Attualità
DDL ZAN – SCALFAROTTO insulto al Diritto e al buonsenso (di Mimmo Caruso)
Vi è un Paese, da qualche parte nel mondo, in cui il Governo chiede la proroga dello stato di emergenza in assenza di emergenza per scavalcare il Parlamento e consentire l’emanazione di DPCM lesivi dei diritti costituzionali sottratti allo scrutinio di Presidenza della Repubblica e Corte Costituzionale; nello stesso Paese si cerca di eliminare per via giudiziaria il leader dell’opposizione, già Ministro dell’Interno, con l’accusa di sequestro di persona che, a dir poco, è una carognata; in quel Paese il Parlamento si appresta ad approvare una legge liberticida finalizzata a reprimere il dissenso con il carcere, ad impedire la libera manifestazione del pensiero e a tutelare alcuni cittadini più di altri.
Non sto parlando di uno di quegli Stati sudamericani o africani noti per una solida tradizione in materia di golpe e per le palesi violazioni dei diritti di libertà, ma mi riferisco ad un Paese situato nella libera (si fa per dire) Europa ovvero all’Italia – alle prese con una crisi economica devastante, appesa al cappio della UE, schiava dei cosiddetti Paesi frugali la cui economia prospera grazie al dumping fiscale – laddove qualcuno trova il tempo di proporre l’approvazione di leggi per contrastare presunte discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere.
Il DDL Zan – Scalfarotto non è certo una conquista di libertà laddove prevede il carcere per chi istiga alla violenza omofobica, tipico esempio di “crimine d’odio” di pura invenzione normativa e in quanto tale privo della necessaria compiuta descrizione del fatto sanzionato in violazione del principio della tassatività della fattispecie penale, corollario del principio costituzionale della riserva di legge.
In tal modo,, sarà lasciato spazio all’interpretazione da parte di giudici e pubblici ministeri che colpiranno tutti coloro i quali non si allineeranno al pensiero unico dominante e in particolare i genitori che non vorranno far partecipare i figli all’indottrinamento LGBT nelle scuole e anche i sacerdoti fedeli alla tradizione cattolica e i cittadini liberi che considerano l’utero in affitto un abominio e le unioni civili mera finzione ideologica.
Il DDL in parola non è affatto segno di libertà anzi è l’esatto contrario! E’ il pericoloso tentativo di soffocare il diritto di espressione, la libertà religiosa, la libertà delle famiglie di educare i figli poiché basterà l’accusa di omofobia per sottrarre i figli ai genitori.
I comportamenti discriminatori nelle loro varie declinazioni sono già adeguatamente sanzionati dall’ordinamento giuridico sicchè è roba da matti introdurre una tutela giuridica rafforzata a favore di determinate categorie di soggetti solo sulla base del loro orientamento sessuale circostanza, questa, che introduce un ingiustificato “privilegio” rispetto ad altri con conseguente violazione del principio costituzionale di uguaglianza.
Il DDL Zan- Scalfarotto, pertanto, è una forma di discriminazione al contrario, una pericolosissima boiata giuridica che intende punire con il carcere non i concreti comportamenti discriminatori (già sanzionati) ma coloro i quali esprimono dissenso verso i modelli gender e LGBT e si esprimono a favore dei modelli tradizionali di famiglia e affettività.
Mi siano perdonati alcuni riferimenti personali: da modesto consigliere comunale ho presentato una mozione per chiedere al Consiglio comunale della mia città di esprimersi contro il DDL Zan- Scalfarotto; ho presentato una mozione per chiedere il ritiro dell’adesione del mio Comune alla Rete READY (network di enti territoriali che si propone di promuovere l’ideologia gender); ho espresso anche sulla stampa la mia contrarietà nei confronti di entità diverse dalla famiglia tradizionale così come riconosciuta dalla Costituzione.
Alla luce di quei precedenti, se passa il DDL in questione dovrò cercare un ottimo avvocato penalista e contare sulla generosità di qualcuno per delle buone arance ma non arretrerò di un millimetro nella mia posizione a tutela dei valori non negoziabili in cui credo e mi riconosco.
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