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De Margerie come Mattei? Interpretando l’articolo di Zerohedge le analogie si sprecano…

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Mattei morì in un incidente aereo, che poi iniziò ad assomigliare sempre più ad un attentato (si scoprì…). Ben inteso, si scoprì all’italiana, ovvero tutt’ora si suppone, le prove si sprecano, i commenti informati trapelano ma i giudici sembrano non arrivare mai al punto finale, guarda caso… Come con Castellari, ex ras delle partecipazioni statali che si suicidò durante Tangentopoli con un colpo di pistola alla tempia ma – sembra – con l’arma diligentemente riposta nella cintola dei pantaloni, oggi si continua a ritenerlo suicidio… Tornando a Mattei, si dice fu ucciso per mano della mafia su ordini esterni, si dice a causa del suo problematico supporto a regimi non amici dell’Occidente, si dice per la competizione che faceva alle sette sorelle. Si dicono tante cose…

A distanza di circa 50 anni De Margerie muore in un incidente aereo. Al contrario di quello che viene riportato dai giornali nostrani, secondo quanto riportato da Zerohedge l’aereo aveva problemi dopo il decollo quando era già in volo (“un motore in fiamme”) con successiva caduta sulla pista contro un mezzo spalaneve: una verità un po’ diversa da quella che abbiamo letto sulla stampa oggi. Vengono inoltre aggiunti dettagli importanti: De Margerie era amico della Russia, non aveva interrotto il business di Total in loco continuando a lavorare assieme a partners di peso quali Novatek e la compagnia petrolifera dello Stato cinese nonostante le sanzioni occidentali, riteneva che l’Europa facesse un errore ad andare contro Mosca particolarmente in campo energetico e soprattutto – udite udite – è stato l’unico tra i top managers occidentali del settore che aveva osato affermare che il petrolio non deve essere obbligatoriamente pagato in dollari americani. Come in un giallo che si rispetti, è morto in Russia (riprendendo la chiosa di Zerohedge…). Leggendo l’articolo suggerito, penso che chiunque la pensasse segretamente come l’ex AD di Total questa notte dormirà poco e male…

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Che sia chiaro, io riporto solo quanto leggo, ambasciator non porta pena, ed anzi vi invito a visionare l’articolo sotto indicato, versione originale*. Certo è che se fosse vero tutto quello che sottilmente implica la fonte citata, vedasi i riferimenti dell’articolo, ci sarebbe davvero da preoccuparsi. Infatti, in primo luogo avremmo la conferma che siamo di fronte alla cosiddetta guerra senza limiti di cui hanno scritto per primi i due ufficiali dell’esercito cinese Qiao Liang e Wang Xiangsui che ne hanno coniato il termine: ciò significherebbe prima di tutto che una guerra è in corso – oltre all’Ucraina – e che quindi non è detto che finisca qui, anzi. In secondo luogo il motivo della guerra può non essere il conflitto ucraino che tutti sbandierano ma magari qualcosa di diverso e più rilevante (ad esempio la minaccia della negazione dell’uso della valuta americana negli scambi commerciali globali?). In terzo luogo possiamo tranquillamente aspettarci un’azione di rimando da parte russa, ricordiamo che accogliere Snowden a Mosca con supporto cinese – Snowden era inizialmente fuggito in Cina – fu certamente un atto simile ad una dichiarazione di guerra, gli USA dal fatto che oggi la gente abbia più o meno capito che i social network ed internet servono soprattutto per socializzare a strascico le proprie informazioni – che vengono sistematicamente registrate dai vari servizi di controspionaggio – hanno avuto un danno enorme, oggi chi deve nascondere qualcosa ha preso le dovute contromisure.

Come sa chi segue i miei interventi, io sono cresciuto con un imprinting di amicizia agli States, vicinanza quasi incondizionata. Resto però interdetto dalla recente propensione Obamiana a ribaltare equilibri storici in seno ai propri alleati, non si può pensare che un golpe comunque avallato a danno di uno dei più grandi ed incondizionati alleati USA degli ultimi 20 anni [Silvio Berlusconi, nel 2011] non abbia minimamente cambiato la percezione anche del più grande supporter USA all’estero, che comunque rimane tale. E certamente la miseria indotta allo storico alleato italiano per il tramite dell’austerity eurotedesca – che gli USA non sembrano avere interesse a far smussare – non fa altro che accumulare interrogativi.

Ricordiamo sempre la lezione della storia: i migliori alleati sono quelli che non sono obbligati ad esserlo, come l’Italia dal dopoguerra (con la sua unità di intenti…). Se è vero che esiste un conflitto in fieri, bene, iniziamo a serrare i ranghi.

Mitt Dolcino

 

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