso chiaro solo in seguito con la scelta del presidente Saddat di espellere i consiglieri dell’URSS (sostenitrice di una guerra ad oltranza con Israele), con la scelta del campo americano ed infine con gli accordi di Camp David. La civiltà araba è fondata sull’onore e mai l’Egitto li avrebbe potuti firmare senza averlo prima riscattato combattendo valorosamente e dignitosamente in una guerra contro Israele che l’aveva umiliato per ben tre volte. Gli americani permisero questo perché il loro obiettivo era appunto al pace tra Israele ed Egitto( nonché far entrare quest’ultimo nella loro sfera di influenza).

 

Il secondo caso è assai più recente ed assai più controverso ed è l’attacco voluto dall’amministrazione Bush all’iraq di Saddam Hussein. Siccome quest’attacco ebbe come effetto la destabilizzazione per più di un lustro dell’Iraq nonché uno strascico di instabilità ancora esistente si rischia non percepire quello che era il reale intento ( fallito ) dell’amministrazione Bush perfettamente in linea con la politica precedente. L’idea dei neocon era creare un modello di stato arabo democratico filoamericano la cui presenza avrebbe destabilizzato i due nemici storici della regione la Siria e, soprattutto, l’Iran per poi instaurare anche lì un regime democratico e contemporaneamente avrebbe messo sotto controllo le spinte terroriste che rischiavano di travasare in Occidente. In altre parole era il sogno della politica americana di sempre perseguito con altri mezzi (la guerra diretta): un Medio Oriente finalmente pacificato e sotto controllo. Il progetto fallì miseramente un po’ perché il governo iraniano, percepito il pericolo, eliminò dalle imminenti elezioni interne le candidature dell’opposizione, un po’ perché sottovalutando le differenze culturali e religiose e usando metodi da Catterpillar (vedi scioglimento dell’esercito iracheno) gli americani si trovarono fronteggiare l’opposizione violenta dei Sunniti e quella meno evidente, ma altrettanto violenta dei radicali sciiti.

Tutto questo è cambiato con Obama. La sua prima indicazione era che il pericolo del terrorismo islamico era cessato( sic!) pertanto a partire dal Dipartimento di Stato i funzionari governativi dovevano cessare di associare le due parole. A questo punto visto che il pericolo fondamentalista non era più tale e che comunque il programma de Nobel per la Pace escludeva interventi diretti la politica americana scelse altri obiettivi ed altri strumenti. Il grosso problema sul tavolo era l’Iran e la sua voglia di nucleare… siccome non si voleva e non si poteva attaccarlo direttamente si pensò di farlo indirettamente destabilizzando completamente l’unico suo alleato in ME , vale a dire la Siria se per far ciò “interpretando al meglio” il vento delle speranze delle “Primavere Arabe” si sarebbe destabilizzato anche l’Egitto, pazienza, il gioco valeva la candela anche perché si sarebbe danneggiata anche la Russia togliendogli l’ultima base navale d’appoggio nel Mediterraneo. Se poi era necessario armare degli estremisti religiosi sunniti anche quello era un prezzo accettabile giacché alla fine si sarebbe destabilizzato anche l’Iran. Se ci si pensa bene l’obiettivo americano era cambiato nel profondo, non era più la stabilizzazione del Medio Oriente, ma la sua destabilizzazione in quanto alle destabilizzazioni non seguiva alcun impegno o progetto di stabilizzazione(Libia docet). D’altra parte se qualcuno avesse dubbi che la destabilizzazione sia l’arma principale di questa amministrazione basti pensare al crollo perseguito con sistematicità del prezzo del petrolio per mettere in difficoltà Russia e Iran a costo di mandar in rovina il Texas e molti altri paesi.

Che su questo cambiamento americano di politica estera abbiano poi giocato poi altri protagonisti: l’ISIS, il Quatar , la Turchia e prodotto il Califfato e l’attuale disastro, ciò non cambia le responsabilità dell’attuale amministrazione americana. Non è necessario pensare ad un complotto mondiale per ottenere una destabilizzazione totale basta un camionista ubriaco per scatenare una strage nelle autostrade vere come in quelle della storia.

 

TELEBOLDRINI

 


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